L’attività di Fondazione Buonanno per la Valsesia

Fonte pagina FB Fondazione Buonanno

Ormai da un mese lavorano instancabilmente e in maniera del tutto gratuita per produrre e consegnare mascherine, fare la spesa per gli anziani, pagare le bollette e quando serve offrire pacchi viveri alle famiglie che non riescono a farvi fronte autonomamente: sono gli angeli di Fondazione Buonanno per la Valsesia.

«Tutto è cominciato con la distribuzione di alcune mascherine e di gel igienizzante che avevo portato tornando dall’estero, quando già da noi entrambi i prodotti erano diventati irreperibili – racconta la presidente, Emanuela Buonanno – poi è arrivata la consapevolezza del bisogno concreto di questi dispositivi, irreperibili o molto costosi, e con due volontarie abbiamo iniziato a cucire mascherine e a distribuirle. Da lì è partita una grande macchina, con sempre più volontari e produzione di mascherine in costante crescita: stiamo lavorando a pieno ritmo, per tutta la Valsesia, e ne siamo orgogliosi».

Emanuela Buonanno racconta il grande lavoro che quotidianamente svolge insieme ai suoi collaboratori: le due signore che inizialmente avevano iniziato a cucire mascherine ore sono dodici, e tutte insieme producono circa 150 maschere al giorno; la ditta Cigieffe di Borgosesia ha dato disponibilità e a sua volta cuce e fornisce alla Fondazione una media di 250 mascherine al giorno. Poi ci sono mascherine chirurgiche che arrivano, ogni 2/3 giorni, dalla Cina, grazie a Fabio Buonanno, vicepresidente della Fondazione.

Emanuela ogni sera prelevale mascherine cucite durante la giornata, le lava a 90° con prodotti igienizzanti, le fa asciugare e la mattina successiva vengono inserite in buste sterili pronte per la consegna. Al pomeriggio arrivano 4 giovani volontari, che con le loro auto o biciclette effettuano le consegne.

«Distribuiamo mascherine da Alagna fino a Gattinara e Romagnano, qualcuno me le ha chieste da Pray e Ghemme e in quei casi le ho spedite – racconta la presidente Buonanno – facciamo in modo di non lasciare sprovvisto nessuno, ma chiedo a chi le abbia già ricevute di non richiederne altre: sono lavabili e, avendone cura, possono essere riutilizzate molte volte. In questo modo potremo fare in modo di farle avere a più persone. Dalla settimana di Pasqua distribuiremo le mascherine anche a negozi e supermercati della Valsesia, a disposizione dei clienti che ne sono sprovvisti: ci affidiamo al buonsenso della gente, a cui chiediamo di prendere una sola mascherina e di riutilizzarla».

Fondazione Buonanno dà una mano anche su altri fronti: «Viste le tante richieste, andiamo a pagare le bollette e consegniamo anche la spesa agli anziani che non possono uscire. Il momento della consegna è spesso un’occasione, per le persone in isolamento sociale, di scambiare due chiacchiere, sempre a distanza, e sentirsi meno soli».

Le mascherine vengono richieste al Comune, tramite Linea Amica, oppure al 353.4057469: a questo numero risponde una volontaria estremamente gentile e disponibile, pronta a raccogliere le richieste di mascherine e anche quelle di conforto: «La mia amica Maria Luisa Patrosso, che ha dato la disponibilità a rispondere al telefono per tutta la giornata – dice ancora Emanuela Buonanno – è una persona solare che si intrattiene volentieri a chiacchierare con le tante persone che manifestano il bisogno di scambiare opinioni o di avere conforto in questo momento».

Un capitolo importante dell’azione della Fondazione è quello dell’aiuto al sostentamento di famiglie in difficoltà: «Chi ha veramente bisogno non viene lasciato solo: mi occupo personalmente di fare la spesa e di offrirla alle famiglie che non hanno mezzi di sostentamento in questo periodo così difficile prima verifichiamo che le criticità siano effettive, poi diamo il nostro supporto».

Insomma, Fondazione Buonanno è un porto sicuro per chi naviga nella tempesta di questi giorni pesanti: «Il nostro obiettivo è quello di dare sostegno al territorio: lo facciamo nel ricordo di Gianluca, che per la sua Valsesia era sempre disponibile e pronto a spendersi senza riserve per chiunque gli chiedesse aiuto – conclude Emanuela Buonanno – e lo facciamo anche perché ogni membro della nostra Fondazione è convinto che la solidarietà sia un bene prezioso e che aiutare chi ha bisogno sia uno degli scopi principali e più nobili della vita. Solo se saremo tutti insieme, gli uni per gli altri, potremo uscire vittoriosi da questa complicata partita».

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