Vania Mento, paladina a livello nazionale delle donne colpite dall’endometriosi (soprattutto contro chi continua beceramente a sostenere che non si tratti di una malattia, ma di una semplice fissazione), ha scritto poco fa, sulla sua pagina Facebook questo allucinante resoconto di una disavventura occorsale alla stazione di Milano. La riportiamo condividendo con lei un sentimento di riprovazione totale per l’operato delle Ferrovie italiane, delle “nostre” Ferrovie. Pensiamo che ogni commento sia superfluo. Ecco la testimonianza.
Il regionale per Milano è in ritardo.
Raggiungo la Capotreno (gentilissima) e le spiego che alle 8.58 ho il Freccia per Roma. Fa una serie di telefonate e l’ultima la fa direttamente al Freccia, spiegandole che arriveremo alle 8.56 al binario 3 e di aspettarmi perché il Freccia è al binario 20, io sono INVALIDA CIVILE e camminerò il più velocemente possibile ma sono INVALIDA.
Il treno arriva alle 8.56, corro per quanto mi sia possibile, arrivo al binario 20 alle 8.58 e mi chiudono letteralmente LA PORTA IN FACCIA e partono.
Io non ho più parole per raccontare quello che è successo dopo, ma vi dico che ho dovuto acquistare un nuovo biglietto per il Freccia che parte alle 9.35.
CIOÈ: LA COLPA ERA MIA.
Vania Mento






Certo è che con un margine disponibile
.. (ottimistico) .. di soli 2′
nella sempre affollata stazione
di Milano Centrale
dover partire dal binario 3
(che è pure disallineato ..)
.. our ammesso che si scenda
da testa treno ..
vi sarebbero stati problemi
pure per anziani in discrete condizioni
e forse anche per giovani mezzofondisti