Il presidente della RSA Perazzo di San Germano si dimette: “Abbandonati dalla Regione “

Riceviamo e pubblichiamo

Il nuovo CdA della RSA P. Perazzo si era insediato il 21 dicembre dello scorso anno, dopo più di un 1 anno di commissariamento voluto dalla Regione, potendo di fatto iniziare la propria attività da metà gennaio 2021 a causa del periodo pandemico che limitava fortemente gli accessi.
Nonostante le ovvie difficoltà che si sarebbero incontrate tutti i componenti avevano accettato l’incarico con spirito di beneficenza e volontà per portare il proprio servizio e per migliorare e potenziare la struttura.
Non si nega che da subito si sono riscontrate tutta una serie di problematiche di natura amministrativa che non si pensava di trovare visto il recente commissariamento e considerato che tra i compiti di quest’ultimo ricadevano anche le operazioni di razionalizzazione.
Ma ad ogni difficoltà c’è la soluzione e con più impegno e tempo di quanto si pensasse di dover occupare si è iniziata l’attività a piccoli passi con la sempre dovuta attenzione alle figure deboli da tutelare.
Si è proceduto a ripristinare e modificare il programma contabilità che con il passaggio a Fondazione non era più adatto dal 25 novembre passato, si sono poste interrogazioni all’ANAC per sanare le gestioni affidate in violazione al codice appalti, si è intervenuto nel controllo della struttura intervenendo dove vi erano problematiche così come si è intervenuto nell’analisi dei costi ottenendo dovute note di credito.
Insomma nella struttura c’era molto da fare ma c’era, nella conclamata difficoltà di cui la pandemia era protagonista, il coraggio di continuare confidando anche negli enti superiori che avevano promesso aiuti.
Uno dei problemi principali erano infatti i posti vuoti mantenuti per molti mesi e l’interruzione dei contributi per i convenzionati ASL.
A luglio però è arrivato il peggior fulmine a ciel sereno appreso leggendo i giornali e le asserzioni dell’Assessore Caucino che affermava che erano stati distribuiti 6.000.000 € a circa 370 strutture in regione.
Conoscevo tale promessa ma attendevo come molti altri la comunicazione del termine entro il quale si sarebbe potuta fare la domanda di aiuto alla Regione.
Ho iniziato pertanto a fare telefonate ad altre strutture ed in Regione e man mano che andavo avanti scoprivo anomalie sempre più grosse che colmavano i miei dubbi.
Tante troppe strutture in Piemonte non avevano fatto domanda, circa il 50% non sapeva del contributo e non aveva ricevuto nessuna comunicazione.
Parliamo di un contributo a “posto letto” non convenzionato ma autorizzato dall’ASL di competenza, un numero che alla Regione ed alle ASL doveva essere ben noto.
Ma allora perché da febbraio non c’è stata nessuna comunicazione stampa dalla Regione in tal senso? Perché non avvisare tutte le strutture interessate? Perché la politica non doveva fregiarsi di aver messo sul piatto 6 milioni di €? Voglio ricordare che la maggior parte erano soldi che semplicemente NON erano stati dati alle RSA per i posti convenzionati. Erano soldi che servivano a tutelare le strutture ed i nostri anziani (parole di Cirio).
Ebbene non solo il sito della Regione ha taciuto ma addirittura (o peggio ancora) le mail che sono arrivate dall’ASL (a chi sono arrivate) indicavano un destinatario del contributo completamente diverso.
Era sta infatti inviata una e-mail che testualmente riportava “contributi per strutture NON convenzionate).
Perché scrivere una cosa del genere se il contenuto del bando era diverso?
Certo della buona fede dell’ASL mi chiedo allora chi abbia detto o passato al responsabile tale informazione mendace.
Sorge poi un’altra domanda….se l’ASL dava indicazioni sbagliate e la regione taceva nei canali comunicativi perché strutture convenzionate hanno richiesto ed ottenuto tale contributo? Magari perché correttamente suggerite da qualcuno?
O perché ogni giorno controllavano il B.U. della Regione Piemonte? Risulta davvero poco credibile.
Il risultato è stato comunque uno solo e certo, più del 50% delle strutture regionali non hanno chiesto l’aiuto pur avendone diritto per il semplice fatto che non erano state informate o male informate.
Agli occhi di chi scrive sorge la malizia….forse la torta era troppo piccola e si voleva ridurre la platea dei richiedenti?
Come cittadini e volontari possiamo far fronte alle difficoltà, trovare le soluzioni o cercare di migliorare la situazione ma quando ti rendi conto che a tradirti o a non considerarti è la Regione allora tutte le motivazioni cadono.
Scoprire o rendersi conto o solo pensare che la Regione abbia fatto figli e figliastri nella distribuzione di aiuto per i nostri anziani è intollerabile e porta chi scrive, e che ha lavorato gratuitamente, a rassegnare le proprie dimissioni a cui sono seguite quelle dell’intero CdA.
Una risposta forte, qualcuno dirà “egoistica” ma che vuol dare un segnale in un sistema che ha risposto sommessamente e silenziosamente a tale probabile iniqua modalità di elargizione di aiuti.
La Fondazione P.Perazzo è una struttura per anziani vigilata dalla Regione ma NON aiutata, bene lascio allora alla Regione in qualità di controllore anche l’onere di gestione e nel contempo invito i silenziosi rappresentanti politici del territorio a dedicare a turno il proprio tempo all’amministrare di strutture simili.

A malincuore
L’ex Presidente della Fondazione P.Perazzo.
Andrea Innocenti

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4 Commenti

  1. L’8 di agosto era appena terminato.. senza quasi neppure una notizia. (a parte il bollettino del covid.. che non è una “notizia” contenendo indicazioni certamente “obbligate” ma anche fuorvianti).. il giorno 9 incomincia con una piccola “bomba”. Mi parrebbe POSSIBILE, anzi, probabile, possa essere tutto VERO.. sia chiaro, niente di veramente Nuovo. Ma è “nuovo” che tutto ciò sia scritto (fra l’altro da uno qche si chiama Innocenti!) a… caratteri di piombo!

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