Pazzesco a Vercelli: l’arbitro ordina alla calciatrice islamica di togliersi il velo

Ieri , nel campionato under 19 regionale di calcio femminile, sul campo del Piemonte Sport, è successo un fato di una gravità inaudita: un arbitro (di Casale) si è avvicinato ala calciatrice della’Accademia Fc Pro Vercelli 1892 Maroua Morchid, di religione islamica, e le ha ordinato di togliersi il velo. Ovviamente la giovane si è rifiutata. Si era all’85’ del match con l’Accademia Torino, ed il risultato era 2 a 2. L’arbitro ha sospeso la partita, mentre sia i dirigenti vercellesi sia i torinesi hanno reagito duramente contro questo atteggiamento pazzesco: ora ovviamente tutto passa nelle mani della giustizia sportiva e c’è da augurarsi, se i fatti si sono svolti come narrato dagli stessi dirigenti della Pro Vercelli femminile, una decisione drastica nei confronti di questo direttore di gara.
Sulla vicenda, poco fa, la Fc Pro Vercelli 1892 femminile ha diffuso questo comunicato sulla propria pagina Facebook:
”La F.C. Pro Vercelli 1892 condanna fermamente l’episodio accaduto nel campionato femminile Under 19 che ha visto protagonista la nostra tesserata Maroua Morchid.
La stessa, dopo essere entrata intorno al minuto ‘85 indossando l’Hijab, (pur avendo sempre giocato con il velo durante tutto il campionato), veniva intimata dal Direttore di gara di togliere immediatamente il copricapo.
Dopo lo sgomento e lo stupore iniziale, alle richieste di chiarimento da parte di tutte le calciatrici e dei nostri dirigenti l’arbitro ha deciso di fischiare la fine dell’incontro.
La società esprime la massima solidarietà e vicinanza a Maroua e ringrazia la Società Accademia Torino per la vicinanza umana e la solidarietà sportiva espresse sin da subito”.
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2 Commenti

  1. Quel che sorprende è che in tutta probabilità non esiste alcun regolamento che definisca l’abbigliamento e le divise da indossare in campo. Visto anche il crescente numero di giocatori che potrebbe desiderare indossare accessori inusuali ppe l’Italia, tale mancanza è inaudita, “inaccettabile”. Si capisce che un indumento quale quello del caso di oggi costituisce un elemento di differenziazione e riconoscimento che in qualche modo inficia il gioco. Non a caso esiste la divisa che tutti devono indossare, non presente invece nelle partite di quartiere o parrocchia, rette da “regolamenti” più laschi ed amichevoli .. con anche la regola dei tre falli un rigore .. L’eccezione relativa al portiere è evidentemente voluta e tesa a facilitare il riconoscimento di entrambe le squadre, viste anche le diverse regole e la particolare prerogativa e posizione id gioco. Ricordo una partita di coppa di parecchi decenni fa durante la quale l’arbitro impose ad un giocatore di tirare su i calzettoni. In qul caso si può dire che aveva ragione .. quando anche noi telespettatori potevamo riconoscerlo meglio pensavamo .. dai .. passagli la palla che fa gol! (era uno molto bravo .. ).

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