Sgominata dalla Mobile la “banda degli abbracci” che derubava gli anziani vercellesi

E alla fine li hanno presi, e adesso sono in carcere. Con un’operazione di polizia davvero straordinaria, la Squadra Mobile di Vercelli, guidata dal commissario capo Gianluca Tuccillo, ha assicurato alla giustizia una giovane coppia rom di origine bosniaca, ma a tutti gli effetti italiani, lui 28 anni, lei 26, che derubava, e talvolta  rapinava, anziani vercellesi con la tecnica “dell’abbraccio”. La donna, che era già ospite in una casa protetta del Torinese e sulla quale erano già state avviate le pratiche affinché le fosse tolta la potestà genitoriale, contava evidentemente sul fatto di avere tre figli, di cui uno di pochi mesi, per evitare il carcere, ma la magistratura vercellese ha ritenuto che usasse i figli per compiere i reati e dunque ha ordinato pure per lei la custodia cautelare in carcere, insieme al compagno. I figli, che sono anche del compagno finito in cella, sono rimasti nella comunità torinese

Quattro gli episodi accertati, ma evidentemente ce ne sono stati altri su cui la Mobile sta indagando, tutti avvenuti in città e in pieno giorno. Alla fine di marzo una ultraottantenne viene avvicinata dalla giovane rom che le chiede l’elemosina: la donna ha una neonata in braccio e la signora vercellese si fa impietosire. Con la scusa di ringraziarla, la giovane l’abbraccia e le sfila il portafoglio con il bancomat. Quando l’anziana vercellese di accorge del furto e lo denuncia, la sconosciuta e il convivente (che la aspettava in macchina) avevano già fatto tre prelievi al bancomat.

A metà aprile, i due avvicinano un’altra donna, stavolta di 74 anni: solito copione, solito abbraccio e la signora di Vercelli si accorge di non avere più l’orologio al polso. In questi episodio le telecamere in zona individuano la targa del veicolo e vedono anche il volto dell’uomo al volante, che però ha la mascherina.

A fine aprile, terzo colpo: con la bimba più piccola in braccio e gli altri due figli, di 3 e 5 anni al seguito, la giovane rom stavolta deruba del portafogli un uomo di 84 anni. Infine, a metà maggio, con la solita tecnica dell’abbraccio, altro furto di un portafogli stavolta ai danni di una signora di 89 anni.

La Mobile intanto si è già messa al lavoro, aiutata anche dal fiuto di verificare la carta di un gelato trovata nell’area in cui era stato commesso uno dei colpi: la vittima si era ricordata che uno dei figli della donna stava mangiando il gelato. Attraverso la carta, si arriva alla gelateria, che ha le telecamere: e da lì si risale alla targa.

L’uomo viene individuato (ha diversi precedenti penali, sempre di odiosi furti agli anziani) non senza qualche difficoltà perché in quanto rom è senza fissa dimora e, successivamente, viene individuata pure la donna, con gli stessi precedenti. Dice il commissario capo Tuccillo: “Veri professionisti, che vivono di questo”.

Ma stavolta gli è andata male. Procura e Gip avviano le procedure per gli arresti, riconoscendo, in uno dei tre casi, dove l’abbraccio era stato eccessivamente prolungato, anche il reato di rapina, oltre che di furto aggravato, in concorso per entrambi. E l’altra mattina sono scattati gli arresti: prima lui, con  la collaborazione dei vigili urbani di Chieri – l’uomo è stato arrestato per primo in modo che non potesse avvertire la donna che la polizia era sulle loro tracce – poi è stata fermata anche lei.  E, come detto, le indagini proseguono.

Edm