Vercelli potrebbe intitolare un luogo pubblico al prof francese decapitato da un terrorista

Coni voti della maggioranza (ma il nuovo gruppo Cambiamo si è astenuto) e del gruppo di minoranza Voltiamo Pagina, l’astensione del M5S ed il voto contrario di SiAmo Vercelli e di Vercelli con Maura Forte, mentre tutto il Gruppo Pd non ha partecipato alla votazione, è stato approvato oggi un ordine del giorno, proposto dal Gruppo Fratelli d’Italia, con cui, tra le altre cose, si invitano il sindaco e la giunta “a valutare la possibilità di intitolare una via, una piazza o uno spazio pubblico cittadino al professor Samuel Paty, decapitato per aver promosso momenti di riflessione scolastica sui temi della libertà di espressione”.

Il dibattito ha avuto toni molto accesi, specie quando è intervenuto l’assessore Emanuele Pozzolo, che è anche segretario provinciale di Fratelli d’Italia: molti esponenti dell’opposizione, come l’ex sindaco Maura Forte e Michele Cressano del Pd e Michelangelo Catricalà, del M5S, si sono opposti duramente alla scelta del presidente del Consiglio Gian Carlo Locarni di farlo intervenire perché, a termini di regolamento, un assessore può parlare solo su argomenti riguardanti le sue deleghe.

In realtà, Gian Carlo Locarni gli ha concesso la parola, ma quando Pozzolo si è poi inoltrato sulle tematiche dell’ordine del giorno, lo ha interrotto. Ma Maura Forte ha definito quello di Pozzolo un “comizio abusivo” e, a quel punto tra l’ex sindaca e l’assessore è scoppiato un diverbio violentissimo sedato a stento dal presidente del Consiglio. Michelangelo Catricalà (M5S) non s’era lasciato sfuggire l’occasioni di far notare come nel caso dell’epidemiologo che voleva fare intervenire in Commissione sul caso-pallet il regolamento fosse stato applicato rigidissimamente, non così invece nei confronti di Pozzolo.

Ma tornando all’ordine del giorno approvato, esso chiede al sindaco di intitolare “una via, una piazza, uno spazio pubblico” al docente trucidato il mese scorso da un diciottenne ceceno, l’ordine del giorno propone a Corsaro e alla sua giunta anche di valorizzare al meglio “le possibilità  di dialogo con le comunità islamiche presenti sul territorio”. Inoltre, nel documento si invitano sindaco e giunta “a valutare il coinvolgimento di studenti di ogni ordine e grado in percorsi di approfondimento e dibattito su temi a carattere religioso, filosofico, storico e giuridico sull’identità occidentale e sull’importanza fondamentale della tutela della libertà di espressione”.

Tre gli emendamenti proposti: Cambiamo aveva suggerito di ricordare tutte le vittime del terrorismo islamico, non solo il  professor Paty, mentre il Pd aveva proposto un passaggio anche su Patrick George Zaki, ancora prigioniero in Egitto, sempre per le sue idee, nonché l’invito a verificare il corretto uso dei social da parte degli amministratori per non incrementare l’odio. I tre emendamenti sono stati respinti: di qui l’astensione di Cambiamo e la non partecipazione al voto del Pd, che pure condividevano lo spirito di fondo del documento.

Si era appena votato, che già arrivava alle redazioni dei giornali questo comunicato del Pd, che riportiamo integralmente:

”È successo di nuovo, la maggioranza di centrodestra di Vercelli volta nuovamente le spalle a Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna che dal 7 febbraio è in carcere in Egitto, rifiutando il nostro emendamento oggi in consiglio comunale.

Il gruppo di Fratelli d’Italia aveva infatti presentato un documento intitolato “Condanna del terrorismo islamista e difesa della libertà di espressione”, nel quale si proponevano alla giunta alcune azioni, che ovviamente condividiamo, a supporto dell’integrazione con la comunità islamica e a in memoria del professor Samuel Paty, ucciso in Francia per aver promosso momenti di riflessione sulla libertà di espressione.

Libertà di espressione che viene però negata da quasi un anno a Patrick George Zaki, con l’accusa legata ad alcuni post su Facebook considerati come “propaganda sovversiva”. Una libertà di espressione che lo stesso centrodestra vercellese non ha ritenuto importante difendere, bocciando a settembre il nostro documento a sostegno di Zaki.

Ritenendo la libertà un diritto universale, che non ha colore politico, abbiamo quindi proposto di inserire all’interno del documento discusso oggi la richiesta di “sostenere l’appello di Amnesty International per il rilascio di Patrick George Zaki e il rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione”.

La nostra proposta è stata respinta, il centrodestra vercellese ha nuovamente voltato le spalle a Patrick, dimostrando l’ipocrisia di chi difende la libertà di espressione a seconda del contesto in cui si trova.

Maggioranza che ha anche respinto una seconda proposta, con la quale chiedevamo di avere cura dell’integrazione e del rispetto delle minoranze anche nella comunicazione pubblica e nell’utilizzo dei social network, luoghi in cui abbiamo spesso visto in passato messaggi, anche da parte di amministratori vercellesi, non esattamente concilianti.

Di fronte alla bocciatura delle nostre proposte abbiamo ritenuto quindi di non partecipare al voto finale sul documento, perché la libertà di espressione e l’integrazione tra le comunità sono aspetti troppo importanti per ridurli a sterili posizioni politiche, permeate da così tanta ipocrisia”.

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