Il mare rosso della sua Cri e poi le sirene delle sue ambulanze per l’addio ad Alessandro

Una marea rossa (le divise dei suoi colleghi e amici della Cri) accanto alla sua bara bianca. E poi la musica di De Andrè (La canzone dell’amore perduto) e, alla fine, all’uscita del feretro dal Duomo, le sirene delle sue ambulanze radunate sul sagrato.

Così stamattina, in modo semplice e nello stesso tempo solenne e toccante, la città ha salutato Alessandro Abate, il trentatreenne volontario della Croce Rossa morto nell’incidente del 2 maggio. A salutarlo anche una rappresentanza del suo Liceo Classico Lagrangia, in cui Alessandro si era diplomato nel 2008 con il massimo dei voti: 100/100: la Prima A, con la professoressa Marta Boccalini, la sua insegnante di Lettere.

Tutti stretti in un enorme abbraccio a mamma Concetta e a papà Riccardo. A loro si è soprattutto rivolto il parroco monsignor Giuseppe Cavallone nell’omelia, con la certezza “che Alessandro ha già ricevuto da Dio la ricompensa di tutto il bene che ha fatto nella sua breve esistenza terrena”. Poi, la preghiera dei fedeli letta da un’altra volontaria della Cri legata ad Alessandro, l’assessore Ketty Politi.

Ed ora Alessandro, amato da un’intera città,  riposa per sempre nel cimitero di Billiemme.

 

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