Panathlon: una serata splendida su Gianni Brera raccontato da Raffaella Lanza e Paola Bernascone

Da sinistra Sabatno, Lanza, Gabotti, Bernascone e Nasi (foto Renato Greppi)

Gianni Brera grande giornalista sportivo e grande esperto di enogastronomia. In questa doppia veste il popolarissimo e immenso narratore di sport è stato ricordato mercoledì sera dal Panathlon Club di Vercelli presieduto da Agostino Gabotti, nel trentennale della scomparsa, avvenuta per un tragico incidente automobilistico la sera del 19 dicembre 1992 sulla strada che collega Codogno a Casalpusterlengo.

Presenti il governatore del Panathlon Maurizio Nasi e l’assessore allo Sport del Comune Mimmo Sabatino, si sono incaricate di trattare, in modo esemplare, il tema della serata la giornalista e appassionata di gastronomia Raffaella Lanza e la presidente dell’Università Popolare nonché delegata dell’Accademia italiana della cucina Paola Bernascone Cappi.

Raffaella Lanza ha tracciato un breve, ma esauriente ritratto del Gianni Brera, principe del giornalismo sportivo, ma anche tout court, italiano, nonché inventore di neologismi che sono ormai entrati nel vocabolario utilizzato tutti i giorni dai cronisti sportivi. Termini come: libero, contropiede, goleador, goleada, incornare, etc. Raffaella Lanza ha poi ricordato i soprannomi coniati da Brera per alcuni tra i importanti calciatori italiani di tutti i tempi: da Rombo di Tuono per Gigi Riva, ad Abatino, studiato su misura per Gianni Rivera, ma anche esteso a molti altri calciatori dotati di stile, ma, secondo Gioanbrerafucarlo, di non altrettanto nerbo. E poi Puliciclone per Paolo Pulici e Piper, ma anche Gazzosino per Oriali. Tanto per citare solo alcuni de calciatori presi in considerazione e ribattezzati dal giornalista di San Zenone al Po.

E’ seguita la fantastica dissertazione, anche con ausilio di acconce diapositive, da parte di Paola Bernascone, al termine  della cena, a base di piati “breriani” (come il risotto alla milanese o l’ossobuco con polentina grigliata) cucinati dal ristorante “Basilico” di corso Salamano.

Paola Bernascone è partita dalla citazione dei quattro grandi giornalisti sportivi che erano anche grandi gourmet: oltre a Brera, Orio Vergani, Gianni Mura e Paolo Marchi. Ha quindi ricordato il grande conterraneo di Brera, Gualtiero Marchesi, sottolineando che a Brera, però, non piacevano particolarmente i suoi piati, perché egli apprezzava soprattutto “quelli di sostanza della sua Lombardia”, quelli cantanti nel libro celeberrimo La Pacciada: magiarebere in Pianura Padana. Questo libro avrebbe dovuto avere un altro titolo, assai più campanilistico e provocatorio, dedicato a chi continuava a snobbare la cucina adorata da Brera: “In Lombardia si mangia bene, o bestie”. Ma poi, evidentemente in sintonia con l’editore, ci ripensò.

Paola Bernascone Cappi durante la relazione: sullo schermo, Brera è con Rocco

”Aprire La Pacciada – ha detto Paola Bernascone Cappi – è come entrare in un’osteria lombarda accolti con calore, ma con poche cerimonie”.

E po la relatrice ha aperto un bellissimo capitolo sul rapporto che c’era tra Brera e il riso, ricordando che al grande giornalista piaceva soprattutto il riso con i fagioli, gli spinaci e le erbette, mentre non adorava quello con lo zafferano, che riteneva un discendente, quindi non autoctono, della paella spagnola. Ma soprattutto, Brera amava il risotto cucinato dalla sua amica Marzia cucinato nella sua pentola ideale, che, sorprendentemente, non era quella di rame, in cui nasce la panissa vercellese, ma quella di ferro smaltato, o al massimo quella di alluminio pesante. 

Poi la relatrice è passata a raccontare il rapporto tra Brera e il vino, narrato meravigliosamente in un libro del 1986 che si intitola Così si beve il vino: “vero spasso – ha detto Paola Bernascone Cappi – per i linguisti” La relatrice ha ricordato come Brera aborrisse lo Champagne (“Berlo è come baciare una donna troppo truccata”) e il vino barricato (“il vino adesso lo fanno i falegnami!”, scrisse con disprezzo).

E a proposito di vini, la relatrice ha messo in luce il rapporto strettissimo di Brera con il gastronomo, enologo e scrittore Paolo Veronelli (coautore con lui del libro sul vino) e, ovviamente, con Nereo Rocco, l’amico di un’intera vita, sui campi di calcio e nelle amate osterie.

Edm

 

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