Giovedì 3 aprile, alla presenza del sindaco Roberto Scheda, Vercelli ha celebrato i 130 anni dalla nascita del grande compositore italo-americano. L’ha fatto al “Viotti Club” della Camerata Ducale, su iniziativa dell’Associazione “Angelo Gilardino”, invitando la nipote del musicista, Diana Castelnuovo-Tedesco, a parlare del nonno, e ospitando un concerto del chitarrista Alberto Mesirca, che ha suonato dieci capitoli (su ventotto) del “melologo” Platero y yo, composto dal “signorile umanista fiorentino”.
Motivo della scelta di Vercelli per celebrare l’anniversario del maestro, a Hollywood, di musicisti come Henry Mancini, John Williams e André Previn, la fitta corrispondenza che, dal febbraio del 1967 al marzo del 1968, mese in cui morì, l’autore dell’opera “La mandragola” intessette con l’allora venticinquenne Angelo Gilardino, insegnante al Liceo musicale “Viotti” e concertista alle prime armi.
Furono ben sessanta le lettere che, da Beverly Hills, dove si era rifugiato poco meno di trent’anni prima con la moglie Clara e il figlio Pietro, per sfuggire alle leggi razziali del fascismo, il musicista ammirato da Toscanini, Heifetz, Gieseking e Segovia, scrisse all’allora semi sconosciuto chitarrista di provincia, spingendolo decisamente verso la composizione, al posto dell’attività concertistica, consiglio che Gilardino seguì nel 1981, diventando uno dei più famosi compositori di musica per chitarra (e non solo per chitarra) del mondo. I due non si conobbero mai di persona.
Il maestro vercellese si è sdebitato pubblicando nella collana “Berbèn-Gilardino” gran parte della musica per chitarra del suo mentore e scrivendo, cinquant’anni dopo, una bellissima biografia intitolata “Mario Castelnuovo-Tedesco: un fiorentino a Beverly Hills”. Ed è stato proprio grazie a quel libro, uscito nelle edizioni “Curci” all’inizio del 2018, e subito presentato alla Camera dei deputati, se Sergio Mattarella gli ha dedicato, alla memoria, la medaglia del Presidente della Repubblica, primo “risarcimento” ufficiale dello Stato italiano ad uno dei più prestigiosi esuli prodotti dal fascismo.

Per questa ragione, Castelnuovo-Tedesco è stato celebrato a Vercelli. Prima che la nipote Diana parlasse del nonno, mostrando interessanti immagini familiari, il sindaco Scheda, livornese di nascita, si era espresso con competenza, passione e anche commozione sul suo conterraneo. La nipote, che da trent’anni abita a New York, ma che aveva trascorso la giovinezza in California accanto alla casa dei nonni, ha poi tratteggiato un documentato e tenerissimo ritratto del compositore, sottolineando la precocità del suo talento riconosciuta assai presto da maestri come Ildebrando Pizzetti e Alfredo Casella.
Tra l’altro ha ricordato di essere proprio lei adesso, dopo la scomparsa della madre, a promuovere il repertorio esistente del nonno. E di avere incominciato a farlo nel 2017 con l’aiuto di Gilardino “al quale la mia famiglia deve moltissimo”, come ha più volte affermato.
Degna conclusione del pomeriggio, il concerto di Mesirca. Al termine, il presidente dell’Associazione Gilardino, Marco de Santi, ha donato a Diana Castelnuovo-Tedesco una medaglia artistica in argento che riproduce il rosone di Sant’Andrea, simbolo della città e anche dell’Associazione.






Una storia a lieto fine,
un’amicizia che,
interrotta, sospesa
sotto le l.razziali del Fascismo,
mantenuta in democrazia
grazie anche a quelle 60
magiche lettere,
oggi divenute strumenti romantici,
inimmaginabili …
se non per chi non è raggiunto
dall’Adsl !!!
(succede,
anche nei pressi di Vercelli:
da me sperimentato, proprio
ieri …)
…..
In Italia ci sono ancora
4 milioni di famiglie
Senza internet
https://www.pandasecurity.com/it/mediacenter/italia-sono-ancora-4-milioni-famiglie-senza-internet/
Segovia plays
Castelnuovo Tedesco
Melancolia
https://www.youtube.com/watch?v=3gBSkQgtv3U&pp=ygUTQ2FzdGVsbnVvdm8gdGVkZXNjbw%3D%3D