Vercelli – Il 20 marzo scorso, quando se ne andò a 74 anni, lasciando un vuoto immenso nell’ambito della Croce rossa di Vercelli, che aveva servito come volontario per ben 41 anni, si era in piena pandemia e solo i familiari più stretti poterono dargli un veloce addio.
Ma domenica, alle 11, nella chiesa di San Paolo, tutti potranno ricordare Silvano Barbero, storico autista delle ambulanze che trasportavano i malati affidati alla Cri. Lo potranno ricordare grazie ad una messa in suffragio anche i colleghi delle Officine Meccaniche “Cerutti”, anzi addirittura quelli dell’Icma di Ferruccio Mairino, poi confluiti nella grande azienda sulla strada per Trino che oggi ha purtroppo chiuso i battenti. Così hanno voluto la moglie Donata, i figli Rossano e Michela, i fratelli e la sorella.
Nato a Villata il 9 aprile del 1945, Silvano era entrato in Cri nel 1979, si era distinto nel soccorso coordinando i volontari durante le alluvioni del 1994 e del 2000 (braccio destro di Roberto Scheda) ed era stato tra i primi volontari piemontesi ad accorrere nel 1997 per soccorrere le popolazioni di Castelfiorito e dintorni colpite da un rovinoso sisma. Inoltre Silvano fu ispettore dei Volontari del soccorso e per anni delegato tecnico della Protezione civile.
Per tutte queste ragioni, quando se ne andò cinque mesi fa, la Croce Rossa vercellese gli rivolse un affettuosissimo ricordo sui giornali. “Stamane – scrisse quel terribile giorno il presidente della Cri vercellese Mauro Olivero – è mancato un amico, un grande amico, una persona preziosa, in grande altruista, un saggio, un uomo gioviale, un consigliere disinteressato, un giusto”.





