Il Presidente della Provincia Botta scrive alla Regione sulla Novara-Varallo: “No a trasformarla in una pista ciclabile. Ci va visione”

Il Presidente della Provincia Eraldo Botta

 

Il Presidente della Provincia di Vercelli, Eraldo Botta, ha inviato un lettera al Presidente della Regione, Alberto Cirio, e all’assessore ai trasporti, Marco Gabusi, perorando ancora una volta la causa della ristrutturazione e riapertura della tratta ferroviaria Novara-Varallo, in opposizione all’idea di trasformare il collegamento in una pista ciclabile come parrebbe invece venire fuori da un bando regionale che finanzia lo studio di piste ciclabili in alternativa alle linee ferroviarie in disuso.

“Non vi nascondo di essere rimasto attonito e provo a illustrarvene le ragioni. La questione che pongo è in termini di visione” scrive il Presidente Botta per poi sottolineare come, i collegamenti ferroviari, ad esempio con le nuove tecnologie ad idrogeno allo studio su convoglio in realizzazione ad esempio a Savigliano, siano in realtà il futuro dei trasporti. Prosegue Botta: “Io sono certo che anche la nostra Regione, come la vicina Lombardia, abbia piani ambiziosi e magari pioneristici in questo senso ma iniziative come quella di finanziare 10mila euro di studi per una pista ciclabile che sostituisca i binari di una ferrovia dismessa insinuano in me il dubbio e non riesco a comprenderle fino in fondo”.

“Ben vengano – scrive ancora Botta -, s’intenda, le piste ciclabili, utile ausilio alla sicurezza sulle strade quando realizzate, con le dovute caratteristiche, a lato delle strade ad alto scorrimento. Quando però, a fronte della motivata richiesta che un insieme di territori (vercellese, valsesiano e novarese) lancia in favore della riapertura al trasporto passeggeri di una tratta ferroviaria sospesa ( Novara-Varallo), auspicando, perché no, anche la possibile sperimentazione di nuove forme di mobilità, insieme alle legittime valutazioni di sostenibilità economica si muovono percorsi di questo tipo, la risposta che sembra emergere è che anziché concentrare le risorse su un progetto serio e credibile, si preferisca disperderle in interventi all’apparenza poco lungimiranti e difficilmente realizzabili. Sulla possibilità di realizzare questi interventi, vi chiedo, quindi, e concludo, se sono già stati stipulati accordi con Rfi relativamente ai comodati delle linee sospese, ovvero se siano già stati emessi i decreti di soppressione, elementi, credo, imprescindibili per l’avvio di un qualsiasi intervento su beni non di proprietà”.

 

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3 Commenti

  1. Se si ragiona in termini di puro PIL, ha pienamente ragione l’assessore regionale ai trasporti ad opporsi alla ri-apertura delle linee ferroviarie sospese ed a proporre la loro trasformazione in piste ciclabili.

    Dette trasformazioni infatti:
    – generano investimenti e spese per i piemontesi
    – lasciano intatto l’elevato parco auto circolante (dopo il Lussemburgo siamo la nazione più motorizzata d’Europa)
    https://www.gazzetta.it/motori/la-mia-auto/21-11-2020/italia-seconda-numero-auto-ogni-1000-abitanti-3901039945070.shtml in quanto gli autobus, costretti ad arrancare nello stesso traffico automobilistico, non sono mezzi di Trasporto Pubblico Locale appetibili
    – lascia invariati gli alti tassi di di usura delle strade, di incidentalità, di consumo di carburante, di inquinamento (la pianura padana rimane la zona più inquinata d’Europa https://images.app.goo.gl/HR8oRLKD8WrTnaXQ6
    con tutte le benefiche, positive e continue ricadute sul PIL.

    Inoltre, quando gli effetti del cambiamento climatico si faranno sentire SUL SERIO anche in Europa ed i governi saranno COSTRETTI obtorto collo a prendere provvedimenti seri per decarbonizzare i trasporti, il PIL avrà un ulteriore rimbalzo in avanti, per il tempo necessario a:
    – smantellare le piste ciclabili realizzate sui sedimi ferroviari
    – ripristinare traversine e binari
    – installare le catenarie
    – ri-sistemare le stazioni ferroviarie
    – organizzare le stazioni per ospitare parcheggi protetti e videosorvegliati per bici/monopattini
    – ….
    Solo a quel punto TUTTI capiranno che “treni e bici sono amici”

  2. Se si ragiona in termini di puro PIL, ha pienamente ragione l’assessore regionale ai trasporti ad opporsi alla ri-apertura delle linee ferroviarie sospese ed alla loro trasformazione in piste ciclabili.

    Dette trasformazioni infatti:
    – generano investimenti e spese per i piemontesi
    – lasciano intatto l’elevato parco auto circolante (dopo il Lussemburgo siamo la nazione più motorizzata d’Europa)
    https://www.gazzetta.it/motori/la-mia-auto/21-11-2020/italia-seconda-numero-auto-ogni-1000-abitanti-3901039945070.shtml in quanto gli autobus, costretti ad arrancare nello stesso traffico automobilistico, non sono
    mezzi di Trasporto Pubblico Locale appetibili
    – lascia invariati gli alti tassi di di usura delle strade, di incidentalità, di consumo di carburante, di inquinamento
    (la pianura padana rimane la zona più inquinata d’Europa https://images.app.goo.gl/HR8oRLKD8WrTnaXQ6
    con tutte le benefiche positive e continue ricadute sul PIL.

    Inoltre, quando gli effetti del cambiamento climatico si faranno sentire SUL SERIO anche in Europa ed i governi saranno COSTRETTI obtorto collo a prendere provvedimenti seri per decarbonizzare i trasporti, il PIL avrà un ulteriore rimbalzo in avanti, per il tempo necessario a:
    – smantellare le piste ciclabili realizzate sui sedimi ferroviari
    – ripristinare traversine e binari
    – installare le catenarie
    – ri-sistemare le stazioni ferroviarie
    – organizzare le stazioni per ospitare parcheggi protetti e videosorvegliati per bici/monopattini
    – ….

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