Domani la “Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid”, a Vercelli celebrazione davanti al Comune e al cimitero

Un anno di pandemia e centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo. Nel nostro paese, con i decessi che hanno già superato le 100mila unità, la violenza del virus pare ancora non avere avuto un deciso rallentamento, colpa anche, forse, delle incertezze con cui è stata avviata la campagna vaccinale. In ogni caso per celebrare la memoria delle vittime del Covid 19, di color che non ce l’hanno fatta, esattamente come avviene con i caduti di una guerra, è stata individuata la data del 18 marzo quale “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di COVID-19”. Tale ricorrenza da quest’anno verrò celebrata ogni anno, al fine di “conservare e di rinnovare la memoria di tutte le persone che sono decedute a causa della pandemia”.

 

Anche a Vercelli, in occasione di questa giornata così speciale, tanto più che l’allarma covid non è ancora cessato, verrà reso omaggio a coloro che hanno perso la vita per questa orrenda malattia. “Vogliamo ricordare tutti coloro che ci  hanno lasciato in questa tragica circostanza – dice il Sindaco Andrea Corsaro – siamo vicini ai familiari delle vittime e a   coloro che hanno sperimentato in prima persona il dolore della malattia o la perdita di una persona cara”.

 

Così domani mattina, giovedì 18 marzo, alle ore 11.00 in Piazza del Municipio la memoria delle vittime verrà commemorata con un minuto di silenzio; successivamente alle ore 12.30 avrà luogo una breve cerimonia di fronte al Cimitero di Billiemme, nella quale l’Arcivescovo Monsignor Marco Arnolfo rivolgerà a tutte le vittime della pandemia una benedizione alla presenza delle autorità, del Prefetto Francesco Garsia e del Sindaco Andrea Corsaro.

 

In serata invece è prevista l’illuminazione della Chiesa di Santa Maria Immacolata a Billiemme, come momento di ricordo.

 

 

 

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1 commento

  1. Come si ricorderà per determinare se un defunto dovesse essere pianto per covid-19 (virus tuttavia probabilmente mai isolato) o per altre patologie si sarebbe dovuto in alcuni casi effettuare l’autopsia ma furono sostanzialmente vietate, almeno nei primi mesi, e fu criticato il nostro Governo. Vedo ora che negli Usa il problema si ripete da parte delle autorità preposta a verificare se, la morte fosse da riferire al vaccino anti-covid o ad altre patologie. Questo significativo episodio lo testimonia :

    (…) Il mese scorso, The Defender aveva riferito che una donna di 58 anni era morta poche ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino COVID di Pfizer. I funzionari statali e federali avevano affermato di stare indagando sulla sua morte, ma non avevano eseguito alcuna autopsia. Una richiesta di ufficiale aveva permesso la divulgazione delle e-mail tra il commissario statale per la salute, Normal Oliver, e i funzionari incaricati dell’informazione al pubblico, che avevano scritto di essere “preoccupati che la morte della Keyes (afroamericana) avrebbe potuto peggiorare l’esitazione vaccinale tra le minoranze,” come riportato da The Virginian Pilot.
    I funzionari statali si erano rifiutati di rispondere su come i periti medici avrebbero potuto escludere altre potenziali cause di morte, innescate da o legate al vaccino, senza un accertamento necroscopico.
    La famiglia era stata costretta a ricorrere ad una autopsia privata. La figlia della Keyes aveva detto che, anche prima che i funzionari statali fossero a conoscenza dei risultati dei test preliminari post mortem della madre, l’ufficio del medico legale le aveva comunicato che non avrebbero eseguito alcuna autopsia. Le avevano detto che “non c’era nulla da imparare da un’autopsia che collegasse il vaccino alla sua morte.”
    (…)
    https://comedonchisciotte.org/decessi-ed-effetti-collaterali-da-vaccinazione-covid-i-dati-aggiornati-del-cdc-americano/

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