Stufetta elettrica per raggiungere i 20 grandi in casa. L’Atc: “Problema degli inquilini”

“Mia mamma, che abita nelle case Atc di via Neghelli, deve accendere la stufetta elettrica per alcune ore prima che, in casa, abbia almeno 20 gradi. Ma, secondo l’Atc: ‘non sono problemi che la riguardano’”. E’ furente con l’Agenzia Territoriale per la Casa una vercellese molto conosciuta in città che ha scritto su Facebook un amaro sfogo.

Racconta a TgVercelli: “Adesso in quella casa abita mia mamma, che tra l’altro è ammalata, ma per molti anni, prima di sposarmi, ci ho abitato anch’io e possono dire che, eccezion fatta per alcuni periodi di quiete, è stata una lotta continua”.

”Quest’anno – continua la nostra interlocutrice – i problemi sono incominciati il primo giorno di accensione dei termosifoni, e cioè  il 15 ottobre: gli inquilini hanno sentito la caldaia mettersi in moto, ma i caloriferi non si accendevano. E’ stata chiamata l’assistenza che ha assicurato che tutto era in regola. Certo, in regola quando sono finalmente arrivati a controllare. Dopodiché, visto che i termosifoni continuavano ad essere solo tiepidi, è stato chiesto alla ditta su quanto gradi era stata regolata la temperatura dell’acqua: la risposta è stata raggelante: quaranta. Poi però ci è stato detto, con magnanimità, che era stata portata a 45. Troppa grazia”.

La vercellese che protesta dice che, da allora, la situazione non è migliorata e che sua mamma, per raggiungere i sospirati 20 gradi deve accendere in continuazione la stufetta. “E c’è da notare che l’alloggio di mia mamma in teoria è il più caldo perché ci passano sotto i tubi del riscaldamento”.

Cosicché oggi, finalmente, è arrivata una super tecnica a controllare. Raccontala nostra interlocutrice: “E arrivata, ha constatato i 20 gradi e ha detto che, per lei erano più che sufficienti. Le ho fatto notare che mia mamma, ammalata, avrebbe diritto alla famosa deroga dei due grandi in più. Mi ha risposto che i gradi in più possono essere soltanto uno, secondo me sbaglia, e non solo secondo me”.

“Poi la super tecnica – continua il racconto – ha constatato che la stufetta era fredda, non credendo a ciò che sostenevamo mia mamma ed io. E ci mancherebbe, dopo ore e ore di energia elettrica a nostro carico, che non dovremmo pagare noi per un disservizio di Atc, l’abbiamo staccata. Alla nostra considerazione sull’assurdità di accendere la stufetta per ottenere quel minino di caldo che non ci consente di avere Atc, la risposta è stata che ‘è un problema nostro’ e che lei vive benissimo anche con diciannove gradi. Forse, lei. Non mia mamma ammalata”.

”A quel punto – prosegue – le ho detto che poteva anche andarsene. Lei mi ha risposto: io qui sono la proprietà, non me ne vado. Inaudito: ma come ha osato darmi una risposta del genere? Quella è casa di mia mamma, non sua”:

Durante il non proprio amichevole colloquio, per un paio di volte, la nostra interlocutrice ha chiamato il consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, segnalandogli la situazione. Riva Vercellotti ha assicurato alla donna che domani segnalerà subito il problema alla presidenza dell’Atc Piemonte Nord.

Questa la versione della signora di Vercelli su cui non abbiamo ragione di dubitare. Vedremo se l’Atc deciderà di fornire la sua: la ospiteremo volentieri.

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1 commento

  1. Fortuna che è previsto il riscaldamento per la stagione fredda ma non il condizionatore per l’estate.
    Per ora aspettiamo la replica, e poi la contro replica.
    Contro-contro replica? …

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