I mille della Mangia e Bevi ringraziano Vercelli

Foto di Renato Greppi

Sono stati oltre mille i ciclisti che ieri si sono dati appuntamento in corso Gastaldi alla partenza della prima granfondo Mangia e Bevi Vercelli-Monferrato, organizzata in maniera impeccabile da Francesco Ravera, presidente del Team One PM, e da Alberto Laurora. Un numero che si è impennato negli ultimi giorni, sebbene la scorsa settimana fosse già attestato sulle 850 unità, e che è andato oltre le più rosee aspettative.

Il villaggio gara, suddiviso tra parco Kennedy e la zona dietro alla basilica di Sant’Andrea, si è animato già sabato con i primi atleti arrivati a prendere il ricco pacco gara contenente prodotti del territorio offerti dagli sponsor (due bottiglie di vino, due confezioni di riso, una mascherina, barrette energetiche, un campanello più buoni sconto).

Sempre sabato, sotto un cielo plumbeo che minacciava pioggia e che qualche goccia l’ha mandata, si è tenuta la presentazione del libro di Giacomo Pellizzari “Tornanti e altri incantesimi” con l’autore che ha raccontato la sua impresa in bicicletta: la conquista dei 7 Majeurs, i sette valichi alpini sopra i 2.000 metri, portata a termine in meno di 48 ore.

Domenica mattina alle 10 esatte l’assessore Mimmo Sabatino ha dato il via alla gara, seguita con una diretta su Facebook dall’inizio alla fine. Dopo un tratto di trasferimento in città ad andatura controllata, a Larizzate il km 0, con i corridori che hanno aumentato progressivamente la velocità. Un serpentone compatto che viaggiava a oltre 40 km/h ha offerto un bellissimo colpo d’occhio.

A Pontestura sono iniziate le salite e, come era prevedibile, è avvenuta la prima selezione. Camino, Isolengo, Rocca delle Donne, Cantavenna, Gabiano: un lungo saliscendi che ha subito fatto capire quanto le gambe sarebbero state messe a dura prova. Poi nell’ordine: Sessana, Varengo, Rosingo e Cerrina.

La svolta per la dura ascesa verso il Santuario di Crea (gran premio della montagna di giornata) ha mietuto diverse vittime a causa delle pendenze micidiali che toccano il 16%. Dopo lo scollinamento la discesa verso Ponzano dove era posta la divisione dei due percorsi: chi girava a sinistra prendeva per il medio è tornava a Vercelli, chi a destra si doveva sorbire altri 30 km sulle colline casalesi. Così ecco Grazzano Badoglio, Casorzo, Vignale, Frassinello, Cellamonte, Ozzano, Rolasco, Vialarda e l’interminabile tratto che conduceva a Vercelli.

Alla fine più o meno la metà dei partecipanti ha optato per la mediofondo (108 km e 1.000 metri di dislivello), l’altra metà per la granfondo (138 km e 1.500 metri di dislivello). Essendo la Mangia e Bevi una prova inserita nel circuito di Coppa Piemonte, all’arrivo tutti hanno voluto dare un occhio alla classifica. Del resto per il ciclista amatoriale i tempi sono fondamentali.

I podi. Nella mediofondo maschile primo Michel Chocol (Speed Whell Team) in 2h42’24”, secondo Giacomo Giordano (Ciclisti Cuneo) in 2h42’35”, terzo Leonardo Viglione (Smr) in 2h42’35”. Tra le donne Giulia Portalupi (Rodman Azimut) in 2h59’46”, Federica Morano (Passatore) e Elisabetta Riccò (Team Bike Segrate) con lo stesso tempo della vincitrice.

Nella granfondo trionfo per lo svizzero Raphael Addy che ha chiuso in 3h28’50”, mettendosi dietro il grande favorito della vigilia, Federico Pozzetto (Dipa Falasca) che è arrivato in 3h32’44”, cioè con lo stesso tempo del terzo, Alessio Gasperin (Team Mentecorpo). Tra le donne prima Annalisa Prato (Team Colpack Ballan) in 3h49’59” che ha fatto il vuoto. Dietro di lei Sabrina De Marchi (Vivi-Mydoping) in 3h54’38” e Valentina Castellino (Passatore) in 3h54’41”. Tra i vercellesi da segnalare l’ottima prova di Alessandro Tonello, tredicesimo assoluto e secondo di categoria.

Al termine della fatica tutti gli atleti hanno potuto usufruire del pasta party che chiaramente non si è potuto svolgere come al solito a causa del Covid, ma in modalità take away. Chi sta scrivendo ha partecipato alla gara, perciò ha toccato con mano la durezza del percorso e tutto il resto, perciò siano consentiti dei ringraziamenti, a nome, credo, di tutti i cicloamatori.

In primis a Francesco Ravera che ha allestito una granfondo pressoché perfetta. Non era facile, ma so quanto si è prodigato e quanto si è speso. Forse molti non lo sanno, ma per mettere in piedi un evento di questo genere serve un anno di lavoro tra permessi, contratti, riunioni e via dicendo.

L’altro ringraziamento, grande come una casa, va a tutti i volontari delle Forze dell’Ordine, della Protezione Civile, della Croce Rossa, degli Alpini e di chi ha voluto dare una mano per garantire la massima sicurezza sulla strada e nel presidiare tutti gli incroci. Ho una discreta esperienza nelle gare di questo tipo e garantisco che in poche ho trovato una simile cura.

Infine vorrei fare un ringraziamento anche a chi ha “subito” questa Mangia e Bevi. Parlo degli automobilisti, dei motociclisti e in generale di chiunque abbia incontrato disagi negli spostamenti. Ho letto commenti anche molto coloriti sui social, la maggior parte dei quali sensati. Chi era arrabbiato, chi l’ha buttata sul ridere, chi l’ha presa con filosofia. Pochi per fortuna hanno auspicato soluzioni violente.

Ecco, questa “cicloturistica” – come l’ha definita qualcuno, forse non sapendo che era una competizione a tutti gli effetti, riconosciuta dalla Federazione Ciclistica Italiana – ha portato a Vercelli oltre 1.000 persone con famiglie al seguito. Parecchi di loro hanno anche alloggiato, hanno mangiato e hanno consumato in città. Molti che ho incontrato mi hanno detto che non conoscevano questo territorio e ne sono rimasti piacevolmente colpiti. Come primo passo per ripartire e tornare poco per volta alla normalità non è male.

Massimiliano Muraro

Alcune immagini della partenza (foto di Renato Greppi):

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1 commento

  1. Io sono stato appena sfiorato da questa gara .. il resoconto tanto appassionato quanto meticoloso regalataci da chi, contrariamente a me,vi ha partecipato con la propria fatica ed .. energia lungo i tornanti del percorso più impegnativo ..
    .. mi conferma l’impressione avuta: una stupenda giornata di … vita. Siamo vivi, malgrado le mascherine in partenza. Proprio in quest’anno “sfortunato” può incominciare una tradizione che durerà nel tempo!
    Bravissimi gli organizzatori, anzitutto: il tracciato perfetto! .. ve lo dice uno che quelle vie, sia pur .. in .. utilitiaria .. le ha percorse decine di volte. Stupendo .. quasi geniale, compresa la biforcazione fra “mediofondo” “granfondo” .. un punto “perfetto” .. al massimo qualcuno che voleva fare il medio .. giuntovi già molto stanco avrà sbagliato strada .. finendo per optare per il piccolofondo, se ne sarà tornato con traino dei familiari .. si, insomma, si sarà fermato prima della salita successiva!!?? .. e da li le difficoltà nel confermare il numero esatto dei partecipanti??? .. scherzi a parte sono più di 1000 ed è un vero successo, non solo per “i tempi” dell’influenza19. Impeccabilità che è una garanzia per il 2022. Speriamo che l’anno prossimo si svolga ancora, io ne sono quasi certo, dopo la gara, si possa svolgere al posto del PastaParty .. che è stato per colpa del Governo un prendi la pasta e parti-tene .. un PastaResta. Se c’è il pastaresta e si svolgerà un mega-incontro conviviale al parco Kennedi, prometto di partecipare alla prossima edizione. Anzi (lo so che non si cominica con anzi..) anzi, sarebbe bello fare un gemellaggio con Casale MonFerrato .. gemellaggio ancora più Ferreo che per la Cerutti .. loro potrebbero organizzare una gara analoga .. magari .. meglio se più .. verso le risaie che per le colline .. sponsor risieri e viticoltori .. per arrivare a 2000 partecipanti o anche molti di più .. noi manderemmo i nostri amatori e loro i propri. Ma lasciamo andà la fantasia e torniamo, per concludere, alla gara .. al momento spettacolare .. :
    “La svolta per la dura ascesa verso il Santuario di Crea (gran premio della montagna di giornata) ha mietuto diverse vittime a causa delle pendenze micidiali che toccano il 16%. Dopo lo scollinamento la discesa verso Ponzano dove era posta la divisione dei due percorsi: chi girava a sinistra prendeva per il medio è tornava a Vercelli, chi a destra si doveva sorbire altri 30 km sulle colline casalesi. Così ecco Grazzano Badoglio, Casorzo, Vignale, Frassinello, Cellamonte, Ozzano, Rolasco, Vialarda e l’interminabile tratto che conduceva a Vercelli”.

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