Tentano di ammazzarsi a vicenda per le strade di Vercelli: fermati due pregiudicati

La Squadra Mobile di Vercelli, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha fatto luce su un increscioso episodio occorso nella tarda serata di mercoledì 8 maggio, quando i residenti di corso Bormida sono stati svegliati da alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi contro un furgone parcheggiato in strada.

Quello che all’apparenza poteva sembrare un “avvertimento”, ha poi rivelato una trama più complessa, che vede protagonisti due pregiudicati e una sorta di vendetta tra di loro sofciata nel rispettivo tentativo di uccidere il rivale. Vicenda che, per il momento, ha portato all’emissione da parte del G.I.P. del Tribunale – su richiesta del Sostituto Procuratore Dottoressa Rosamaria Iera – ed alla successiva esecuzione da parte della Squadra Mobile, di una ordinanza di custodia cautelare in carcere e di una agli arresti domiciliari nei confronti di due trentenni italiani, noti alle Forze dell’Ordine, entrambi accusati di tentato omicidio l’uno nei confronti dell’altro.

Tutto sembrerebbe nascere da un credito non onorato che uno dei due vanterebbe nei confronti dell’altro, motivo per il quale il creditore, inforcata una bicicletta, si sarebbe recato sotto casa del debitore urlando a squarciagola per farlo uscire. Nonostante i numerosi tentativi di richiamare l’attenzione della vittima designata, gli unici a rispondere alle urla del giovane sono stati i membri di una famiglia che è residente nello stesso edificio della vittima, i quali loro malgrado sono stati destinatari di un colpo d’arma da fuoco esploso dall’uomo che, successivamente, individuato in strada il furgone del rivale, lo colpiva con altri due colpi danneggiando due vetri, quale avvertimento di quello che lo attendeva.

Le indagini hanno permesso di dare un nome ed un volto all’aspirante killer, rintracciato poche ore dopo il fatto, mentre si trovava in casa della madre da dove è stato prelevato e successivamente condotto in Questura per gli accertamenti tecnici necessari.
Il giorno successivo la vittima del primo agguato, alla guida del proprio furgone, incrociato il proprio avversario in sella alla sua bici mentre transitava in una piazza centrale di Vercelli, per “vendicare l’affronto” e chiudere definitivamente la partita lo ha investito scaraventandolo sul selciato, tentando poi di passargli sopra facendo retromarcia, fortunatamente senza riuscirci per la pronta reazione dell’uomo caduto, diventato vittima, che riusciva a scansarsi all’ultimo istante.
Invertitisi i ruoli, l’investito riusciva a guadagnare la fuga rifugiandosi a bordo di un veicolo in transito, con il conducente del furgone che lo inseguiva brandendo un palanchino per terminare la sua opera.
Accompagnato presso l’Ospedale Sant’Andrea gli venivano diagnosticate varie fratture e, seppur non in pericolo di vita, veniva dimesso con una vistosa ingessatura e la pesante prognosi di 60 giorni, mentre l’investitore veniva prontamente fermato da personale della Squadra Mobile e tratto in arresto in flagranza per tentato omicidio.

Alla luce di un già solido quadro indiziario a carico di entrambi, il Giudice per le Indagini Preliminari, dott.ssa Valeria Rey emetteva su richiesta del Pubblico Ministero l’ordinanza di misura cautelare in carcere a carico del primo aggressore mentre per il conducente del furgone, tratto in arresto in flagranza di reato, veniva disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, conformemente alla richiesta avanzata dal Pubblico ministero. L’attività di indagine prosegue alla ricerca dell’arma utilizzata nell’agguato dell’otto maggio.

Gli inquirenti stanno vagliando ogni ipotesi nonché il coinvolgimento di eventuali complici, che potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati per concorso nel tentato omicidio ovvero per favoreggiamento, qualora emergesse il loro coinvolgimento a vario titolo nella vicenda.
È infine doveroso rilevare, aggiungono dalla Questura “che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto e che la loro posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente solo dopo l’emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato in ossequio al principio costituzionale di presunzione di non colpevolezza”.

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1 commento

  1. “increscioso episodio”
    Condivido l’espressione impiegata
    per riassumere il fatto.
    Soprattutto per il disturbo arrecato
    ai vicini di casa
    nelle ore serali
    Ma non esageriamo!
    In un paese democratico
    qual’e’ litaglia:
    1. l’essere pluripregiudicati
    2. (esercitarsi nel) rispettivo tentativo
    di uccidere il rivale.
    3. (anche attraverso) colpi d’arma da fuoco
    esplosi contro un furgone
    (regolarmente) parcheggiato in strada
    4. (pur se, previa) ordinanza
    di custodia cautelare in carcere
    e di una degli arresti domiciliari

    5. NON può certo impedire
    In un paese occidentale e garantista
    di chiedere, senza se e senza ma,
    i domiciliari (non tanto controllati)
    per entrambi i 2 amici
    ricevere la fattiva,
    complice comprensione
    del presidente della repubblica
    oltre al-
    l’elezione a parlamentare europeo
    nelle fila del più democratico
    dei partiti
    .. e, chissà, anche far poi
    ancora un po’ di carriera
    Quel che più conta
    ricevere il bacio da papà!

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