Le singolari “Taumaturgiche siringhe” in mostra al Leone

Aprirà i battenti domani, sabato 14, nella Sala delle Cinquecentine del Museo Leone una delle più singolari mostre che Vercelli abbia ospitato negli ultimi anni. “Taumaturgiche siringhe”, raccoglie infatti la stravagante collezione del farmacista di Gavi Carletto Bergaglio, donata dai suoi eredi al Museo della Farmacia “Picciòla”, un gioiello ancora troppo poco conosciuto dai vercellesi, voluto e diretto da Carlo Bagliani.

Cosa potranno quindi ammirare i visitatori? Clisteri diurni e notturni, quaresimali, pappagalli, vomitatoi, sputacchiere, pitali, comode dei più svariati materiali: peltro, metallo, legno, ceramica. Oltre a illustrazioni, libri, alambicchi e pure un coccodrillo impagliato. Il tutto databile tra il XVIII e gli inizi del XX secolo, frutto della passione di Bergaglio che per questa sua passione fu anche ospite di Enzo Tortora nella fortunata trasmissione “Portobello”. Pezzo forte della collezione il bidet da viaggio della Regina Margherita.

Oggetti che a vederli ai giorni nostri sembrano quasi strumenti di tortura se paragonati a quelli della medicina moderna, eppure fino a qualche decennio fa servivano per l’igiene personale e per curare alcuni tipi di malattie, anche se spesso il rimedio era peggiore del male, visto che di sterilizzazione si era ben lontani dal parlarne. Tuttavia, sebbene il contesto sia originale, siamo di fronte comunque a un momento importante della storia della farmacia.

Tante le curiosità che si potranno scoprire, come ad esempio il fatto che la paternità della “siringa a clistere” è del medico vercellese Marco Gattinara o che le colombine erano utilizzate anche come biberon oltre che per alimentare gli ammalati impossibilitati ad alzarsi. O ancora che il pappagallo ha questa forma perché all’inizio era usato come recipiente diagnostico, perciò doveva essere simile alla vescica. O che il quaresimale, che le donne si portavano appresso per fare i loro bisogni in giro (pure in chiesa o in teatro), si chiama così perché il suo inventore, il gesuita Louis Bourdaloue, teneva lunghi sermoni, specie durante la Quaresima.

I pezzi della collezione provengono da ogni parte del mondo. Bergaglio li ha raccolti nel corso dei suoi viaggi. Personaggio eclettico, egli è stato autore anche di numerose pubblicazione sull’argomento come “La farmacia nell’arte figurativa”; ideatore della promozione del Gavi, storico e custode delle tradizioni del territorio, per anni guida e anima della pro loco gaviese, nonché fondatore della “Confraternita del Raviolo”. Dietro la sua farmacia di Portacomaro possedeva un orto dei semplici dove coltivava la vite che avrebbe dato poi vita al Barbera dello Speziale, vino unico prodotto in poche bottiglie che spediva solo agli amici più intimi.

L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 14 aprile alle 17.00. Interverrà il professor Giovanni Cipriani, docente di Storia Moderna presso l’Università di Firenze e massimo esperto italiano di Storia della Farmacia che terrà la prolusione inaugurale. Dopo aver visitato la mostra trasferimento in via Galileo Ferraris 24 al Museo della Farmacia “Picciòla” per una breve visita a cura del dottor Carlo Bagliani, curatore del Museo.

La mostra sarà visitabile a partire da domenica 15 aprile fino al 14 ottobre nei consueti orari di apertura del Museo: da martedì a venerdì dalle 15 alle 17.30, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. La visita alla mostra è compresa nel costo del biglietto di ingresso: 7 € intero; 5 € ridotto. Ingresso libero per i possessori di Tessera Abbonamento Musei Piemonte. Per le scuole di ogni ordine e grado e per gruppi di almeno 10 persone sono possibili visite guidate su prenotazione anche in abbinamento al Museo della Farmacia “Picciòla”.

Per info: 0161.253204, 3483272584, [email protected] o [email protected]

m.m.

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