Gli studenti del Lanino vincono il premio per il Progetto di Storia Contemporanea

Federica Fontana, Arianna Kapllanaj, Mattia Rubino, Camilla Toffanello e Giulia Zanirato, delle classi 3E Servizi Commerciali e 4B Servizi Socio-Sanitari dell’Istituto Lanino di Vercelli, hanno vinto la quarantesima edizione del Progetto di Storia Contemporanea con un lavoro di gruppo realizzato con il coordinamento della professoressa Maria Loredana Mattioli, loro insegnante di Storia.

Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Cavour Paolo Massara ha ricevuto la comunicazione direttamente dal Consiglio Regionale del Piemonte, che ha promosso l’iniziativa attraverso il Comitato Resistenza e Costituzione e gli Istituti Storici della Resistenza di tutta la regione.

I cinque studenti hanno realizzato uno studio di caso relativo alla traccia riguardante le politiche di occupazione italiana nei Balcani fra il 1940 e il 1943. La scelta dell’argomento specifico è maturata a partire dalla scoperta del POT di Lubiana, il Sentiero della Rimembranza e della Solidarietà.

Gli studenti hanno così approfondito quello che accadde a Lubiana nella notte tra il 22 e il 23 febbraio 1942 ovvero la recinzione della città con il filo spinato, le direttive della Circolare 3C, i campi di concentramento fascisti di Rab-Arbe e Gonars in cui migliaia di persone morirono di inedia.

Il gruppo di lavoro ha concretizzato l’attività di ricerca realizzando il Diario di Boris, ovvero le memorie di un ragazzo di Lubiana immaginato sedicenne all’epoca dell’occupazione fascista della Slovenia. La scelta di un giovane protagonista ha permesso agli studenti di immedesimarsi nelle vicende e di dare spazio alla loro creatività.

L’indicazione dell’insegnante di dar vita a una narrazione sempre strettamente collegata ai fatti storici è stata seguita in maniera scrupolosa anche nel racconto degli aspetti della vita quotidiana del giovane protagonista che, dopo la terribile esperienza vissuta nei campi di concentramento fascisti, tornerà a Lubiana il 9 maggio 1945 per i festeggiamenti della liberazione.

Lo studio di caso realizzato ha permesso agli studenti di fare anche una bellissima scoperta, quella dell’ospedale partigiano della dottoressa Franja Bojc, un ospedale clandestino nascosto in Slovenia nella Gola di Pasice in cui tutti i feriti venivano curati senza guardare la nazionalità.

I nazisti sapevano dell’esistenza dell’ospedale, ma non riuscirono a trovarlo nonostante le ricerche effettuate. Al termine del lavoro di vera e propria scrittura creativa gli studenti hanno inserito fotografie e didascalie per ripercorrere in modo documentato tutti gli eventi storici riportati nel racconto.

Il Progetto di Storia contemporanea ha permesso agli allievi dell’Istituto Professionale Lanino di avvicinarsi al lavoro di ricerca storica sviluppando la loro creatività e scoprendo la bellezza e il divertimento che vi possono essere nella ricostruzione dei fatti e nell’esplorazione delle fonti.

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1 commento

  1. Nei campi di concentramento fascisti istituiti allo scopo di epurare etnicamente le aree occupate ai confini con Trieste morirono secondo le più prudenti tesi oltre 1000 persone, la percentuale di decessi è su percentuali del 15% annuo sui presenti (oltre o al pari di Buchenwald) pare principalmente per malnutrizione e dissenteria. Dopo l’intervento del Papa e anche di Mussolini tale condizione si ridusse. Furono tuttavia salvati molti ebrei sottraendoli ai croati. Quando il campo di Arbe venne chiuso (1943) c’erano almeno 600 internati dei quali circa 1/3 rimase in loco, 1/3 fu catturato dai tedeschi e 1/3 volle venire in Italia.
    Detto estremo stato di prostrazione era un obiettivo, secondo il principio espresso dal generale Gastone Gambara: “Campo di concentramento non è campo di ingrassamento. Individuo malato = individuo che sta tranquillo”. Un principio molto attuale, verificabile, perfettibile solo in Democrazia.

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