Magna Carta, dibattito stellare alla Fondazione Carisver

La conferenza sulla Magna Carta ieri alla Fondazione Carisver

 

Vercelli – Una conferenza magistrale sulla Magna Carta, che ha raccontato il documento più famoso della storia dal punto di vista strettamente storico, ma anche sotto l’aspetto legislativo andando al cuore del problema: davvero la Magna Carta può essere posta alla radice delle Costituzioni europee? 

La Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli non poteva fare una scelta migliore affidando i due temi a due tra i migliori esperti oggi esistenti in materia: lo storico Alessandro Barbero e il costituzionalista Massimo Cavino, entrambi docenti dell’Upo. Le loro relazioni, profonde ma, nel contempo, di una chiarezza e brillantezza espositiva davvero rare, hanno consentito ai presenti di toccare con mano il solco tra un’Italia approssimativa e pressapochista (oggi purtroppo imperante) e l’Italia di chi sa davvero che cosa dice e cerca di insegnarlo a chi la sa ascoltare.

Si  aggiunga che il dibattito tra i due illustri relatori, moderato dal vice presidente della Fondazione Carisver ed ex Rettore Paolo Garbarino, è stato preceduto – sempre per scelta degli organizzatori – da un’introduzione della maggior esperta vercellese di Magna Carta, la professoressa Gianna Baucero che ha, a sua volta, spiegato con efficacia qual è Magna Carta che verrà esposta da sabato 23 marzo in Arca: si tratta di quella del 1217 (dunque la terza edizione) custodita nella Cattedrale di  Hereford, che recava i sigilli, ora purtroppo scomparsi, del reggente al trono William Marshall e soprattutto, per quello che ci riguarda, del cardinale Guala Bicchieri.

La professoressa Baucero ha raccontato che fino al 1989 alla Cattedrale di Hereford nessuno sapeva che la biblioteca capitolare possedesse  una copia della Magna Carta: lo rivelò, agli attoniti “canon librarian” e archivista della Cattedrale il professor Nicholas Vincent, uno dei più grandi esperti del mondo in materia di manoscritti medievali.

Il dottor Lombardi saluta il pubblico e annuncia un probabile bis dell’evento

Dopo l’introduzione di Gianna Baucero e il saluto del sindaco Maura Forte, gli interventi di Barbero e Cavino, ricchi di informazioni, spunti di riflessioni, suggestioni. Con salti temporali di epoa vertiginosi e suggestivi, Barbero ha spiegato come si è giunti alla concessione della prima Magna Charta, esaminando la figura del “re cattivo”, Giovanni Senzaterra (forse “cattivo” perché cercava di governare i suoi sudditi, esigendo da loro le tasse, mentre l’assai più amato Riccardo Cuor di Leone, il suo predecessore, era sempre in giro per Crociate) ed il potere papale, assoluto in quei tempi, prima con Innocenzo III e poi con Onorio III. Fulcro di tutto l’intervento di Barbero, lo scontro tra il re, da una parte, e i baroni dall’altra, conclusosi con la resa di Giovanni e la concessione della Magna Carta, il 15 giugno 1215.

Il pubblico che gremiva la Sala dei Marmi della Fondazione Carisver

E a quel punto, ecco l’intervento del professor Cavino sul quesito centrale di questo “Meet Up on Friday”: se cioè le nostre Costituzioni derivino direttamente dalla Magna Carta. Cavino non ha dato una risposta positiva, tuttavia ha rilevato come alcune delle clausole contenute nella Magna Carta abbiano tuttora un’influenza diretta ad esempio sulla divisione dei poteri in Inghilterra, anche se l’Inghilterra non ha una Costituzione scritta. E ha portato come esempio una sentenza assai recente e importante della Corte Suprema Inglese sulla Brexit, che ha respinto il tentativo del governo della May di decidere autonomamente sulla Brexit (avvalendosi di una sorta di diritto reale), al posto del Parlamento. 

E qui, il costituzionalista ha pure osservato come, sempre a proposito della Brexit, sarebbe stato meglio che a decidere fosse stato il Parlamento, cioè la rappresentanza politica del Paese, anziché, la democrazia diretta, vale a dire il referendum. Perché la grande lezione della Magna Carta sta proprio nell’aver sancito, su un documento, l’importanza della democrazia rappresentativa (anche se allora non si chiamava così), grazie al suo ruolo basilare di mediazione tra le esigenze del popolo e quello del governo (o del re, che dir si voglia).

E quindi Cavino, consentendosi una digressione di attualità, ha messo in guardia coloro che oggi, anche  nel nostro Paese, sono tentati dalla suggestione della democrazia diretta, che non tiene conto della mediazione indispensabile a garantire i necessari contrappesi tra gli interessi del cittadino e dello Stato. 

Insomma, dibattito di qualità davvero rara – con applausi scroscianti per la professoressa Baucero, Barbero e Cavino – che sarà quasi sicuramente ripetuto, come ha annunciato il presidente della Fondazione Carisver Fernando Lombardi, visto che tanta gente non ha potuto assistervi a causa delle dimensioni della Sala dei Marmi, dove convenzionalmente si svolgono gli Incontri del Venerdì, che si è subito affollata all’apertura delle porte.

 

Ecco alcune immagini della serata

 

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