La minoranza insiste: “Da ripetere la votazione del presidente del Consiglio comunale”

Da sinistra: Raviglione, Fragapane e Conte
“L’elezione del nuovo presidente del Consiglio comunale, Romano  Lavarino, avvenuta in remoto, è stata viziata da clamorosi errori del sistema informatico: si pensi che dei trenta consiglieri che avevano risposto all’appello del segretario generale, al momento della terza e decisiva votazione, sono giunti solo 21 voti e, tra i voti mancanti, c’era anche quello del sindaco Corsaro. La votazione andrebbe dunque rifatta perché è assurdo che manchino quasi un terzo dei voti: ne va del decoro dell’ente e dello stesso presidente, eletto con appena 12 voti”.
Questo il “succo” di una conferenza stampa tenuta poco fa, in Comune, dai portavoce di tre gruppi di minoranza: Alberto Fragapane (Pd), Pier Giuseppe Raviglione (SiAmo Vercelli) , e Andrea Conte (Voltiamo Pagina).
Dopo aver preso visione dei verbali ufficiali della votazioe, riscontrando appunto la mancanza di nove voti, che pure erano stati espressi, con la Pec ricevuta e rispedita al sistema informatico, i consiglieri di opposizione avevano subito presentato una mozione affinché il voto venisse ripetuto. “Ma in sede di capigruppo – hanno spiegato i tre esponenti della minoranza – la nostra mozione è stata giudicata irricevibile dal presidente del Consiglio, con il parere decisivo del segretario comunale, perché, secondo loro qualcuno di noi avrebbe dovuto contestare le operazioni di voto mentre venivano svolte: ma essendo avvenute on line, come potevamo sapere sul momento che si stavano svolgendo in modo irregolare? L’abbiamo saputo dopo, leggendo poi il verbale ufficiale”.
Hanno proseguito i tre consiglieri: “Abbiamo fatto questa osservazione durante la conferenza dei capigruppo e la risposta è stata che il Regolamento non prevedeva questa situazione. Ma allora se è questa è la giustificazione, nel Regolamento non c’è neppure traccia di una votazione segreta on line, ovviamente”.
Romano Lavarino, pochi istanti dopo l’elezione a presidente del Consiglio comunale
Di fronte al muro di gomma del “no” tassativo alla ripetizione del voto, la minoranza, allora, questa mattina ha protocollato una mozione di sfiducia al presidente Lavarino. “Il nostro non è – hanno spiegato – un attacco personale al presidente neo eletto o al suo partito, la Lega, ma serve anzi a rafforzare il peso istituzionale di Lavarino che dovrebbe essere votato da assi di più di 12 consiglieri su 33”.
”A meno che – ha osservato, caustico, Raviglione- il sistema del voto segreto in remoto, anziché in presenza, come si sarebbe potuto fare benissimo, non sia stato altro che uno strategemma della maggioranza per attutire certe tensioni all’interno della maggioranza. Con la nostra mozione di sfiducia al presidente, adesso, l’augurio è che qualcuno in maggioranza si ricreda”.
E vediamo, integralmente, la mozione sottoscritta da undici consiglieri: c’è anche la firma di Michelangelo Catricalà del Gruppo Misto, ma non c’è quella di Roberto Scheda, di “Voltiamo Pagina”.
“Come avevamo rilevato nelle scorse settimane l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale di Vercelli è stata viziata da grossi errori del sistema informatico, che non hanno consentito di tenere conto di voti che sappiamo per certo essere stati espressi.
Per questo motivo i gruppi di minoranza avevano depositato una mozione in cui si chiedeva la ripetizione della votazione in presenza. Questa nostra proposta è stata ritenuta non iscrivibile all’ordine del giorno del consiglio comunale per una questione regolamentare, in quanto ci è stato detto che la ripetizione del voto può essere chiesta solamente in aula prima che lo stesso venga ufficializzato.
L’unica alternativa per poter ripetere il voto è quindi far decadere il Presidente del Consiglio. Per questo motivo gli stessi consiglieri comunali questa mattina hanno depositato una mozione di sfiducia, con la quale si chiede la revoca del Presidente in carica, per poter procedere ad una nuova votazione che tenga conto del voto di tutti i consiglieri comunali che lo vorranno esprimere.
Non si tratta di un attacco personale o politico, ma della volontà di procedere ad una votazione che rispetti il ruolo e il diritto di voto dei consiglieri comunali, trasmettendo ai cittadini quei segnali di correttezza, trasparenza e rispetto, che le istituzioni hanno il dovere di esprimere. Una votazione che dia legittimità al Presidente che ne risulterà eletto.
Trattandosi di un’altra votazione a scrutinio segreto, l’auspicio è che questa mozione possa essere votata in presenza, senza l’utilizzo di supporti informatici che hanno ampiamente dimostrato di avere grosse lacune”.
(Seguono undici firme)
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6 Commenti

  1. I magnifici 11 hanno ragione, e dovrebbero approfittare per richiedere il conteggio
    Del referendumn monarchia-repubblica quasi certamente rubato
    il voto che ha eletto Boden
    qualsiasi votazione avenuta dopo il 1° gennaio 2014, quando la Corte Costituzionale dichiarò la legge elettorale italiana non conforme (1)
    ————————-
    Nel vigente sistema elettorale proporzionale, il premio di maggioranza, come disciplinato per la Camera, secondo la Corte, “è foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione della lista di maggioranza relativa, in quanto consente ad una lista che abbia ottenuto un numero di voti anche relativamente esiguo di acquisire la maggioranza assoluta dei seggi. In tal modo si può verificare in concreto una distorsione fra voti espressi ed attribuzione di seggi che, pur essendo presente in qualsiasi sistema elettorale, nella specie assume una misura tale da comprometterne la compatibilità con il principio di eguaglianza del voto”.
    https://temi.camera.it/leg17/post/4953.html?tema=temi/riforma_elettorale

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