Morti alla casa di Riposo nella prima pandemia: chiesti 5 rinvii a giudizio

Sono cinque per le persone per cui il sostituto procuratore della Repubblica di Vercelli ha chiesto il rinvio a giudizio per i morti di Covid del marzo del 2020 alla Casa di Riposo di Vercelli: i vertici dell’Asl dell’epoca, i direttori generale  e sanitario dell’istituto di piazza Mazzini, una dipendente della struttura e un medico. Devono rispondere, secondo i casi, di omicidio colposo e di omissione in atti d’ufficio. Completamente rivisto dal dott. Introvigne l’impianto accusatorio che gli era stato lasciato dal suo predecessore, Davide Pretti, e che prevedeva inizialmente l’accusa di epidemia colposa.

Ricordiamo che in quelle terribili settimane di marzo, alla Casa di Riposo erano morti be 49 ospiti: un numero impressionante. Tutti di Covid? E’ assai probabile, visti i sintomi che accusavano, ma non certo, dato che le autopsie eseguite dopo l’apertura dell’inchiesta erano state pochissime. Fatto sta che gran parte dei familiari delle vittime si sono rivolte alla magistratura perché vogliono chiarezza ed è assai probabile, quindi che, se si andrà a processo saranno  parecchie le costituzioni di parte civile. La chiarezza che pretendono anche i consiglieri comunali di minoranza Michelangelo Catricalà e l’ex sindaco Maura Forte che avevano presentato l’esposto in procura da cui è partita l’inchiesta.

La domanda cui, in caso di rinvio a giudizio, il Tribunale dovrà dare una risposta è se gli atti compiuti alla Casa di Riposo per tentare di fronteggiare in qualche modo l’epidemia siano stati colpevolmente insufficienti e inefficaci per bloccare la diffusione del virus, che invece in altre strutture pubbliche e private non era dilagato proprio perché erano state assunte diverse e forse più tempestive misure di contenimento. D’altra parte va anche sottolineato che tante altre Rsa, nel resto d’Italia, furono invase dal Covid, proprio come avvenne a Vercelli, e infatti sono state avviate inchieste analoghe in tutto il Paese: e visto che Vercelli le indagini sono arrivati alla conclusione, può darsi che il lavoro svolto dai pm Pretti e Introvigne possa fare scuola in tutt’Italia.

Tante le domande che il processo, se ci sarà, dovrà chiarire: durante quella prima pandemia, la Casa di Riposo di Vercelli è stata aiutata a fronteggiare il Virus, o ha dovuto fare tutto da sola, arrangiandosi? Che cosa è successo quando la direzione, che non ha mai abbandonato neppure per un giorno la struttura, ha chiesto aiuto? Chi è intervenuto e in che modo? C’erano i Dpi necessari per gli ospiti e per il personale? Si poteva in qualche modo spostare i malati con i sintomi per proteggere gli altri? E dove?

L’inchiesta ha già toccato diversi di questi punti, ad esempio, quando ha dovuto occuparsi della famosa e drammatica sera del 19 marzo 2020 (data che nessuno a Vercelli dimenticherà purtroppo mai) quando la casa di Riposo chiese l’intervento del 118 per portare alcuni ospiti che si stavano aggravando all’ospedale, ma non c’erano posti in terapia intensiva. Nei giorni successivi, tutti quegli ospiti morirono.

Arrivando al dibattimento in aula, anche la difesa potrà fare quelle domande che sinora nessun legale ha posto pubblicamente, e il dibattimento sarà probabilmente in grado di chiarire tante cose. Per ora resta il lavoro dei magistrati assecondati dai carabinieri del tenete colonnello Carraro e dai Nas. Restano soprattutto 49 morti. E restano alcuni titoli di giornali non vercellesi che agli stessi magistrati (con i quali TgVercelli ha parlato) sono apparsi a dir poco solo sensazionalistici.

 

 

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

2 Commenti

  1. Sono mancate le cure .. e i posti letto ospedalieri dove somministrarle.. con i protocolli completamente sbagliati del Governo italiano.

  2. Sono certo che in autunno, quando l’emergenza estate sarà terminata, i nostri Tribunali e le FF.OO. porteranno a compimento le indagini conseguenti le denunce a carico dei responsabili delle nuove cure .. sbagliate inserite nei detti protocolli (i medici di famiglia che hanno applicato le “vecchie” hanno avuto quasi-zero morti), per ora, come detto permane una mole di lavoro immane dovuta al periodo di ferie: ecco una brillante operazione portata a termine in Italia .. che ha avuto eco fin in Svizzera, Francia, Spagna e Ungheria ..https://www.ticinonews.ch/estero/fermati-in-aeroporto-con-dieci-chili-di-sabbia-e-ciottoli-HE4457009

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here