I medici vercellesi: “Su Plaquenil e Dpi divieti e ritardi assurdi e pericolosi”

I dottori Gianni Scarrone e Pier Giorgio Fossale

 

Vercelli – Pazzesco. Per arginare l’invio dei pazienti con sintomi iniziali di Covid in ospedale non c’è sinora che un farmaco, anche se non è specifico, contro il Coronavirus, ed è l’idrossiclorochina, cioè il Plaquenil.

Solo che l’Aifa, l’Agenzia italiana per il farmaco, ne ha vietato l’uso in Italia, al di fuori degli studi clinici, perché avrebbe pericolosi effetti collaterali (tra l’altro non documentati da nessuno). E così, come ha scritto “Lo Spiffero” accade che molti italiani vadano a farsene vere e proprie scorte in Svizzera, oppure lo acquistino su Internet, con tutti i rischi del “fai-da-te”.

Una situazione allucinante. E dire che nel nostro Piemonte i protocolli “Covid a casa” sono stati sperimentati con successo da un un numero elevato di medici: a Vercelli l’hanno ad esempio prescritto, con risultati più che confortanti, ai loro assistiti, lo stesso presidente dell’Ordine dei medici Pier Giorgio Fossale (che ha sempre sostenuto di essere stato salvato a sua volta dal Plaquenil, nell’Infettivologia del dottor Borrè,  quando aveva contratto in forma molto pesante il Covid) e il segretario dei Medici di Famiglia Gianni Scarrone.

Adesso entrambi si domandano che cosa aspetti il Ministero della Salute per varare i nuovi protocolli per consentire ai medici di bloccare il Covid, qualora si ripresentasse in forma aggressiva tra qualche mese, prima di mandare la gente ad intasare gli ospedali. Dice Fossale: “Sinora noi medici vercellesi seguivamo il ‘protocollo Borrè’ che prescriveva una serie di farmaci che aveva al centro il Plaquenil. Ma adesso?”.

Fossale e Scarrone sollevano quindi un altro problema, non di poco conto. Dicono: “Sempre per scongiurare il pericoloso intasamento del nostro ospedale, nella prospettiva che il Covid dovesse ripresentarsi in modo bellicoso, noi, dopo i primi giorni di controllo a distanza, dovremmo poterci recare nelle abitazioni dei malati non ancora gravi, ma potremo farlo solo se provvisti dei famosi Dpi. Finalmente è stato chiarito che il decreto CuraItalia prevede anche i rifornimenti da parte dello Stato ai medici di famiglia. Purtroppo sinora gli unici Dpi di cui siamo in possesso sono ancora una volta quelli di Carlo Olmo. Che cosa aspetta lo Stato a muoversi? Che scatti un‘altra pandemia?”.

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