Federico Grassi: “La Divina Commedia è il più grande affresco dell’umano che sia mai stato concepito”

Federico Grassi al Civico (foto Pino Matera)

Stasera, dalle 21, sul canale YouTube appositamente creato e sulla pagina Facebook Città di Vercelli (link qui), sarà disponibile il video illustrativo realizzato dall’attore e regista vercellese Federico Grassi, per il 700° anniversario di Dante, e intitolato “…infin che il mar fu sovra noi richiuso. Vercelli Dante 700”. Si tratta di un lavoro multimediale di alta qualità che Grassi ha ideato e poi creato con la collaborazione del giovane compositore e ingegnere del suono Umberto Capaldi, che ha scritto le musiche dell’opera, e grazie a Massimo Fonsatti e Paolo Ignetti, veri maestri delle registrazioni video-sonore. Indispensabile e preziosa la collaborazione di Paolo Pomati, che introdurrà le tre rappresentazioni, inquadrandole storicamente.

 

In questi giorni il progetto è in fase di realizzazione pratica in tre sedi emblematiche scelte per valorizzare i celeberrimi tre Canti dell’Inferno (il V, con Paolo e Francesca, il XXVI, con Ulisse, e il XXXIII, con il Conte Ugolino). Le tre sedi sono il teatro Civico, il Museo Borgogna e il Museo Leone. Ma c’è anche una quarta sede – collaterale, ma non troppo – che sarà protagonista della trilogia che prende il nome dal celebre verso dantesco in cui si celebra Ulisse: la Torre dell’Angelo. In essa, Grassi ha pensato di collocare la tragedia del Conte Ugolino, che sarà in gran parte rappresentata al Museo Leone anche nella torre-simbolo della città, che diventerà un’ideale trasposizione della Torre pisana della Muda.

 

Nel ricordare che, contemporaneamente alla messa in onda del video illustrativo, il Comune ha deciso di illuminare col tricolore la targa dantesca su Palazzo Tartara (foto) “Rimembriti di Pier da Medicina…”, e che  le tre puntate di “…Infin che il mar fu sovra noi richiuso” saranno trasmesse su YouTube e sulla pagina Facebook Città d Vercelli per tre venerdì consecutivi, il 9 aprile (Ulisse), il 16 (Conte Ugolino) e il 23  (Paolo e Francesca), ascoltiamo da Grassi il perché del progetto, i motivi della scelta di quei tre Canti e il suo pensiero su Dante.

La targa dantesca illuminata da Comune

 

Come è nata l’idea?

“Nell’anno dantesco Gianna Baucero, assessore agli Eventi Culturali del Comune, ci teneva a celebrare in modo efficace e significativo il connubio tra Vercelli, città d’arte e cultura, e la celebrazione di Dante. Cosicché, mi ha sollecitato a pensare ad un progetto, visto il periodo, in forma multimediale, da poter essere proposto non in presenza, ed io mi sono messo al lavoro con la mia associazione ‘Ananke Teatro’, di cui sono fondatore e direttore artistico, pensando all’interpretazione di tre Canti danteschi in tre luoghi emblematici di Vercelli in cui l’arte viene vissuta e prodotta quotidianamente, tre luoghi tra l’altro ricchi di reminiscenze dantesche, come il teatro Civico il Museo Leone e il Museo Borgogna”.

Perché proprio quei tre Canti e perché tutti dell’Inferno?

“Perché sono tra i più belli, conosciuti ed i più amati di un’opera tutta straordinaria che per me rappresenta, con la summa di Shakespeare, il più grande affresco letterario dell’umano che mai sia stato concepito. Già nel luglio scorso avevo proposto, quella volta con l’amico e straordinario chitarrista Sergio Sorrentino, un lavoro multimediale in cui avevo potuto appagare la mia ‘voglia matta’ di tornare a recitare le pagine che più avevo amato durante la mia carriera d’attore. Adesso riassaporo quella voglia matta con Dante: altre amatissime pagine che mi hanno accompagnato per tutta la mia vita”.

Pagine che interpreterà di fronte a platee vuote, in questo momento così difficile…

“Si però il cliché della platea vuota, penso ovviamente al Civico, mi appare già iper sfruttato e dunque superato. Non ho scelto il Civico per parlare ad un teatro vuoto che emblematicamente io ritengo invece affollato. L’ho scelto perché, come il Leone e il Borgogna, è un palcoscenico naturale di cultura. Perché generazioni di vercellesi da quei luoghi hanno attinto e anche prodotto cultura”.

 

E la decisione di affidarsi ad un giovane compositore per le musiche? Molti per questa ricorrenza dantesca sono andati a parare su brani celebri, lei invece ha adottato una scelta assai più originale.

“Ho conosciuto, come giovane chitarrista, Umberto Capaldi. Mi ha subito catturato per la sua bravura, ma soprattutto per la sua straordinaria professionalità, adattissima ad un progetto multimediale assai più vicino al cinema, che al teatro. Da lì, la decisione di abbandonare un linguaggio musicale classico puntando invece su un lavoro di ricerca e di ingegneria del suono, ambito in cui Capaldi si destreggia benissimo e con eccellenti risultati. Le musiche di ‘…Infin che il mar fu sovra noi richiuso’ saranno una vera, grande scoperta per tutti”.

Umberto Capaldi

Poi c’è la partecipazione di Paolo Pomati, uno dei vercellesi che davvero respirano, se non trasudano cultura….

“Paolo, con la sua capacità stregonesca, di rendere immediata anche un’opera tutt’altro che abbordabile di primo acchito come ‘La Divina Commedia’ sarà un altro punto di forza di questo progetto. Le sue esegesi dei tre Canti sotto l’aspetto storico e letterario conquisteranno tutti. Vorrei davvero che queste tre rappresentazioni diventassero una  bella ‘cartolina’ di presentazione per la nostra città”.

Del Civico abbiamo visto la scontata scelta del palcoscenico, ovviamente. Dove saranno invece collocate le rappresentazioni al Borgogna e al Leone?

“Rispettivamente sulla loggia e nella Sala dei Marmi. Mi sembrano due ambienti davvero ideali”.

Infine, una domanda scontata: il messaggio di Dante è ancora attuale?

“Ma assolutamente sì. Perché Dante parla un linguaggio senza età che trascende la collocazione temporale. Prenda il famosissimo canto di Paolo e Francesca. Si tratta di due adulteri che la morale di allora avrebbe sicuramente condannato senza appello. Invece Dante non solo non li giudica, ma dedica loro una delle più belle immagini di tutta la sua opera, quella delle ‘colombe’, tra l’altro riservando a queste due figure la rarissima peculiarità nella ‘Commedia’ di apparire assieme. E la pietà umana che prova nei loro confronti è tale che ne viene sopraffatto al punto di cadere ‘come corpo morto cade’. Questo non è Medioevo. Ecco perché, dopo sette secoli, l’opera di quest’uomo non solo è ancora attuale e condivisibile, ma dovrebbe essere conosciuta, amata, apprezzata e diffusa da tutti”.

Edm

 

Ecco il video realizzato da Federico Grassi

 

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