Il Piemonte “vede” la zona arancione e pensa all’utilizzo dei test rapidi sperimentati in Veneto

Il Piemonte “vede” la zona arancione (ora la regione è in zona rossa con il massimo delle restrizioni in atto) e pensa di estendere l’utilizzo del tampone rapido “in tre minuti” presentato ieri dal Governatore del Veneto Zaia anche nella nostra Regione. Sono le novità di oggi nell’evoluzione dle contagio Covid improntate a un cautissimo ottimismo.

 

La curva dei contagi

In pratica, secondo i parametri nazionali, da venerdì scorso il Piemonte è “potenzialmente” in zona arancione, vista la flessione del famoso indice Rt che misura la contagiosità. Il presidente Alberto Cirio infatti oggi ha detto “se al 30 di novembre avremo mantenuto questi dati potremo uscire dalla zona rossa. Oggi l’Rt è 1,37, quando siamo entrati in zona rossa era 2,16″. Il Governatore esprime prudenza, sa che la strada per contenere in termini accettabili la diffusione del virus è ancora lunga, ma sa anche che occorre che i cittadini abbiano la consapevolezza che le misure restrittive iniziano a produrre risultati.

Permanere in zona rossa o in arancione cambia fondamentalmente in una cosa: la circolazione all’interno del proprio comune diventa libera senza giustificazione. In termini pratici un’iniezione di fiducia in un corpo sociale fiaccato da mesi di sacrifici e costrizioni.

Cirio è intervenuto stamani a Buogiorno SkyTg24 e ha detto: “Questo automatismo è utile perché ci permette prudenza e senso di responsabilità fondamentali, ma allo stesso tempo deve essere ben percepito. Va semplificata la valutazione, che oggi è molto complessa. Il meccanismo delle finestre di contenimento per cui i dati per il passaggio da una zona all’altra vanno mantenuti nel tempo credo sia un caposaldo da non abbandonare mai. Quello che chiediamo al Governo è di creare un meccanismo più comprensibile anche per l’opinione pubblica. Ancorato ad evidenze scientifiche come deve essere, ma più chiaro per la comprensione delle persone”.

 

Nuovo test rapido in tre minuti

La presentazione fatta ieri da Luca Zaia”, governatore del Veneto, del nuovo tes fai da te, che ognuno può fare da solo, e con il risultato in 3 minuti, ieri ha fatto parlare molto. Le aspettative vanno crescendo. La speranza è di contare su un sistema che pur non sostituendo in accuratezza i tamponi tradizionali potrebbe allargare a dismisura la verifica della positività o meno al virus e accorciare tempi che oggi sono ancora troppo lunghi. Nel Nord Est è partita la sperimentazione ed entro un mese il test sarà in vendita in farmacia a basso costo, attorno ai tre euro l’uno, e senza la necessità di personale sanitario per eseguirlo. In Piemonte ieri  si è deciso di guardare con attenzione a questo metodo Ieri il professor Giovanni Di Perri, primario di infettivologia dell’Amedeo di Savoia, ha detto “si tratta di uno strumento estremamente utile, paragonabile nella facilità e rapidità di esecuzione a un test di gravidanza o a quello della glicemia”. “Vogliamo approfondire questa opportunità diagnostica” ha aggiunto l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, lasciando intendere che da Torino si seguirà con molta attenzione quello che si sta facendo in Veneto. Il Piemonte dunque farà in modo di trovarsi pronti nel caso in cui il test annunciato in Veneto possa aggiungersi agli altri sistemi già adottati, come quello dei tamponi rapidi eseguibili già negli hot spot ma che necessitano di personale sanitario.

 

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2 Commenti

  1. Nota: Crisanti è preoccupato dei falsi negativi perché come tutti sanno costituiscono un terribile pericolo mortale .. ma non dei falsi positivi in quanto questi ultimi al massimo restano qualche settimana/mese in quarantena o anche in ospedale per niente. La durata del periodo di restrizione della libertà di movimento dipende dai falsi positivi che precedono dei veri negativi intervallati eventualmente da falsi negativi o infine dei veri duplici negativi-negativi e mai più positivi che hanno valore scientifico.

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