Sia avvicina la nuova palazzina medica al Sant’Andrea: approvato in Regione lo schema di indirizzo strategico

L’ospedale Sant’Andrea di Vercelli

Prende corpo la realizzazione della nuova struttura medica per accogliere il Dea a Vercelli, un progetto che vedrà realizzata una struttura da 50mila metri quadri per il costo stimato di 155 milioni di euro che potrebbe essere costruita sul terreno retrostante l’immobile esistente e già di proprietà dell’Asl Vc. Si tratterebbe, come già anticipato mesi fa (leggi qui) di una struttura più piccola dell’ospedale, dove saranno radunati i principali Servizi di Urgenza ed Emergenza (Dea, sale operatorie e Rianimazione) e di supporto (Sterilizzazione) per sgravare il Pronto Soccorso vercellese, che come noto è ormai inadeguato dal punto di vista strutturale e mantiene la sua eccellenza ed efficienza solo grazie all’impegno dei medici e degli infermieri.

Oggi in Regione è stato approvato il programmazione di indirizzo strategico generale per la realizzazione di sei nuovi ospedali: tra questi la nuova struttura a Vercelli e poi a Torino, Ivrea, Savigliano, Alessandria e Cuneo. “La Regione Piemonte compie un altro importante passo verso il potenziamento e la modernizzazione delle strutture sanitarie sul territorio. Dopo l’avvio del cantiere del Parco della Salute di Torino e l’imminente bando per la costruzione della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara, si delineano nuovi orizzonti organici e razionali di organizzazione della rete sanitaria sul territorio regionale per livelli di competenza e azioni di ammodernamento infrastrutturale. Sono grato al Consiglio regionale che ha sostenuto con ferma convinzione e determinazione questo nuovo piano di investimenti in edilizia sanitaria da quasi un miliardo e 300 milioni di euro”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, commentando l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di sei nuovi presidi ospedalieri in Piemonte.

“La necessità per la Regione di innovare e riorganizzare la rete ospedaliera piemontese – continua l’assessore Icardi – nasce non solo dall’esigenza di un miglioramento degli aspetti gestionali e strutturali risultati critici, ma anche a seguito della eccezionale sollecitazione ai servizi sanitari nazionale e regionali che si é dovuta fronteggiare a causa della pandemia. Con questo piano andiamo ad intervenire su realtà del patrimonio sanitario piemontese che hanno evidenziato condizioni e stato d’uso obsoleti e generato rilevanti costi di gestione e di manutenzione, con l’obiettivo di migliorare l’umanizzazione dei servizi sotto il profilo della qualità delle strutture, delle relazioni con il cittadino/paziente, dell’efficacia delle prestazioni e della competenza professionale. Il sistema sanitario sta affrontando una profonda trasformazione rivolta non solo all’innovazione del modello organizzativo ed alla tecnologia, ma soprattutto ad una rivisitazione del rapporto servizi-paziente, con conseguenze sui diversi livelli del sistema stesso, istituzionale, professionale, gestionale e sociale. Una rivoluzione che il Piemonte sta affrontando in modo complementare sia sul fronte degli ospedali che su quello dell’assistenza primaria sul territorio”.

Sul piano finanziario, gli interventi sono “valutabili dall’Inail nell’ambito dei propri piani triennali di investimento” come ha spiegato la Regione, ma resta aperta la possibilità di attivare altre tipologie e forme di finanziamento.

Il presidente della commissione Sanità, il leghista Alessandro Stecco, è intervenuto nel corso del dibattito per l’approvazione della proposta sottolineando: “Si tratta di una proposta fondamentale perché mette a disposizione, attraverso l’Inail, 1,28 miliardi di euro per un piano di edilizia sanitaria che ad oggi non aveva copertura economica né era in grado di rispondere alle necessità del Piemonte. Al nostro assessore alla Sanità Luigi Icardi va quindi il merito di aver effettuato, anche grazie all’Ires, una saggia valutazione della situazione complessiva. Uno studio scientifico sul tasso di obsolescenza delle strutture che si è tradotto in una programmazione basata sulle reali priorità della nostra edilizia sanitaria. Perché non è solo importante costruire un ospedale: occorre valutare dove realizzarlo, stimarne la cubatura, calcolarne i posti letto, immaginare una trasformazione della sua organizzazione, dell’impiego delle nuove tecnologie, del rapporto con i pazienti anche in termini di umanizzazione. Un punto, quest’ultimo, fondamentale, perché rappresenta il contatto tra il malato e il personale sanitario. Passaggi che sarebbero molto difficili da calare su un patrimonio così obsolescente e quindi inefficiente e con servizi inidonei”.

“Guardando al masterplan di un’azienda medio piccola come quella di Vercelli – ha continuato il presidente leghista della commissione Sanità –, nei prossimi dieci anni per tamponare la situazione si spenderebbe più o meno la stessa cifra che servirebbe per costruire una struttura nuova e più adeguata alle necessità del territorio. Un’azienda sanitaria che, come il Sant’Andrea di Vercelli, non seguirebbe più gli standard degli anni ’60, quando si offrivano 1.200 posti letto, ma che sarebbe sempre di più un volano lavorativo ed economico per la sua comunità. E il piano che abbiamo votato oggi va proprio in questa direzione, con altri sei presidi fondamentali dopo quelli immaginati nella scorsa legislatura. Strutture moderne che raccolgono la necessità della maggiore capillarità dei piccoli ospedali e della Sanità territoriale, come anche la pandemia ci ha insegnato”.

“Resta la grande necessità di superare la carenza di medici e specialisti – ha concluso Alessandro Stecco , oltre che di dotare del giusto organico il personale sanitario senza dimenticare la riorganizzazione auspicabile dei modelli ospedalieri e territoriali. Confidiamo che il Governo lavori insieme con la Regione per raggiungere questo obiettivo”.

“Una delibera attesa – ha sottolineato nel suo intervento il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – perché porta in dote nuovi ospedali a una rete sanitaria vecchia, come purtroppo il Covid ha dimostrato. Sei nuove strutture che si aggiungono alle due previste dalla delibera dell’allora assessore Saitta, compresa quella del Vco di cui ben conosco le vicissitudini. Un territorio prettamente montano e con le sue peculiarità per il quale la precedente amministrazione aveva pensato a un ospedale unico sulla collina di Ornavasso, sopprimendo quelli di Domodossola e di Verbania. Una soluzione impraticabile alla prova dei fatti, anche perché avrebbe privato le nostre comunità di un fondamentale indotto economico. Oggi, grazie anche alla collaborazione dell’assessore Icardi, non si parla più di un ospedale unico, ma di nuovi presidi per il Verbano-Cusio-Ossola. Una procedura che può già contare su uno studio dell’Ires, oltre a essere seguita da un gruppo di lavoro composto da Assessorato, Asl e appunto da Ires”.

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5 Commenti

  1. I più “arretrati” di noi erano fermi al S.Andrea esempio di efficienza e pullulante di “eccellenze” .. ora scopriamo grazie agli scienziati della Regione che è tutto da rifare: il S.Andrea è strutturalmente obsoleto! .. vecchi sistemi .. palazzoni dove al piano terreno seguiva il primo e poi il secondo e il terzo .. ora si ragione in termini di palazzine e .. “Guardando al masterplan … un progetto che vedrà realizzata una struttura da 50mila metri quadri per il costo stimato di 155 milioni di euro” .. efficiente!
    un metro quadro per abitante (africani compresi .. a régime) .. che si stia pensando ad una sobria accoglienza in caso di necessità pandemiche ?? … https://www.lindipendente.online/2021/02/26/la-germania-ha-allestito-centri-di-detenzione-obbligatoria-per-chi-rifiuta-la-quarantena/

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