Percepivano la “Cassa Covid” anche se non avevano mai interrotto il lavoro: denunciati due imprenditori

I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (Nil) di Vercelli hanno denunciato due imprenditori per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed evasione contributiva in concorso.

L’emergenza sanitaria in atto su tutto il territorio nazionale sin dai primi mesi del 2020 ha imposto misure importanti a sostegno ed integrazione del reddito da lavoro, interessando istituti classici come la Cassa Integrazione Guadagni, sia ordinaria (CIGO) che straordinaria (CIGS) o in deroga. Durante il periodo della pandemia, infatti, lo Stato italiano ha erogato diversi contributi a favore delle imprese per sostenerle finanziariamente, soprattutto per quelle che dichiaravano di essere rimaste chiuse, ricorrendo ad un trattamento emergenziale con cospicue erogazioni a favore del sostegno occupazionale (cd. cassaintegrazione covid). L’art. 19 del D.L. 18/2020 aveva stabilito che “I datori di lavoro che nell’anno 2020 sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19, possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario con causale “emergenza COVID-19””.

Il ricorso a tale norma, tuttavia, era percorribile solo se il datore di lavoro fosse stato costretto a sospendere l’attività lavorativa di uno o più dipendenti in ragione dell’emergenza sanitaria, cioè a seguito degli effetti pregiudizievoli della diffusione del virus Sars-Cov-2 ed il trattamento in questione poteva essere concesso esclusivamente in situazioni in cui vi fosse stata una oggettiva difficoltà aziendale nella regolare continuazione della propria attività produttiva.

Nonostante fossero ben chiari i presupposti per il ricorso a tale erogazione, i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Vercelli hanno scoperto che una ditta di pallet di un Comune vercellese, gestita da due fratelli imprenditori, che avevano alle dipendenze otto dipendenti, per circa un anno (aprile 2020 – marzo 2021), aveva presentato istanze di accesso alla “cd. cassa covid”, attestando falsamente di essererimasta sempre chiusa, ottenendo quindi indebitamente contributi dallo Stato per oltre 42.000 euro. La ditta, in realtà, è sempre stata aperta e gli operai hanno sempre lavorato regolarmente.

I carabinieri del NIL di Vercelli hanno svolto articolate indagini che hanno permesso di raccogliere inconfutabili prove di reità a carico dei due fratelli imprenditori, che sono stati deferiti alla Procura della Repubblica di Vercelli per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato ed evasione contributiva in concorso, nonché di dimostrare (per la prima volta in Italia) la violazione dell’art. 24 D.Lgs 231/2001 (responsabilità amministrativa del reato a carico della società), con conseguente emissione da parte del GIP del Tribunale di Vercelli, di un decreto di sequestro preventivo per l’importo della somma indebitamente percepita (42.815 euro).

Nei giorni scorsi i carabinieri del NIL hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo, bloccando le somme depositate su diversi conti correnti bancari nonché sequestrando titoli di credito intestati alla ditta.

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1 commento

  1. Avevano trasformato il “sostegno” per chiusura attività in “premio” per il perdurare a pieno regime della produzione .. e gran consumo di pellets (eravamo tutti chiusi in casa…).

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