I Riti della Settimana Santa con qualche novità: l’omelia dell’arcivescovo prima della Processione delle Macchine

Una suggestiva immagine del Crocifisso di Sant’Andrea in processone (Foto Renato Greppi)

Questa mattina, in sala giunta, il sindaco Andrea Corsaro, il vicario generale dell’arcidiocesi Mario Allolio, il maestro di Cappella del Duomo Denis Silano e l’assessore agli Eventi Mimmo Sabatino hanno esposto il programma delle funzioni religiose e popolari previste per la Settimana Santa, con il ritorno, dopo due anni, causa Covid, alla Processione delle Macchine la sera del Venerdì santo.

Giovedì, in tutte le chiese cittadine, è prevista la “Visita ai Sepolcri”, cioè agli altari della Reposizione in cui è deposta l’Eucarestia. Poi, Venerdì, l’atteso ritorno alla Processione delle Macchine per le vie del centro, lungo un percorso leggermente rinnovato rispetto a quello del 2019 e degli anni precedenti, per evitare le strade troppo strette – ha chiarito il sindaco – come via San’Antonio e la discesa dal Rialto in piazza Cavour, sempre a causa delle precauzioni anti-Covid.

Ed il percorso delle nove  “Macchine”, come TgVercelli aveva anticipato otto giorni fa, sarà il seguente: basilica di Sant’Andrea, via Guala Bicchieri, piazza Sant’Eusebio,  piazza D’Angennes, via Duomo, via Gioberti, piazza Cavour, via Galileo Ferraris, basilica di Sant’Andrea. Sempre a causa delle norme di sicurezza contro il Covid, nessuno entrerà in chiesa, come avveniva solitamente: l’arcivescovo Marcoi Arnolfo (e questa è una novità assoluta) pronuncerà la sua tradizionale omelia del Venerdì Santo prima della partenza del corteo religioso, alle 20,30,  e poi, alla fine, impartirà la benedizione ai fedeli sul sagrato della chiesa.

La storica via Crucis, le cui origini risalgono al 1759, anche se la Processione vera e propria di tutte le Macchine delle Confraternite la sera del Venerdì santo si deve ad una decisione presa dall’arcivescovo Alessandro D’Angennes nel 1833,  sarà accompagnata dalla lettura di testi sacri ricavati dai Vangeli (alcune letture sono a cura delle Suore della Trasfigurazione di Sant’Andrea) e da inni sacri scelte da monsignor Silano: polifonie del Cinquecento dei maestri Marco Antonio Ingegneri e Tomas Luis da Victoria, del Seicento vercellese e di autori contemporanei come lo stesso monsignor Silano, Italo Bianchi e Carlo De Martini. Come sempre, l’arcivescovo prenderà parte alla processione con l’ostensione delle Reliquie della Croce. Per tutti i fedeli al seguito del sacro corteo (portatori delle Macchine a parte) è consigliata la mascherina Ffp2.

Il maestro di Cappella del Duomo ha scelto anche gli inni sacri che saranno poi eseguiti domenica mattina alle 6 nella Messa con lo Scoprimento del Cristo, antichissimo rito eusebiano di cui si parla già in un Codice del 1372 custodito nella Biblioteca Capitolare della Cattedrale. Quest’anno, com’era già avvenuto nel 2021, si ritorna alle origini dello Scoprimento del grande Crocifisso Ottoniano dell’Anno Mille, che avveniva prima della Messa celebrata dall’arcivescovo e non durante, perché si trattava del primissimo atto della Pasqua. Tornando alle musiche Sacre che saranno eseguite quel giorno, si ascolteranno l’antifona del Sebit Angelus e Polifonie di Pietro Heredia.

Infine tra le novità significative di questa Settimana Santa vercellese, un progetto realizzato dal Comune in collaborazione con l’Arcidiocesi: una serie di video disponibile da oggi, a partire dalle 17, e per sei giorni consecutivi sul canale YouTube, sulla Pagina Facebook e Instagram della Città di Vercelli intitolata “Crocifissi: storie e riti”. Nel documentario a puntate sarà raccontata la storia dei Crocifissi nelle chiese vercellesi e dello Scoprimento del Cristo. il lunedì di Pasquetta il documentario, accompagnato da brevi commenti dell’arcivescovo e del sindaco, sarà trasmesso in versione integrale.

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1 commento

  1. Qualche modifica era da immaginare, non foss’altro per dar segno (a Roma) di zelo e credulità.. nel Credo del Ministro Speranza.. se non per mancanza di Fede in Dio. e s’è optato per il più semplice “aiutati che Dio t’aiuta”.
    Dopo averci ripensato per qualche giorno (da quando s’è saputo del nuovo percorso) ho scoperto i lati positivi della decisione. Per esempio si sarebbe potuto (io lo temevo) ridurre a 5 oppure anche a 3 o 4 il numero delle “macchine”, invece s’è mantenuto il numero di 9.. e stabilire una distanza tripla del metro di legge fra i fedeli.. e mettere i vigili urbani nei tratti difficili con curve o pavé.. anche i portantini avrebbero dovuto usufruire di prolunghe. Ma non sarebbe servito perché si sa che il virus covid ama creare ressa nelle curve e nei “colli di bottiglia”. Attardarsi presso i bar. Loro sono ancora molto “sociali”.

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