“Sei diverso, non corri” e la squadra si ritira

“Tu sei diverso, non puoi gareggiare”. E la squadra si ferma con lui. Succede a Bornate, frazione di Serravalle, durante una gara di ciclocross. Andrea, giovane 16enne di Viverone, nel Biellese, partecipa, come succede sempre ormai da tre anni – anche se in squadra corre dal 2010- insieme conaltri dieci ragazzi che fanno parte del team Flower Bike di Villareggia, cittadina alle porte del Torinese.

Gli organizzatori avevano chiesto al giovane atleta, che corre con una licenza speciale, di partire dopo gli altri. Il che l’avrebbe naturalmente lasciato ai margini della gara. Perché “Se non può correre noi non corriamo” hanno detto a gran voce. Tutte le squadre hanno protestato schierandosi con il giovane biellese, ma gli organizzatori sono stati irremovibili. Così i dieci atleti, di età compresa tra i 13 e i 17 anni hanno deciso di tornare in sede a festeggiare quella che per loro è comunque stata una vittoria.

«Siamo orgogliosi di questi ragazzi che anche se giovanissimi hanno voluto metterci la faccia – spiega l’allenatore Cristian Peterlin -. Fino a oggi i problemi legati a nostro atleta li abbiamo affrontati con le buone ma è servito a poco, siamo stati in pratica ignorati».
Il biellese è uno dei due atleti in Italia che partecipa regolarmente a gare con la tessera speciale «Intellettual Disability», frutto di un accordo tra la Fisdir, federazione che si occupa di sport paralimpici degli intellettivo relazionali e la Federazione Ciclistica. «L’accordo è partito nel 2012 e dice che possono gareggiare, ma senza specificare bene come – prosegue l’allenatore del ragazzo -. Di base dovrebbe avere sempre un accompagnatore, siamo riusciti a far cambiare le cose dimostrando che era in grado di affrontare la corsa da solo. Nella mountain bike ce l’abbiamo fatta, ha corso nel cross country una gara di 48 chilometri con duemila metri di dislivello senza problemi»

Intanto la squadra ha già deciso di muoversi nelle sedi opportune per far correre Andrea. ” Siamo stufi di combattere in silenzio e con discrezione – dicono-. Lo facciamo da ormai troppo tempo…e non è servito.
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1 commento

  1. Bella dimostrazione di affetto e amicizia di tutta la squadra. l problema tuttavia sussiste, immaginiamo se (come può capitare a ogni atleta) il ragazzo fosse caduto durante la gara, magari con conseguenze gravi .. cause su cause .. titoloni sui giornali: irresponsabili! … perizie su perizie .. certo la fiducia nel valore dei CTU del Tribunale è GRANDE .. o forse no, e per questo nessuno vuol assumersi la responsabilità di dire un chiaro “si!”?

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