I fritti saranno protagonisti alla Cena Ecumenica dell’Accademia Italiana della Cucina

Chef Bonato con Guido Franchi vicepresidente della Delegazione di Vercelli

“Fritti, frittate e frittelle” è il tema individuato dal Centro Studi “Franco Marenghi” al quale l’Accademia Italiana della Cucina dedicherà la sua Cena Ecumenica per il 2020, prevista per giovedì 15 ottobre. La Delegazione di Vercelli, presieduta da Paola Bernascone Cappi, si troverà per l’occasione al Ristorante il Convento di Trino, regno dello chef Giorgio Bonato che interpreterà i piatti del territorio.

Spiega la presidente Paola Bernascone Cappi che «la Cena Ecumenica deve essere l’occasione anche per sviluppare, attraverso la convivialità, i valori della cucina italiana, con la valorizzazione degli elementi identitari del cibo dall’anno, non solo con la sua genuinità e originalità, ma anche attraverso un menu rappresentativo delle caratteristiche delle “Tre T” che caratterizzano la nostra cucina italiana: tradizione, territorio e tecniche originali».

La Cena è anche un momento di formazione culturale degli accademici: vengono riunite idealmente e fattivamente tutte le delegazioni per approfondire il tema dell’anno, affinché questo possa essere celebrato non solo dal punto di vista gastronomico, ma anche dal punto di vista storico, ambientale e civile

Il fritto è un piatto che da molti secoli caratterizza la cucina italiana ed è uno dei pochi che non ha subito molte variazioni negli anni. I cibi, immersi nel grasso bollente, cambiano aspetto, colore, sapore e la croccante crosticina permette anche quella piacevole trasgressione di mangiare con le mani.

L’ultimo volume della Biblioteca di Cultura Gastronomica dell’Accademia Italiana della Cucina parla di “Fritti, frittate e frittelle”, ma non solo: approfondisce la scelta del grasso di cottura, la diversa consistenza degli ingredienti se immersi nella pastella o impanati o infarinati, i recipienti più adatti per cuocere frittelle o frittate. E dispensa numerose ricette regionali.

«Oggi, tuttavia, si assiste spesso al tentativo di criminalizzare i fritti – conclude Bernascone Cappi – Eppure, cosa sarebbe il piacere della gola orfano del tuffo, nell’olio bollente, di carni, pesci, verdure, dolci, pane e pasta, formaggi e salumi? Come per ogni pietanza, l’importante è non esagerare».

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2 Commenti

  1. Vale la regola morettiana delle 4T: “Territorio, Tradizione, Tecniche originali e.. Territorio” nel senso che la Cucina fa parte del tutto: la Societa’! … Convivialita’… nell’anno 1 dell’era covid, non essendo pratico cucinare il Virus, quale allegorico messaggio poteva essere più ‘ efficace.. del “SiAmo Fritti”???

  2. Preciso che la battuta iniziale ne nasconde una famosa e del tutto analoga di Nanni Moretti (al quale quindi è stata da me sottratta) che credevo molto nota ma fra tutti gli amici che l’hanno letta .. nessuno l’ha capita/ricordata, forse il bravissimo regista è ormai inviso alla critica .. sembra quasi uno spregevole sovranista, archeocristiano .. salviniano .. inadeguato alla modernità .. con battute omofobe, o razziste (come quella sulle nugatine.. “A mia madre piacevano molto le feste, le feste come questa. Oggi sarebbe venuta qui. Valentina, ti ricordi quando ci comprava le nougatine? Metà cioccolatino metà caramella: le nougatine. Oggi non le fanno più. A ottobre un giorno arrivava a casa e diceva: “Indovinate cosa vi ho portato”. Ma noi lo sapevamo già: erano i primi mandarini della stagione. Ora invece ci sono le ciliegie tutto l’anno, le fragole tutto l’anno…Ma che che ricordi avranno un giorno questi bambini, eh?”)
    https://www.youtube.com/watch?v=1e-p_XXNDxY

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