Stecco: “Duemila medici di famiglia andranno in pensione: chi li sostituirà?”

Il Professor Alessandro Stecco

Anni di tagli indiscriminati alla Sanità pubblica – 37 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, 25 dei quali nel peridio 2010-2015 secondo la Fondazione Gimbe – e un mancato rifinanziamento da parte dello Stato delle borse di studio integrative degli specializzandi hanno fatto sì che sempre più piemontesi non possano contare sulla fondamentale figura del medico di famiglia. Lo afferma in una nota il il presidente della commissione Sanità Alessandro Stecco. Nota in cui spiega che in Piemonte sono 291 gli ambiti carenti, senza contare che per il periodo 2018-2028 la stima è che oltre 2mila medici di famiglia andranno in pensione. Il gruppo Lega Salvini Piemonte, con il suo presidente Alberto Preioni e lo stesso Alessandro Stecco, ha quindi presentato una mozione perché i ministeri della Salute e dell’Università e della Ricerca, per tramite della Giunta regionale, si facciano carico al più presto del problema.

“A fronte del sistematico definanziamento della nostra Sanità operato per lo più da governi di centrosinistra – ricorda il presidente Preioni – è impensabile che siano le Regioni a farsi carico dei costi per le borse di studio integrative dei futuri medici di medicina generale. L’unica strada, evidentemente impercorribile, sarebbe quella di utilizzare risorse destinate ai Lea, riducendo così i livelli essenziali di assistenza. Piuttosto, i ministeri della Salute e dell’Università dovrebbero incrementare i fondi per le borse di studio, così da garantire i servizi assistenziali per i cittadini piemontesi e assorbire un imbuto formativo che penalizza migliaia di giovani medici”.

“Per i trienni che vanno dal 2016 al 2023 – aggiunge il professor Stecco – i posti complessivamente disponibili per i corsi di formazione in tutto il Piemonte sono 832, ai quali si aggiungono 93 corsisti in sovrannumero e quindi a carico della Regione. Serve un maggior sforzo del Ministero per far fronte ai pensionamenti e quindi per garantire uno standard minimo del servizio per i mutuati. Guardando all’emergenza Covid, una prima contromisura potrebbe essere quella di introdurre una modifica normativa per confermare la possibilità per i medici tirocinanti di ricoprire incarichi di sostituzione dei medici di medicina generale, a tempo determinato e per almeno sei mesi continuativi. Ma è evidente che una vera soluzione può arrivare solo dal Ministero. Sarebbe interessante anche procedere a una ridefinizione del rapporto ottimale che andrebbe avvicinato quanto più al massimale, oltre che una ridefinizione ed ampliamento degli ambiti di scelta”

“Per questi motivi – concludono Preioni e Stecco – chiediamo a gran voce di incrementare al più presto i finanziamenti per le borse di studio, di aumentare da 650 a mille la quota di assistiti per i medici in formazione al terzo anno mantenendo comunque la borsa di formazione, di semplificare l’accesso alla carriera di medico di medicina generale per i medici già in possesso di specializzazione o in sovrannumero, rivedere i rapporti ottimali e gli ambiti di scelta. In ultima istanza, suggeriamo di valutare una rimodulazione degli accessi alla facoltà di Medicina, in modo da soddisfare meglio in futuro le esigenze e i livelli minimi di assistenza delle nostre comunità”.

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1 commento

  1. Nessun problema, presto arriveranno più di 2000 robot, molto bravi, specializzati nel far le punture (i “vaccini”) … dimentichiamoci le borse di studio.. avranno borse di ferro.

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