Nuova legge sulla caccia in Piemonte: non si spara nelle domeniche di settembre

Via libera del Consiglio regionale del Piemonte, con 29 voti a favore, 17 contrari e due non votanti, alla legge sulla caccia. L’approvazione al termine di un lungo iter iniziato in Commissione a febbraio e due mesi fa in Aula.

 

L’Aula di Palazzo Lascaris ha approvato a maggioranza (contrari i consiglieri M5s, Mns, Fi, Fdi e Lega Nord) il disegno di legge della Giunta 182 “Tutela della fauna e gestione faunistico-venatoria in Piemonte”.

 

Il testo sostituisce la legge 70 del 1996, che era stata abrogata nel 2012. il Consiglio regionale infatti aveva approvato un emendamento che faceva venire meno la necessità del referendum sulla caccia.

 

Il provvedimento approvato – come ha più volte sottolineato l’assessore regionale alla Caccia Ferrero – rivede la legislazione in materia faunistico-venatoria in chiave “nuova e moderna, in sintonia con i cambiamenti nazionali ed europei e in maniera tale da recepire le esigenze e le sollecitazioni delle associazioni di settore”.

 

La principale novità è costituita dal divieto di caccia per tutto il primo mese (settembre) del calendario venatorio durante la domenica, una posizione portata avanti da alcuni consiglieri del Pd, di Articolo1 e di Sel, che ha generato un delicato lavoro di mediazione in seno alla stessa maggioranza che ha prodotto lo specifico emendamento, non votato tuttavia da Scelta di rete civica.

 

Il provvedimento si caratterizza anche per la tutela nei confronti delle specie della tipica fauna alpina e degli uccelli protetti dalla direttiva comunitaria, dall’aumento della superficie venatoria minima degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini, dall’obbligo di una prova di tiro per la caccia di selezione e dalla possibilità di commercializzare gli animali abbattuti. Nello specifico, sono state inserite quindici specie non cacciabili: fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca, lepre variabile.

 

 

“Le mie congratulazioni e il mio ringraziamento all’assessore Giorgio Ferrero e a tutti coloro che hanno collaborato – commenta il presidente Sergio Chiamparino – a cominciare dalla maggioranza, che ha avuto un forte ruolo propositivo, per dare al Piemonte una regolamentazione dell’attività venatoria, senza intenti punitivi verso i cacciatori e nel rispetto dell’ambiente e di tutti i cittadini”.

 

Per l’assessore Ferrero si tratta di una legge “innovativa ed equilibrata”, che aumenta le specie protette, con attenzione alla fauna alpina, e vieta la caccia nelle domeniche di settembre. “Questa legge non fa scelte pro o contro la caccia, ma tenta di dare risposte ai problemi che le nuove sensibilità e la proliferazione incontrollata di alcune specie sta ponendo ai cittadini e ai territori”.

 

Per Raffaele Gallo, presidente della Commissione che ha licenziato la legge, si tratta di un atto “che durerà nel tempo perché ora il Piemonte ha una legge sulla caccia equilibrata”. “È la principale caratteristica della nuova normativa sull’attività venatoria – prosegue Gallo -. È stato un iter lungo e difficile. Il tema dell’attività venatoria è stato uno degli argomenti più difficili e complicati che abbiamo trattato in Terza Commissione, ma nonostante questo non mi sono mai sottratto al confronto, all’analisi e all’approfondimento di tutte le richieste e di tutte le istanze pervenute. La legge ha parecchi elementi innovativi tra cui l’introduzione delle possibilità dei proprietari o conduttori di fondi di vietare l’esercizio venatorio sul proprio territorio; le misure straordinarie di controllo della fauna selvatiche richieste dalle organizzazioni sindacali agricole e dei sindaci; il divieto di cacciare nelle domeniche di settembre e la sua nuova governance. La legge che diamo al Piemonte oggi non è a favore di nessuno e non è contro nessuno. È a favore di un equilibrio tra le varie istanze del mondo agricolo, ambientalista e venatorio e credo sia una buona legge, destinata a durare nel tempo”.

 

Dall’opposizione è molto critico sulla nuova legge che definisce “contro la caccia” Gianluca Vignale, Presidente del Movimento nazionale per la Sovranità in Consiglio regionale. “È stata approvata una legge ‘Piemonte non caccia’ grazie al voto compatto di tutto il centrosinistra – dice Vignale -. La legge piemontese sarà la prima in Italia a vietare 15 specie cacciabili, a consentire a chiunque di vietare l’attività venatoria, a prevedere la chiusura dell’attività venatoria nelle 5 domeniche di settembre. La legge più anticaccia d’Italia cosa di cui si è vantato l’assessore Ferrero nell’auspicio che altre regioni italiane seguano il Piemonte”.

 

“La contrarietà – prosegue Vignale – che dall’inizio della discussione abbiamo svolto in aula e fra i cacciatori piemontesi nasce proprio dalla convinzione che il pregiudizio anticaccia non possa diventare una legge. Legge che va contro la stessa norma dello Stato e che limita diritti elementari”. “Questa norma, continua Vignale, si occupa esclusivamente di tutela e non di gestione del territorio. Il centrosinistra –con l’aiuto del Movimento 5 Stelle- ha esclusivamente previsto divieti, restrizioni, aumentato le sanzioni e i doveri, ma non ha neppure preso in considerazione la necessità di garantire interventi che garantissero un equilibrio faunistico nella nostra regione”.

 

“L’esempio più evidente, esclama Vignale, è che solo grazie ad un mio emendamento non è stata abrogata la legge 9 del 2000 sulle misure straordinarie per il contenimento del cinghiale. Se nel 2019 vinceremo le elezioni regionali sarà una delle prime leggi da modificare”.

 

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1 commento

  1. almeno le domeniche di settembre non si correrà il rischio di farsi impallinare durante una camminata sui sentieri

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