‘Ndrangheta, arrestato Roberto Rosso

Lo hanno arrestato nella sua casa di Trino, questa mattina, 20 dicembre, all’alba. La Guardia di Finanza ha messo le manette all’assessore regionale Roberto Rosso, uno dei leader di Fratelli d’Italia in Piemonte. È accusato di aver chiesto voti ai clan della ‘ndrangheta per poter essere eletto nella maggioranza di centrodestra che sostiene il presidente della Regione Alberto Cirio.

 

Dalle prime luci dell’alba di oggi, venerdì 20 dicembre, i militari del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo otto ordinanze di custodia cautelare in carcere, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia torinese, compresi sequestri di beni sul territorio nazionale, nei confronti di soggetti legati alla ‘ndrangheta radicati nel territorio di Carmagnola ed operanti a Torino.
Tra le condotte contestate dalla procura, oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fiscali per 16 milioni di euro, anche il reato di scambio elettorale politico-mafioso. Rosso, stando alle accuse, si sarebbe rivolto ad affiliati alle cosche calabresi per conquistarsi un posto in Regione.

 

Roberto Rosso, 59 anni, è un avvocato civilista. E’ assessore regionale con delega ai rapporti con il Consiglio regionale, delegificazione dei percorsi amministrativi, affari legali e contenzioso, emigrazione e ai diritti civili.  Uno dei più attivi collaboratori del presidente Alberto Cirio. Alle spalle ha una lunga carriera politica iniziata negli Anni Novanta. Cinque volte deputato, è stato uno dei principali esponenti di Forza Italia in Piemonte.
Membro in più commissioni parlamentari: Bilancio, Attività Produttive, Lavoro e Agricoltura. Nella legislatura 2008- 2013 è stato anche sotto Segretario alle Politiche Agricole e Forestali.

Attualmente è anche capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Torino ed ex vice sindaco di Trino, dove vive. È stato eletto consigliere regionale in provincia di Torino, ottenendo 4.806 preferenze.
Nel 2012, nel corso di un dibattito televisivo, svelò alcune prassi poco nobili dei consiglieri regionali piemontesi, in materia di trasferte e rimborsi, da tali esternazioni scaturì l’inchiesta di Rimborsopoli, che travolse il mondo politico regionale.

Tra i destinatari della misura cautelare anche Mario Burlò, 46 anni, di Moncalieri, imprenditore nel ramo del «Facility managment». Laureato in Scienze Politiche, è – da luglio 2019 – vicepresidente nazionale di Pmi, sigla con 200 mila iscritti. Ha fondato il consorzio di imprese OJ Solution con sede a Torino ed è già stato eletto in passato presidente di Uni (Unione nazionale imprenditori). Il suo consorzio è sponsor di numerose società sportive in Italia

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3 Commenti

  1. …ma!!! Che dire… ció che ha fatto Roberto è grave… ma la cifra che avrebbe versato, per ottenere voti, è veramente ridicola e mi chiedo se questo reato merita tutto lo spazio che le TV gli stanno dedicando e pure le manette!!! forse in parlamento abbiamo ben altri corruttori…non sará che Rosso è di destra e dunque bisogna accanirsi??? Riflessione fatta con le notizie che abbiamo a disposizione! Se c’è altro… non so!!!

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