Flavio Ardissone racconta i suoi primi 50 anni di cinema e teatro a Vercelli

Già il titolo, in sé, è intrigante: “50 anni di ambra, rosa e azzurro”. E il libro (182 pagine con ben 402 foto) lo è altrettanto. Uscirà, per i tipi della Tipografia Gallo, nei prossimi giorni (con una prima presentazione pubblica per autorità e stampa l’8 aprile al Museo Leone) ed è un’opera affascinante che Flavio Ardissone ha costruito sui suoi cinquant’anni passati tra i palcoscenici vercellesi (dal Belvedere al Civico, dal Viotti all’Italia) tra riviste e proiezioni cinematografiche.

Flavio Ardissone

Dicevamo del titolo. Spiega lo stesso Ardissone: “Da grande esperto dei trucchi del teatro, l’indimenticabile Guagliumi, al Civico, mi disse che, per valorizzare le gambe delle ballerine, era necessario usare un filtro con il proiettore delle luci mischiando appunto i colori ambra, rosa e azzurro. Non l’ho mai dimenticato”.

Flavio Ardissone – che successivamente avrebbe costituito la Cooperativa Belvedere e che sarebbe poi stato al timone di gran parte delle avventure cinematografiche cittadine accanto ai vari Givogre e Capanna – entrò per caso nel mondo cui poi sarebbe stato legato per tutta la vita.

Ardissone al Civico tra Carla Boni e Nilla Pizzi. Con loro, Gino Latilla e Giorgio Consolini

Ricorda: “Al cinema Belvedere, primissimi Anni Settanta, avevano appena proiettato un film in 16 millimetri, e, dopo lo spettacolo, un sacerdote mi chiese se potevo fargli un piacere: riportare la pellicola alla suore Paoline che si trovavano accanto al teatro Civico, dove adesso c’è il negozio di un fotografo. Lo feci e incominciai ad appassionarmi della vita dietro le quinte ed in cabina di proiezione. Ecco dunque questo libro, spero che piaccia ai tantissimi appassionati di cinema e di teatro di Vercelli”.

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1 commento

  1. Una vera, piccola frazione di Storia d’Italia, raccontata con gli aneddoti e… L’Occhio cinematico.. di Ardissone!!!?

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