Il centrodestra vercellese sta esultando (e giustamente) per il successo alle comunali che hanno portato all’elezione del nuovo sindaco, Roberto Scheda, ma il Pd, pur battuto al ballottaggio, dove a Gabriele Bagnasco non è riuscito in quello che sarebbe stato un sensazionale tris in rimonta sul centrodestra (gli riuscì su Francesco Radaelli nel’95 e su Lorenzo Piccioni nel ‘99), può considerarsi molto soddisfatto per i risultati notevolissimi di questa tornata elettorale, che hanno sancito la rinascita del partito. Il merito va ascritto a Bagnasco e anche, come ha sempre dichiarato lui stesso a tutto il suo gruppo, dirigente ed elettorale.
In questi anni Mariella Moccia, Patrizia Jorio Marco ed il gruppo comunale hanno evidentemente svolto un ottimo lavoro che adesso tra l’altro si è concretato con la nomina a consigliera regionale di una giovanissima qual è Simona Paonessa, di Livorno Ferraris, che ha strabiliato tutti conquistando, al primo tentativo, con oltre 1.300 preferenze, un prestigioso seggio a Palazzo Lascaris: ventenne, è la più giovane consigliera regionale di sempre.
E poi, a proposito di giovanissimi, un altro di loro, Marco Mancuso, ha eguagliato il capogruppo uscente Alberto Fragapane risultando primo nella lista dem con lo stesso numero di preferenze di Fragapane: 243. Entrambi siederanno con Bagnasco sui banchi dell’opposizione con due compagni di partito di grande esperienza: l’avvocato Filippo Campisi (201 preferenze) una delle menti politiche più acute che Vercelli possa vantare, e Manuela Naso (191 preferenze) che, in Consiglio comunale, durante l’amministrazione Forte, ha anche ricoperto il ruolo di presidente dell’assemblea. In più, a proposito di giovani, entra pure in Consiglio Cecilia Nonne, della lista civica Bagnasco, forte delle sue 112 preferenze brillantemente conquistate.
Ci sono tutte le premesse che, forte di questi ragguardevoli risultati conseguiti nelle amministrative, il Pd abbia finalmente ritrovato la chiave giusta per reinserirsi con sempre più autorevolezza e determinazione nell’agone della politica vercellese.
Lo stesso ballottaggio ha messo il rilievo (e qui gran parte del merito va sicuramente ascritta alla figura di Bagnasco) questa nuova vitalità del partito della Schlein a Vercelli. Pur tenendo conto (e questo vale per tutti i partiti, movimenti e liste civiche) che alla sfida decisiva tra Scheda e Bagnasco hanno preso parte solo 15.247 elettori sui 36.274 aventi diritto (il 42,03 per cento), il candidato del centrosinistra che aveva 2.522 voti da recuperare su Scheda, è riuscito ad arrivare a meno 1.249, incrementando di 1559 voti il suo bottino rispetto all’8 e 9 giugno. Anche Scheda, che già partiva da un vantaggio consistente, ha però incrementato di 286 voti la sua quota e alla fine ha prevalso con il 54,19 per cento contro il 45,81.
Ma ripetiamo, il Pd vercellese da questa competizione elettorale esce decisamente a testa alta e con le basi per un futuro da assoluto protagonista.
Edm
Non sarei così ottimista
sul futuro del PD
In primis perché,
parlare di futuro
quando il programma
dei partiti nazionali (Tutti)
non sussiste
è velleitario, impossibile;
inoltre,
se è pur vero che 15gg fa
il risultato numerico
è stato ottimo (in apparenza)
quei “numeri” son stati possibili
solo “grazie” al M5S
che ha pronunciato
uno stentoreo: “Passo”!
. ed alla scarsissima attrattiva
dimostrata dagli altri 2
(non entrati in consiglio comunale)
che neppure han indicato, dopo,
al ballottaggio,
una scelta alternativa precisa.
Perché?
La bassissima partecipazione al voto
fa pensare che i cittadini si presentino
.. massicciamente .. duri d’orecchi
ma anche
dimostra che l’attrattiva del messaggio
è stata molto flebile