L’emergenza Covid fa scattare il piano di “umanizzazione” dell’ospedale: si parte dal 2° piano

Da sinistra Silvio Borrè, Aldo Casalini e Andrea Corsaro

 

Vercelli – Una parte del secondo piano dell’ospedale Sant’Andrea, che ospitava Ortopedia e Traumatologia e Orl, sarà radicalmente trasformata, con un progetto da 400 mila euro, ricavandoci, al posto delle attuali camere di degenza con quattro-sei letti, e con un unica toilette in corridoio, camere da due letti, ma anche singole, ciascuna con suoi servizi: in tutto saranno ricavati 19 posti-letto disponibili in caso di una nuova emergenza-Covid (o malaugurati virus del genere, ma anche per malati colpiti da batteri particolarmente insidiosi), oppure per altre esigenze.

Questo progetto di “umanizzazione” di una parte significativa dell’ospedale è nato durante uno dei colloqui serali tra il primario di Infettivologia Silvio Borrè (uno dei principali “eroi” – anche se lui rifugge da questa definizione – di questa emergenza Covid in città) e il sindaco Andrea Corsaro. Lo hanno raccontato ai giornalisti  loro stessi questa mattina, durante la pausa pranzo del Consiglio comunale, con il neo presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, Aldo Casalini, in una conferenza stampa che si è svolta all’aperto, davanti al municipio.

Il progetto, pienamente condiviso dal commissario per il Covid dell’Asl Piero Presti, è già partito con la fase pratica perché in queso momento quel piano non ha degenti. Costa all’incirca 400 mila euro e verrà finanziato ovviamente dall’Asl per tre quarti, il restante quarto verrà pagato dalla Fondazione (con 80 mila euro) e dal Comune (con 20 mila).

Il sindaco ha ricordato che, dopo il colloquio con il dottor Borrè, il Comune di è subito messo al lavoro con il proprio Ufficio tecnico per elaborare una prima bozza di progetto che è stata proposta all’Asl, la quale lo ha recepito e si è messa in azione a sua volta.

Stamane Presti non poteva essere presente alla conferenza stampa, ma ha fatto avere a Corsaro questa dichiarazione, che il sindaco ha letto ai giornalisti: “La Fondazione CRV ha da sempre contribuito a sostenere importanti progetti a favore del territorio vercellese in ambito sociale e sanitario, rappresentando uno dei migliori esempi di filantropia istituzionale. Oggi più che mai, durante questo drammatico periodo emergenziale, la Fondazione ha dato un significativo e importante contributo per supportare l’Ospedale di Vercelli a fronteggiare questa terribile epidemia. Non solo per assistere i malati con le apparecchiature necessarie, ma anche per migliorare le condizioni degli spazi ospedalieri, al fine di umanizzare le strutture per i degenti, grazie all’intervento e al prezioso contributo dell’Amministrazione del Comune di Vercelli.  E seppure erogati in questa fase di emergenza, queste erogazioni, questi ‘doni per la sanità Vercellese’, rappresentano anche un investimento per un prossimo futuro libero dal COVID-19”.

Parole confermate dallo stesso Casalini il quale ha ricordato che, rispetto ad altre istituzioni, la Fondazione riesce ad essere assai più veloce nell’elargizione dei contributi (in questo caso appunto gli 80 mila euro) perché può deliberare con agilità sconosciuta alla burocrazia istituzionale: nel caso delle donazioni anti-Covid lo aveva già fatto il predecessore di Casalini, Fernando Lombardi, ed ora ha potuto farlo il neo presidente anche grazie al lavoro del suo staff. E quel punto della conferenza stampa, ha ringraziato pubblicamente il segretario generale Roberto Cerreia Vioglio e le impiegate Magda Irico e Stefania Vercellino.

Ha chiuso la serie di interventi Borrè, che ha subito respinto l’etichetta di “eroe”, mettendo in rilievo il lavoro svolto da tutto il personale sanitario del suo staff e dell’intero ospedale Sant’Andrea, partendo, pensate un po’, dalle oss, che quasi nessuno mai ricorda e che il primario Infettivologo ha messo in cima al suo elenco. Dunque l’uomo che con le sue intuizioni (ad esempio sulla scelta dei farmaci utilizzati contro il Covid) ha salvato centinaia di vite, ha messo in rilievo l’immenso ruolo generale svolto da oss, infermieri, tecnici di laboratorio e medici. Non sarà un “eroe”, ma è davvero un grande medico (e non lo scopriamo solo adesso) e un grande uomo, di cui Vercelli può ritenersi orgogliosa.

Edm

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2 Commenti

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