A Vercelli inizia l’era delle analisi digitali: progetto innovativo all’Asl con “Digital Pathology”

A sinistra il dottor Pier Giorgio Fossale, a destra Piero Presti

Asl Vercelli proiettata nel futuro, grazie alladozione di Digital Pathology, la tecnologia di ultimissima generazione che garantisce prestazioni di altissimo livello nella diagnostica di routine: grazie ad essa, i tradizionali vetrini da laboratorio, sempre più difficili da catalogare ed archiviare, vengono trasformati in immagini ad alta risoluzione, in grado di essere lavorate da programmi che sostengono l’accuratezza della diagnosi e soprattutto di essere condivise in tempo reale con specialisti di tutto il mondo. Il progetto compiuto, ideato da Asl Vercelli e Università del Piemonte Orientale, è stato realizzato grazie al generoso contributo delle fondazioni Edo ed Elvo Tempia e Cassa di Risparmio di Vercelli ed è stato presentato nel pomeriggio di ieri, presso l’Aula Magna dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli.

Alla presenza dei Consiglieri Regionali Carlo Riva Vercellotti e Alessandro Stecco, che hanno portato il saluto della Regione Piemonte e i complimenti alliniziativa, a fare gli onori di casa, il dottor Angelo Penna, Direttore Generale Asl Vercelli. Abbiamo portato a compimento – ha osservato il massimo dirigente di Asl Vercelli – un progetto avviato già sotto la direzione della dottoressa Serpieri, che mi ha preceduto nella carica, un progetto che è stato considerato molto importante per la nostra Asl. Un progetto che si è sviluppato su iniziativa congiunta di Asl Vercelli e Università del Piemonte Orientale, affiancati dal fondamentale sostegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli e della Fondazione Edo ed Elvo Tempia, che hanno rivestito un ruolo di primaria importanza per la buona riuscita del progetto stesso. Un progetto per noi molto significativo, che andrà a ridurre di molto le criticità relative soprattutto alla difficoltà di scambio informazioni e condivisione delle diagnosi ra il personale medico delle aziende del nostro quadrante. Il tutto al fine di migliorare costantemente la qualità delle diagnosi e dei referti che diamo ai nostri pazienti; con la giusta condivisione delle diagnosi e con il consulto fra pari, sicuramente si potranno utilizzare al meglio le grandi esperienze presenti nel nostro quadrante.

Un progetto che proietterà la medicina vercellese nel futuro, rivoluzionandone tempi e qualità dei servizi forniti allutenza, come testimoniano le parole di Pietro Presti, Direttore Generale della Fondazione Edo ed Elvo Tempia. Questo progetto – ha evidenziato il Direttore Presti – era stato già ideato e approvato dalla precedente direzione e poi fortemente voluto sia dallattuale amministrazione e soprattutto appoggiato dalle fondazioni, che hanno da subito creduto alla necessità di investire in tal senso. In queste sede presentiamo una branca particolare della medicina, la tele patologia, che permette di aumentare notevolmente la qualità delle diagnosi. La diagnosi è un elemento fondamentale per garantire un appropriato percorso di cura, un percorso che sia accessibile anche dal punto di vista degli utenti. Le perdite di tempo che si riscontrano nelle diagnosi tradizionali, generano ansia, timore e sconforto nel paziente, mentre grazie a questo sistema che si riconduce allutilizzo massiccio dellintelligenza artificiale, verrà garantito un maggior supporto alle singole diagnosi. Pensiamo soprattutto a casi oncologici complessi e difficili, che possano essere condivisi in tempo reale sulla rete, tra più medici in qualsiasi parte del mondo e dopo un consulto incrociato, diagnosticati a distanza, evitando faticosi, costosi e snervanti spostamenti da un centro allaltro. E una vera e propria rivoluzione: la Regione Piemonte, più di 15 anni fa aveva già provato a sperimentare un progetto di tele patologia, che però non ebbe successo, in virtù del fatto che, allepoca, la tecnologia non era sufficientemente avanzata ed attrezzata per concretizzare le idee, che rimasero sulla carta. Ora, a distanza di tempo, quel primo progetto è finalmente diventato una bella realtà, che certamente andrà a rivoluzionare la medicina del futuro; è la dimostrazione che gli investimenti a lungo termine, sovente considerati a torto improduttivi, sono necessari se non si vuole essere rallentati e penalizzati nel futuro. Lobiettivo della ricerca e di progetti come questo, è quello di portare il futuro nel presente.  

Esprimendo  grande entusiasmo per il compimento del progetto, il dottor Pier Giorgio Fossale della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli auspica una sempre maggiore cooperazione e sinergia da parte di tutte le parti coinvolte, per un progresso sempre più armonico della medicina locale. La Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli – il commento del dottor Fossaleè sempre disponibile a confrontarsi, a valutare le progettualità e a sostenerle quando meritano. Abbiamo dimostrato di esserci e ci saremo sempre, per portare un aiuto concreto a progetti innovativi come questo; da medico, mi sento in dovere di fare i più sinceri complimenti al professor Valente, che sempre si è reso disponibile, anche nei momenti più difficili, per essere al fianco della diagnosta, per portare il proprio eccellente contributo tecnico. Si è parlato di portare il futuro nel presente: io sono dellidea che probabilmente il futuro ci stia per riservare delle sorprese ancora più clamorose, più spettacolari. Limportante sarà non cadere in quella che comunemente viene chiamata la Sindrome di Napoleone ovvero di non fare grandi passi in avanti da parte delle avanguardie, mentre il resto delle truppe arranca dietro e non riesce a seguire. Penso che unopera di raccordo, il mantenere tutti uniti, sarebbe una cosa molto importante. Mi auguro che a livello organizzativo si possa fare sempre di più; in questi ultimi tempi sono stati fatti molti passi avanti e con la disponibilità da parte di tutte le forze in campo, collaborazione e comunicazione potranno ulteriormente migliorare. Un progetto come questo è motivo di lustro per chi lo portato a compimento; speriamo che nel prossimo futuro siano sempre più frequenti, noi le sosterremo volentieri.

Guido Valente

In chiusura, la presentazione pratica del funzionamento di Digital Pathology, curata del professor Guido Valente, Direttore della S.C.D.U. Anatomia e Istologia patologica in cui sarà avviato il nuovo sistema.

“Al giorno d’oggi – spiega il professor Valente – la medicina per avviare una qualsiasi terapia, necessita di un referto scritto, dei dati, una diagnosi sulla base di cui elaborare le giuste cure. Questo non riguarda solo i casi di tumore, come molti pensano, ma anche altre patologie, come ad esempio le malattie renali o le malattie infiammatorie che colpiscono stomaco e intestino; sono tutte situazioni dove si agisce basandosi sulle indicazioni fornite da un referto istologico. L’evoluzione della tecnologia in campo medico è stata continua nel corso del tempo, e le tecnologie hanno permesso migliorie sempre più evidenti riguardo a refertazione, archiviazione dei dati e quant’altro. La frontiera che sta per essere abbattuta in questi giorni, costituisce forse il momento estremo di questa evoluzione, un sistema che a mio parere, fra una decina d’anni verrà adottato da tutti. E’ stato un grande piacere aver trovato nel nostro ospedale, nella nostra Asl, la massima comprensione e collaborazione per acquisire questa nuova tecnologia. Una tecnologia che si basa sostanzialmente sulla condivisione: il lavoro dell’antomopatologo può essere in certi casi relativamente semplice, in altri estremamente complicato. Perché questo? Le classificazioni comuni sono cambiate sensibilmente nel giro degli ultimi dieci anni e, a volte, l’evoluzione di una patologia può diventare complicata da seguire in maniera corretta. Ciò comporta che, nel nostro lavoro, è necessario aggiornarsi di continuo e questo non è sempre materialmente possibile. Per questo è necessaria la condivisione delle singole casistiche con altri, per migliorare la qualità delle diagnosi, delle terapie e di conseguenza, del servizio che diamo ai cittadini. Un altro aspetto da tenere in considerazione è quello dell’archiviazione: Digital Pathology permette di trasformare i vecchi vetrini con i campioni di tessuto tumorale da osservare al microscopio, in immagini digitali ad altissima risoluzione che possono essere esaminate dallo schermo di un computer. Questo andrà ad eliminare una massa enorme di materiale che normalmente va ad occupare ampi spazi nei magazzini degli ospedali e darà la possibilità di lavorare con la massima precisione anche a grande distanza, di lavorare con il remoto.

 

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2 Commenti

  1. Il mezzo può entusiasmare.. ma l’uso che può esserne fatto non può essere allontanato dai pensieri di chi lo adotta. Solo per evitare sorprese.

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