Giuseppe Garavana suona nel film di Amelio candidato al Leone d’Oro a Venezia

Giuseppe Garavana alla Maratona Rock (foto Renato Greppi)

Dal 31 agosto prenderà il via la 79a Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia e in uno dei film candidati al “Leone d’oro”, Il signore delle formiche di Gianni Amelio, c’è anche un po’ di Vercelli.

Garavana, Sala, Sturba e Mora

Nel film, infatti, trova spazio l’esibizione di quattro giovani musicisti scelti appositamente dal regista per ricreare – con i loro strumenti inusuali –  quell’atmosfera musicale,  tra lo psichedelico e la cultura indiana, che andava di moda nella metà degli Anni Sessanta, poco prima del viaggio dei Beatles in India. Tra i quattro musicisti anche il vercellese Giuseppe Garavana, di 22 anni, scelto da Amelio per la sua bravura nel suonare la lap steel guitar (o chitarra hawaiana). Gli altri tre musicisti sono Filippo Sala (che utilizza singolari percussioni), Valeria Sturba (che suona il theremin) e Martino Mora (impegnato alla marimba).

Racconta Giuseppe Gavarana: “Abbiamo registrato, l’anno scorso, quei cinque minuti di musica, fatti totalmente di improvvisazione, in un bellissimo studio di incisione a Parma. Amelio era presente e ci chiedeva di arrivare a quell’atmosfera che aveva in testa. Siamo stati registrati e anche ripresi: non so se nel film compariremo anche nelle immagini, ma sono molto felice di essere stato scelto da uno dei migliori registi italiani per un’opera che sarà tra gli eventi della prossima stagione cinematografica”.

Per il giovane musicista vercellese, che ha studiato chitarra classica al Liceo musicale Lagrangia con Laura Mancini, e che, dopo il diploma, si è iscritto sia all’Università (corso di Letteratura) sia al Conservatorio Verdi di Milano, è un momento particolarmente importante. Di recente, ha preso parte, a Genepreto (Piacenza)  ad una giornata di studi dedicata a Franco Battiato, presentata da Francesco Paracchini della prestigiosa rivista L’Isola che non c’è: in quell’occasione, Garavana ha suonato anche brani del Battiato prima maniera, riscuotendo un grande successo.

Ma Garavana – grande chitarrista e notevole tastierista- aveva intanto preso parte anche alla Maratona Rock di Vercelli, organizzata dal Comune e creata dal suo grande amico Tony Bisceglia, che ha sempre creduto in lui e apprezzato le sue doti. Nella “Maratona 2022”, Giuseppe Garavana si è esibito con i suoi “Gara 00”, ma anche con i “Blass” edè stato ospite dei “Monolocale”.

Adesso è atteso al Festival Blues in programma a Notodden, in Noevegia dove parteciperà alla masterclass tenuta dal chitarrista di Bruce Springsteen Little Steven, e dove si esibirà in concerto con altri allievi della masterclass.

Vercelli è sempre più orgogliosa di questo giovane trascinatore musicale che, in pochi mesi, per quanto riguarda la nostra città, è stato ammirato, tra gli altri eventi, alla serata del Cavallino d’oro di Carlo Olmo, al Memorial del Folk organizzato dagli Amici del Cecco e alla presentazione alla Mondadori dell’ultimo libro sul jazz di Guido Michelone, per la Giornata della Musica.

Osserva l’assessore alle Manifestazioni Mimmo Sabatino: “Per la nostra città, Giuseppe è ormai un solido motivo di vanto e la nostra amministrazione, guidata da Andrea Corsaro, è felice ed orgogliosa di annoverarlo sempre più spesso tra i protagonisti delle proprie iniziative”,

Garavana, nonostante la giovane età, vanta collaborazioni professionali con nomi del calibro di Ornella Vanoni, Fabio Treves, Omar Pedrini, Bernardo Lanzetti, Omar Pedrini e con il rapper Ghemon.

Ma lui tiene soprattutto a sottolineare il rapporto, professionale e soprattutto affettivo, che si era creato con due persone, purtroppo scomparse: con Angelo Gilardino e con Vittorio De Scalzi. “Ho avuto la possibilità – dice – di conoscere e poi di frequentare Gilardino perché la mia maestra di chitarra, Laura Macini, era sua allieva e amica. Non dimenticherò mai le ore trascorse con lui, a farmi ascoltare come chitarrista, ma soprattutto a conversare. E’ una delle persone che hanno segnato, e per sempre la mia vita”. “Per quanto riguarda De Scalzi – prosegue – il dolore per la sua scomparsa è lancinante e recente. Ricordo quando suonai con lui al Club Tenco: un’esperienza unica, che in questi giorni ho rivissuto con commozione, orgoglio e infinita tristezza”.

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5 Commenti

  1. Garavana è Veramente bravo,
    IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio (2022) | Trailer Ufficiale
    https://www.youtube.com/watch?v=T3cHUdaCCo0
    ..
    sul film mi dissocio dalle ovazioni che certamente proverranno dalla critica. La storia del perseguitato per le proprie tendenze sessuali .. quasi un piccolo Pasolini , e un piccolo genio .. ma disapplicava peraltro la legge che allora considerava dei malati di mente coloro che “sottoutilizzavano” il proprio corpo, conducendo la specie all’estinzione sicura, certo, lui non poteva farne a meno e “sapeva” che le proprie pulsioni, legge o non legge, “avevano ragione” !!! (?) .. soprattutto c’è da domandarsi se il giovane fosse stato indotto a cambiare le proprie preferenze sessuali .. cos che oggi .. vale solo in un senso??! .. fin dall’infanzia ora si può decidere!! .. prima di sapere le tabelline si imparano le .. tabruttine ..
    Avremo la maggiore età a 4 anni? .. se uno può capire, esprimersi .. aiutato .. usando la mente e non solo l’istinto, se dimostra di preferire i maschi o le femmine è già piuttosto perspicace !
    Non dimentichiamo che la maggiore età rimase a 21 anni fino al 1975, S’era arretrati.
    e Giovanni Sanfratello .. si “emancipò” anticipatamente grazie all’aiuto del professore ..
    Plagio e manipolazione: lo strano caso di un delitto anticostituzionale
    ..
    1-c.

  2. Il reato di plagio mi pare piuttosto perfettamente corrispondente a molti casi, i più disparati, che oggi si verificano con danno alla crescita personale.
    ..
    Il reato di plagio
    Il reato di plagio, nella sua concezione moderna del codice Rocco del 1930, puniva genericamente «Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, […] con la reclusione da cinque a quindici anni», lasciando però alla discrezione dei giudici quali condotte integrassero questa fattispecie. La disciplina del codice fascista aveva sostanzialmente modificato il significato che in precedenza questo termine aveva nell’ordinamento penale italiano. Sotto la vigenza del codice penale Zanardelli (1888) il reato di plagio veniva infatti integrato solo da chi riduceva «una persona in schiavitù o in altra condizione analoga». L’allargamento delle “maglie” della fattispecie operato dal codice del 1930 (con la soppressione del riferimento alla schiavitù) e la sua “psicologizzazione” l’aveva privata di quel necessario carattere oggettivo, essenziale per non lasciare l’applicazione di una norma in completa balìa dell’arbitrio dell’interprete.
    (..)
    Plagio e manipolazione: lo strano caso di un delitto anticostituzionale
    https://traileoni.it/2021/10/plagio-e-manipolazione-lo-strano-caso-di-un-delitto-anticostituzionale/
    2-c.

  3. Il processo viene così descritto sempre in quelle stesse pagine:
    ..
    Il processo
    Durante il processo, “la piscologizzazione” della fattispecie del reato emerge con tutta la sua forza; Il pubblico ministero arriverà a dichiarare:

    “il giovane Sanfratello era un malato, e la sua malattia aveva un nome: “Aldo Braibanti, signori della Corte! Quando appare lui tutto è buio”.

    Viene anche dato peso alla dichiarazione di un giovane col quale Aldo Braibanti aveva fatto alcuni viaggi lungo l’Italia nell’estate del 1960, Piercarlo Toscani, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni e che lo accusò dichiarando tra le altre cose:

    “il Braibanti aveva tentato di introdursi nella mia mente con le sue idee politiche, cioè comunismo in nome di una libertà superiore e ateismo […] cominciò ad impedirmi le letture di svago a me usuali […] tali impedimenti non erano su basi di una prepotenza esteriore, ma sulla base di una prepotenza interiore, intellettuale, che è molto più forte dell’altra”.

    Forti furono le conseguenze, anche mediatiche, con molti giornali della destra ufficiale che si scagliarono contro quello che chiamavano “il professore”, “il mostro”, “l’omosessuale”.

    Durante lo svolgimento del processo, le parole di Giovanni Sanfratello non verranno nemmeno considerate dai giudici. Il giovane, infatti, affermò sempre di essersi allontanato spontaneamente dalla casa familiare, proprio per sfuggire alle pesanti aspettative familiari che non gli consentivano di esprimere appieno la propria personalità. Per i giudici, queste affermazioni non furono altro che una ulteriore conferma della consumazione del reato.

    Il processo Braibanti dura in totale 4 anni, e si conclude con una condanna a 9 anni di reclusione, che in appello verranno ridotti a sei. Dopo due anni di reclusione, Braibanti verrà scarcerato, riconoscendogli i meriti di partigiano della resistenza. La Corte capitolina non ignorava infatti che già prima degli anni ’60 parte della dottrina aveva ritenuto inapplicabile questo reato per via della sua indefinitezza normativa, bollandolo come «un assurdo giuridico poiché un rapporto di soggezione di un soggetto verso un altro soggetto è dato di essere configurato inevitabilmente in innumerevoli situazioni che invece la coscienza etico-sociale accetta ed approva»
    ..
    poi ci fu la riforma .. le criticità e la resilienza?
    ………..
    altra precedente pellicola:
    IL CASO BRAIBANTI
    https://www.filmitalia.org/it/film/133830/
    3-c.

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