Livio Ghisio: “Incomprensibile e dolorosa l’assenza del Comune di Vercelli ai funerali di Gilardino”

L’assenza del Comune di Vercelli dai funerali di Angelo Gilardino, lunedì, ad Asigliano, non è passata inosservata. Livio Ghisio, uomo di cultura, sempre schietto e profondo, attore, regista e drammaturgo nonché direttore, con la moglie, Annalisa Canetto, della Compagnia “Arteinsacco”, l’ha colta, ne è rimasto sconcertato, e ci ha scritto questa lettera che volentieri  pubblichiamo:

“Prima d’ora, in quarant’anni non ho mai inviato una lettera con l’intenzione di renderla pubblica. Il pensiero stesso di scrivere una lettera del genere ad un giornale mi metteva in imbarazzo.

Per una volta mi sono però convinto del fatto che queste resistenze dovevano essere vinte, perché il pensiero che ho in questi giorni credo vada condiviso: lo credo da cittadino di Vercelli e da persona che ama l’Arte e opera nella Cultura.

Ciò che mi porta a scrivere ora nasce da un fatto doloroso per tutta la nostra Città e non solo: la scomparsa del Maestro Angelo Gilardino.

Lunedì scorso, 17 gennaio, nella sua Asigliano, dove era cresciuto, Angelo Gilardino ha ricevuto il saluto di chi lo ha amatoe gli è stato vicino, di chi ha avuto modo di conoscere la persona che è stato e la sua Musica.

Per l’Arte e la Cultura si tratta di una perdita enorme: per i pochi che non lo sapessero, si parla del più importante compositore per chitarra classica a livello internazionale.

Livio Ghisio

Lunedì pomeriggio ad Asigliano c’erano appunto tante persone: molti erano privati cittadini, tanti altri erano esponenti del mondo dell’Arte, della Cultura e delle Istituzioni, non certo solo a livello locale.

Mancava solo una presenza: quella del Comune di Vercelli. E qui entriamo nel discorso che mi preme affrontare.

E’ incomprensibile che non ci fosse nessuno dell’Amministrazione Comunale presente alle esequie; è incomprensibile e doloroso: un’assenza che fa un rumore fortissimo, che a me personalmente trasmette un sentimento di angoscia.

Se non altro per un motivo formale, la presenza del Amministrazione della Città nel quale Angelo Gilardino ha vissuto, ha scelto di vivere, sarebbe stata obbligatoria. Ma non vorrei fermarmi alla forma (anche se, come amava ripetere il mio insegnante di letteratura parafrasando Joyce, “la forma è l’anticamera della sostanza”), perché i sentimenti di cui ho parlato non possono nascere da un semplice difetto formale. L’assenza è insopportabile perché Angelo Gilardino ha dato a Vercelli molto più di quanto ne abbia ricevuto, è insopportabile perché non è solo una mancanza verso la persona, ma anche verso l’Universo dell’Arte e della Cultura, che in un periodo come questo avrebbe più bisogno che mai di avvertire una vicinanza e non questa glaciale indifferenza da parte delle Istituzioni.

Non entro qui nel merito dell’attenzione che viene data a questo settore nella nostra Città, sarebbe un discorso troppo lungo e complesso. Ma questa volta sarebbe bastato poco: una presenza era doverosa. Niente, davvero niente di più.

Invece nulla. E se si è indifferenti di fronte al più grande, tutti noi come ci dovremmo sentire?

Perché se si evita di presentarsi a rendere omaggio a quello che è stato (mi ripeto) il più grande di tutti forse bisognerebbe almeno avere la coerenza di togliere dagli ingressi della Città quei cartelli che recitano “Vercelli Città d’Arte”, perché oggi, vedendoli, mi sembravano tristemente beffardi.

Ringrazio la redazione di “TG Vercelli” per l’ospitalità e l’attenzione, sperando che questo pensiero possa essere utile a qualcuno”.

Livio Ghisio

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2 Commenti

  1. La sinistra non può far a meno di “dimostrare” a tutti e in particolare alla destra la propria superiorità formale (e, sott’intesa; sostanziale), il proprio savoir-faire.
    Tutti ricordano (forse persino Ghisio) il Sindaco Corsaro presente in veste ufficiale, in prima fila a festeggiare, dimostrando tutto il proprio calore umano, il compleanno del Grande Musicista ancora in perfetta salute, poi morto improvvisamente, poche settimane dopo. Non è che la sinistra il giorno delle esequie fosse rappresentata dalla propria nomenklatura e penso che lo spirito-presente del Maestro non abbia sofferto per la mancata partecipazione. Anche Fontanetto Po avrebbe dovuto presenziare? .. il Musicista era soprattutto, e tale si considerava, un asiglianese, ne aveva ricevuta con gioia anche la cittadinanza onoraria, una partecipazione ufficiale in pompa magna di Vercelli avrebbe potuto sapere di colonialismo e appropriazione indebita?
    In conclusione, una ragione ci sarà, se, in occasione del decesso improvviso, anche la Meloni ha avuto parole di sincera stima verso il Presidente del Parlamento europeo che , ricordiamolo, al momento dell’insediamento chiese la revisione della legge sull’immigrazione, eppure alle esequie si vedevano solo rappresentanti delle sinistra, in senso ampio, e, se non fosse stato per la mancanza delle bandiere rosse (e del tricolore, a dire il vero) potevano sembrare i funerali di Gramsci.
    https://www.youtube.com/watch?v=DjErGT5IEsk

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