Un giorno da dedicare alla Festa del Lupo Bianco

 

Esistono persone che sanno dare tangibile e concreta essenza alla parola “comunità”. E lo fanno con una semplicità e una forza disarmante, quasi che per loro il quotidiano sia più leggero, luminoso, agile. Semplicemente fanno quel che dicono e sono quello che descrivono, sempre. Di queste persone non se ne incontrano molte. Bisogna essere fortunati. Loro danno contorno e sostanza alla parola “comunità”. Con le azioni dimostrano, giorno dopo giorno, ora dopo ora, che aiutare gli altri è una strada che si traccia e si percorre, che si può seguire e che cambia tutto e tutti.

Vercelli, nei giorni più difficili e bui che intere generazioni moderne possano ricordare, quelli dell’epidemia da Coronavirus, ha trovato una di queste persone: l’avvocato Carlo Olmo, ormai per tutti il Lupo Bianco.

Le gesta di quest’uomo le abbiamo raccontate a lungo, nelle settimane passate. Lui, che da Vercelli ha illuminato di bontà mezzo globo; che ha costruito ospedali e scuole nei luoghi e nei Paesi più remoti per donarli agli ultimi; che ha rifornito di quelle tanto preziose protezioni i medici e gli infermieri degli ospedali di mezzo Piemonte e della Lombardia, oltre che di Vercelli; che ha teso una mano quando in molti si sentivano persi; che ha donato macchinari e strumenti medici; che si è inventato una tavola solidale (quella del Lupo Bianco) e una card per aiutare concretamente chi, in queste maledette settimane, si trova nella più grande difficoltà, quella di fare la spesa per i propri figli; ebbene lui è riuscito ad andare oltre le sue donazioni incredibili. È, infatti, diventato un simbolo, un esempio che Vercelli non potrà dimenticare.

Il suo Lupo Bianco, stampato su magliette, cappellini, foulard e mascherine, è un’icona che tutti ormai conoscono, rappresentazione di ciò che concretamente significhi lo spirito di comunità, la mano tesa, il supporto laddove sia necessario.

Non so se, oggi, ricordiamo com’è nato il simbolo del Lupo Bianco di Carlo Olmo. Era il 4 marzo, il Coronavirus stava iniziando a incidere in modo terribile nella nostra vita, ma forse ancora non eravamo consapevoli di quanto lo avrebbe fatto. Quella sera, era un mercoledì, il Maestro Carlo Olmo, studioso e profondo conoscitore di filosofia e religioni orientali, si era raccolto in preghiera nella sua Accademia, la Shen Qi Kwoon Tai di via Baracca, laddove ha realizzato un vero accogliente tempio di meditazione. In Aramaico antico, il Maestro Olmo, recitò il “Padre Nostro”, con voce profonda, come un “mantra”, una preghiera che, disse lui stesso, serviva “per infondere Luce su tutti coloro che ora stanno soffrendo in Italia e in tutto il mondo (e non solo per il Coronavirus) e su chi sta attraversando comprensibili momenti di paura e disagio, Luce a tutti gli operatori sanitari (i nostri Angeli Custodi per la cura e la guarigione), della protezione civile e delle istituzioni che sono sul campo per arginare questo difficile periodo, Luce per i nostri giovani e anziani che siano sempre il motore vivo del nostro futuro e delle nostre radici di coraggio e forza”. Quello che accadde quel giorno, come in un romanzo, ebbe dell’incredibile. Le immagini dimostrano che per un gioco di luci su di una superficie riflettente alle spalle si Olmo comparve, come accennata, una figura: sembrava appunto quella del muso di un lupo bianco.

Mentre Olmo prega nella vetrata si intravede il lupo bianco

Olmo, da allora, ha adottato questo simbolo: il Lupo Bianco, per ogni azione meravigliosa che ha compiuto in 76 giorni di generosità. E il Lupo Bianco si è moltiplicato per le strade della beneficenza, diventando squadra con tante persone che si sono messe a disposizione. L’affetto che ha donato, con le sue azioni, gli è stato restituito da adulti e bambini che lo hanno sommerso e sommergono di attestazioni di stima.

Questa, in sintesi, la storia straordinaria che Olmo, il Lupo Bianco, sta scrivendo durante il Coronavirus. Un esempio di filantropia che, come dicevo, vorremmo che Vercelli non perdesse, mai.

Per questo, oggi, vogliamo lanciare un’idea, uno stimolo, che sia anche un omaggio alle gesta di Carlo Olmo: sarebbe bellissimo se Vercelli decidesse di celebrare la storia del Lupo Bianco da ora in poi, ogni anno, con una giornata dedicata esattamente alla solidarietà, al senso più puro di comunità. Una giornata nella quale chi ha e vuole donare lo faccia per chi è più in difficoltà e ha bisogno di ricevere. La Festa del Lupo Bianco, insomma. E quel giorno, per noi, non può che essere il 4 marzo di ogni anno, ricordando quella preghiera, quel Padre Nostro in Aramaico che ha acceso una luce che splende ancora oggi e traccia, come un faro, una rotta: quella della bontà.

Un giorno in cui incontrarsi e ricordare, ma anche tendere una mano e costruire con i “mattoncini della generosità” quella comunità che fa la differenza nei giorni più bui.

Per ora si tratta di un’idea, lanciata perché sia discussa, da costruire, da riempire, su cui lavoreremo e rispetto alla quale saremo lieti di accogliere coloro che vorranno dare una mano a renderla reale. Ma un’idea, come ha insegnato Carlo Omo, diventa un impegno, che ci vogliamo prendere. Ci sarà tempo per parlare dei contenuti, di ciò che verrà fatto e di ciò che si potrà condividere. Ma vorremmo davvero che il 4 marzo a partire dal prossimo anno diventasse una ricorrenza fissa, ogni anno. Il giorno della Festa del Lupo Bianco, con l’avvocato Carlo Olmo come epicentro e con la solidarietà come linea guida. Magari individuando anche un luogo, all’aperto, nel quale a fine giornata tutto si concluda con le persone che si prendono per mano ad accompagnare il Maestro Olmo nella sua preghiera in Aramaico. Ecco dunque il sogno che proponiamo, che vorremmo fosse anche un ringraziamento all’avvocato Olmo, ben sapendo che con il Lupo Bianco non si scherza, perché i sogni sa come renderli reali.

Vercelli, nell’anno più difficile da molto tempo, ha avuto la fortuna di incontrare il Lupo Bianco Carlo Olmo. E ogni 4 marzo, con la Festa del Lupo Bianco, potrebbe ricordare l’importanza di questa strada tracciata.

 

Luca Avenati

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