Vercelli – Questo pomeriggio, la Croce Rossa di Gattinara (che annovera 127 volontari ha pubblicamente detto “grazie” a Carlo Olmo con una festa significativa che si è svolta nella sede all’ingresso del paese, arrivando dalla direzione di Vercelli. Con l’occasione, Olmo, che aveva rifornito di preziosi, anzi indispensabili Dpi, nel momento di piena pandemia, i volontari della Cri (come ha sottolineato il presidente Franco Montà), ha donato ancora ai volontari di Gattinara due monitor per rilevare i parametri vitali e tre tablet Huawei con la connessione.
Gli erano stati richiesti dall’operatrice e amica Katia Morgante, presente alla consegna e alla cerimonia per Olmo, appunto con il presidente Montà, il vice presidente Giovanni Mora, il delegato dei Gruppo Regionale Emergenza Beppe Beltrametti, decine di volontari e un gruppo rilevante di “lupi bianchi”, gli encomiabili volontari che hanno aiutato Olmo nella consegna dei pacchi alimentari con i Charity Tour.
C’era anche il consigliere regionale (ed ex sindaco di Gattinara) Carlo Riva Vercellotti che, prendendo a sua volta la parola, ha ha detto senza troppe perifrasi che Olmo è stato il più importante filantropo nella storia di Vercelli dal Dopoduerra ai giorni nostri.
Per celebrare Olmo per le donazioni di questi mesi e anche per l’ultima, la odierna, la Cri gattinarese (che, prima di dare il via ha provato la temperatura a a tutti, come i protocolli anti-Covid impongono) ha fatto confezionare una maglia rossa, appunto della Croce rossa con impresso un disegno di Olmo stesso e del Lupo Bianco: quello ormai famosissimo di Giada Paione, presente con altri “lupi bianchi”. Quindi la medaglia ufficiale della Cri e un diploma riservato al neo Cavaliere Bianco del Coronavirus.
Una cerimonia sobria, semplice, ma ricca di significati. Una cerimonia che si ripeterà in altri ambiti e con modalità diverse perché ormai tutta la Provincia, tutta la Regione, tutta l’Italia (e buona patte del mondo) in questo momento si sentono in dovere di ringraziare il “più grande filantropo vercellese degli ultimi due secoli” che il 4 marzo fece un sogno, recitando il Padre Nostro in aramaico: il sogno di essere utile al prossimo. Sogno che si è avverato.
Edm





