Il sindacato infermieri chiede alla Regione di indagare su alcuni Dpi usati al Sant’Andrea

 

Vercelli – Fino a quando non sono arrivate le tute di protezione di Carlo Olmo, certificate  e traspiranti (le famose tute bianche che il Dea ha mostrato pubblicamente in una foto di ringraziamento allo stesso Olmo) e le mascherine professionali (altra donazione del filantropo vercellese) gli operatori sanitari dell’ospedale hanno dovuto utilizzare anche tute di colore giallognolo tutt’al più adatte ai carrozzieri e mascherine “brasiliane?

E’ l’inquietante interrogativo che pone oggi il sindacato degli Infermieri Nursing Up, in un comunicato stampa a firma del segretario regionale Claudio Delli Carri, insieme ad altre domande che ci preoccupano, e non poco.  Il Nursing Up chiede un’immediata indagine della Regione su questa vicenda, ponendo interrogativi davvero sconcertanti, ad esempio sull’efficacia e sugli esiti dei tamponi fatti al personale. Per quanto ci riguarda, abbiamo girato il testo all’Asl per avere una risposta che, ci auguriamo, arrivi il più presto possibile.

Ecco il testo integrale del comunicato.

 

Il sudore degli infermieri dopo l’uso delle tute gialle

“Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede alla Regione di fare immediata chiarezza su quanto sta avvenendo ed è avvenuto all’Asl di Vercelli, dove diverse scelte “discutibili” hanno creato in queste settimane di lotta al Covid 19 situazioni in cui la sicurezza e la salute degli infermieri e degli operatori poteva essere messa seriamente a rischio.

Tempo fa avevamo sottolineato come alcuni infermieri sarebbero stati utilizzati indiscriminatamente in tutti i servizi Covid e non Covid, aumentando il rischio di contagio sia degli operatori che dei pazienti. Sempre a Vercelli sono state date agli operatori le famose mascherine brasiliane, inappropriate e pericolose, da sostituire immediatamente. La penuria di dispositivi di protezione, però, è sempre stata negata dalla Direzione nonostante le nostre richieste.

Abbiamo dei dubbi anche sull’efficacia della sorveglianza sanitaria, che dovrebbe essere uniforme  per interventi e procedure. Per fare un esempio, gli operatori ammalati non saprebbero come rientrare al lavoro perché non sarebbero stati chiari gli esiti dei tamponi che, in taluni casi, sarebbero stati anche contrastanti tra quelli effettuati a Vercelli e Novara. Tutto ciò prima della nuova disposizione emessa dall’Unità di Crisi lo scorso 10 aprile, la quale finalmente ha portato un po’ più di chiarezza.

Crediamo che sia necessario che la Regione approfondisca seriamente quanto avviene all’Asl di Vercelli.

le tute gialle

L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è il fatto che almeno una parte delle tute protettive che sono state assegnate al personale in questi giorni, non sono affatto adeguate all’utilizzo che dovrebbe essere fatto in una struttura ospedaliera. Si tratta infatti di tute dal colore giallognolo, del tutto non traspiranti, che dopo sole tre ore di utilizzo nei reparti, dove la temperatura media si aggira sui 23 gradi, fanno sudare in modo abnorme e non sopportabile chi le indossa. Abbiamo colleghi che ci hanno segnalato che in tre ore si possono perdere anche tre litri di liquidi e sali, con quelle tute addosso.

Una situazione assurda, che mette ulteriormente a rischio la salute di coloro che operano in prima linea nella lotta al Covid19.

 

Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri e delle professioni sanitarie, chiede dunque alla Regione e all’Unità di Crisi di intervenire immediatamente, chiarendo ciò che accade e individuando eventuali responsabilità. Per quel che riguarda le tute che sono state usate in questi giorni e che sono del tutto non traspiranti, devono subito essere ritirate e non utilizzate in ambito sanitario così come le mascherine brasiliane. Sappiamo inoltre che grazie alla donazione di un privato sono arrivate all’Asl di Vercelli tute bianche, certificate e traspiranti e mascherine chirurgiche. Ci domandiamo che fine abbiano fatto queste tute e queste mascherine, se siano già state distribuite tutte o in alternativa dove siano finite. E ci domandiamo inoltre dove l’Asl abbia preso le tute gialle inutilizzabili e le mascherine non chirurgiche che sta invece facendo indossare agli infermieri.

 

Il Segretario Regionale Piemonte e Valle d’Aosta Claudio Delli Carri sottolinea: “La situazione all’Asl di Vercelli deve preoccupare per la sommatoria di criticità che sono state evidenziate. L’appello alla Regione è necessario per fare luce su tutti i problemi che i lavoratori hanno segnalato e noi abbiamo riportato. Il caso delle tute che sono state distribuite dall’Asl, e non sono utilizzabili negli ospedali non essendo traspirati, è solo l’ultimo di una serie di scelte che hanno creato ulteriore insicurezza in chi lavora e grandi preoccupazioni per chi ogni giorno si batte in prima linea contro il virus.

Queste tute gialle, di fattura estera, forse adatte a carrozzieri o a basse temperature, che non sappiamo da dove siano arrivate all’azienda sanitaria, tute che in sole tre ore fanno sudare i colleghi come se fossero passati sotto la doccia, sono l’esempio di come certe scelte siano fatte con estrema leggerezza, tenendo poco conto della salute degli operatori.

Far utilizzare dispositivi di protezione che poi in realtà si rivelano inefficaci a tutelare di chi li indossa è paradossale.

Chiediamo, dunque, che la Regione avvii una seria riflessione su quanto sta accadendo all’Asl di Vercelli per verificare se vi siano delle responsabilità su delle scelte onestamente inaccettabili.

Mentre all’Asl chiediamo di intervenire immediatamente a sostituire tutti i dispositivi di protezione inadeguati con quelli più idonei e corrispondenti alle direttive del Ministero.

Se già la lotta al virus è durissima, infatti, una gestione improvvisata che crea ulteriori problemi rischia di trasformarla in una impresa impossibile”.

 

 

 

 

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