Il teatro è in grave crisi? A Milano chiudono due sale storiche

La splendida sala del teatro Nuovo di Milano

Che l’emergenza sanitaria sia stata (e probabilmente lo è tutt’ora) un grande spartiacque dell’intrattenimento, si sapeva. Da un lato sono fiorite le produzioni online e piattaforme streaming come Netflix, Prime Video o Disney+, solo per citare le major più grosse, che hanno potuto prosperare in un terreno incredibilmente fertile e ricco di richiesta. Dall’altra parte, però, c’è stata una totale crisi sull’aspetto del “reale” e ogni giorno che passa sembra sempre più consolidarsi. Lo spettatore non è più invogliato, o forse è ancora spaventato, ad andare in sala, che si parli di cinema o ancor meno di teatro. Le frequenti chiusure di strutture anche di stampo storico, ne sono a dimostrazione.

È il caso di Milano, che subisce in queste giornate due durissimi colpi: il primo è l’annuncio sofferto della prossima chiusura del “Teatro i” di via Gaudenzio Ferrari 11, zona Darsena, che non riaprirà nel 2023. Dopo 18 anni di attività, i gestori si ritrovano costretti a chiudere, a causa di molti ostacoli come, riportando dal loro comunicato, “l’aumento delle sale in città fino alle maggiori difficoltà per accedere a finanziamenti pubblici e privati”. Il comunicato, firmato dai gestori Renzo Martinelli, Federica Fracassi, Francesca Garolla, si conclude con una frase che fa riflettere molto sui tempi bui che la cultura sta ora vivendo: “nel 2016, avevamo lanciato una campagna di solidarietà il cui motto era ‘Non vogliamo resistere, vogliamo esistere’. Abbiamo resistito per sei anni ancora, ma in questi sei anni abbiamo potuto esistere solo estemporaneamente. Ed è per questo, con molto orgoglio e molta felicità per le cose fatte e molto, moltissimo dispiacere per quelle che non riusciremo a fare, che chiudiamo questo lungo e, per noi, incredibile percorso.”

Il secondo “dramma”, per rimanere in tema, è la chiusura del Nuovo Teatro di Milano. Nato il 22 dicembre del 1938 affacciandosi in Piazza San Babila, esso è stato progettato dall’architetto Emilio Lancia ed inaugurato dagli spettacoli “Ditegli sempre sì” e “Natale in casa Cupiello” dei fratelli De Filippo, raccogliendo sempre più consensi, arrivando ad avere i grandi del Teatro come ospiti tra cui Totò, Anna Magnani, Paola Borboni, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e tanti altri, combattendo e resistendo addirittura al regime fascista dell’epoca con l’arte, fino ad arrivare ad oggi. Le cause, ufficialmente ancora sconosciute, potrebbero rifarsi a molte motivazioni, tra cui gli effetti delle ripetute restrizioni sanitarie dovute alla pandemia, la sempre più crescente crisi economica che porta lo spettatore a fare delle scelte o, anche e semplicemente, un mero disinteresse da parte delle nuove generazioni in quanto i tempi, come è sempre stato e sempre sarà, cambiano. Si vocifera, però, che lo storico Teatro sarà sostituito da un’attività commerciale, probabilmente il ristorante “Nusr Et” di Salt Bae, il personaggio virale su internet che sala le bistecche, vendute poi a peso d’oro, facendo cadere i granelli dal gomito con la mano a becco d’oca. Indubbia la grave perdita per la città che “smarrisce” un pezzo di storia.

 

Emanuele Olmo

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. Speriamo che il progetto di disintegrazione sociale in atto si interrompa in tempo e sale come quella del Nuovo possano esser riportate in vita .. troppo ottimista per i 2 casi ??! .. tutto sembra perduto ma .. in questo periodo i tempi si son fatti talmente rapidi che l’inversione di marcia potrà verificarsi in un attimo, ad uno sbatter di ciglia o premendo un bottone.
    Per il momento non possiamo che constatare che “sono sempre i migliori che se ne vanno” (a partire dal Teatro Nuovo)
    ..
    “Non esiste più la mezza stagione”
    https://www.youtube.com/watch?v=Xh2zJTppRhY

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here