Settantottenne di Arborio spara ad una nutria nel giardino di casa: intervengono i Carabinieri

Brutta avventura per un residente ad Arborio, di 78 anni, pensionato, che l’altro giorno ha deciso di uccidere una nutria che aveva sorpreso nel giardino di casa sparandole con il fucile da caccia regolarmente detenuto. I vicini dell’abitazione, che si trova nel centro di Arborio, spaventati dai colpi e sapendo che in quella casa abita una coppia di anziani, hanno chiamato i Carabinieri. Gli uomini dell’Arma giunti sul posto hanno sequestrato l’arma dell’uomo, che in ogni caso non era riuscito a colpire la nutria, e lo hanno deferito alla Procura della Repubblica di Vercelli per esplosioni pericolose perché la traiettoria delle esplosioni era diretta verso altre abitazioni con il rischio di ferire dei passanti.

L’anziano, alla luce di quanto accaduto, è stato segnalato alla Prefettura per la revoca del titolo autorizzatorio della detenzione armi.

 

 

I Carabinieri, visto l’accaduto, tengono a sottolineare che la detenzione di armi da parte di persone anziane o sofferenti di gravi patologie invalidanti, a seguito di ripetuti tragici eventi, ha portato il legislatore a promulgare il decreto legislativo n. 121 del 29 settembre 2013 che ha introdotto diverse novità in tema di controlli per l’acquisizione e la detenzione di armi (bianche, da sparo o da fuoco).

 

L’iter giuridico imposto dalla legge ai detentori di armi ed alle FF.PP. deputate al controllo, è così riassunto:

 

  1. entro il 4 maggio del 2015 chi deteneva armi doveva presentare il certificato medico di idoneità psicofisica alla detenzione; in pratica lo stesso certificato richiesto per il rilascio del nulla osta all’acquisto, previsto dall’art. 35 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
  2. la certificazione doveva attestare che il richiedente non fosse affetto da malattie mentali oppure patologie che ne diminuivano, anche temporaneamente, la capacità di intendere e di volere ovvero non risultasse assumere, anche occasionalmente, sostanze stupefacenti e psicotrope oppure di abusare di alcol.
  3. il certificato medico in questione era rilasciato dal medico provinciale o dall’ufficiale sanitario (attualmente Asl) o da un medico militare.
  4. erano esentati dall’obbligo di presentazione coloro che nei sei anni antecedenti l’entrata in vigore del decreto, avessero già consegnato il certificato al momento della richiesta di una licenza di porto d’armi o di un nulla osta all’acquisto di armi.
  5. le persone che entro la data di scadenza non avessero provveduto a consegnare il certificato agli uffici di Polizia o Carabinieri che avevano ricevuto le denunce di detenzione, avrebbero ricevuto una diffida per la presentazione del certificato stesso. Se nei successivi 30 giorni la certificazione fosse stata presentata, sarebbe stato avviato il procedimento finalizzato al divieto di detenzione.
  6. Il richiedente, sottoponendosi agli accertamenti, era tenuto a presentare un certificato anamnestico, rilasciato dal medico di fiducia, di data non anteriore a tre mesi.
  7. Il medico accertatore poteva richiedere, ove ritenuto necessario, ulteriori specifici esami o visite specialistiche, che dovevano essere effettuati presso strutture pubbliche.

Con il Decreto Legislativo nr.104 del 10/08/2018, in attuazione di specifica direttiva comunitaria, sono state apportate alcune modifiche alla norme in materia di armi. In particolare:

  1. è stato previsto l’obbligo di presentare ogni cinque anni un certificato medico attestante i prescritti requisiti di coloro che detengono le armi, anche in collezione. Tale certificato medico poteva essere rilasciato dal settore medico-legale delle ASL, o da un medico militare, della Polizia di Stato o del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in servizio e da esso doveva risultare che il soggetto detentore di armi non era affetto da malattie mentali oppure da vizi che ne diminuivano anche temporaneamente la capacità d’intendere e di volere.
  2. la certificazione medica doveva essere presentata all’ufficio locale di pubblica sicurezza (Commissariato di P.S. competente in base alla residenza dell’interessato) o, in assenza, al locale Comando dell’Arma dei Carabinieri.
  3. nella fase di prima applicazione della nuova normativa – entrata in vigore il 14 settembre 2018 –  ai suddetti detentori di armi, è stato concesso un anno di tempo per produrre tale certificato medico. Allo scadere dell’anno, pertanto (14 settembre 2019), gli Uffici di P.S. hanno provveduto a diffidare formalmente i singoli interessati, affinché ottemperassero alla produzione della certificazione entro i successivi 60 giorni, decorsi i quali, in mancanza di tale presentazione, le armi dovevano essere ritirate cautelarmente dalle Forze di Polizia ex art. 39 T.u.l.p.s., e trasmessi gli atti al Prefetto per la successiva emissione del divieto detenzione armi.

 

 

 

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. Qualsiasi cittadino dotato di senso civico deprecherà con me alcuni aspetti del gravissimo tentato-nutricidio:
    1. Si tratta di un settantottenne, che come tale dovrebbe ormai sottoporsi a visite di controllo vaccinarsi perché fragile e limitarsi a dar i semi ai piccioni e la verdura dell’orto alle nutrie
    2. Sparando al roditore ha rischiato di uccidere i vicini: come è noto le Nutrie amano volare ad altezza d’uomo.. e poteva comunque essere colpito qualche umano, di sponda,
    3. la Nutria è specie protetta dall’Unesco, a rischio di estinzione, soprattutto nei centri storici
    4. dovrebbero dargli il foglio di via.. che se si trasferirà a Roma avrà più facili bersagli: cinghiali, suinidi.. ed altri obiettivi ai quali farebbe benissimo a sparare.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here