DIVERGENZE – Piazza Mazzini è tornata a riempirsi di richiedenti asilo: e il Comune dov’é?

Com’era facilmente prevedibile, in piazza Mazzini, ormai da almeno un paio di settimane, anche più, sono tornati alcuni migranti pakistani, alla spicciolata, e adesso la loro presenza è di nuovo consistente. E, come continua ad accadere, ci sono tornati nella più assoluta indifferenza istituzionale. Basti pensare che il Consiglio comunale di Vercelli si è occupato (giustamente), dibattendo, dei problemi del popolo afghano, quando invece in città c’è un problema di persone che dormono all’addiaccio e che non sanno, tra le altre cose, dove andare al gabinetto: a poco meno di cinquanta metri dalla sala dove è stata dibattuta la questione dei diritti civili violati a Kabul.

In piazza Mazzini (o altrove) non c’è una tenda per accogliere queste persone – e adesso ogni notte piove a dirotto e fa freddo -, non ci sono gabinetti chimici (e dunque quella “cosa” la fai per strada), forse, pensiamo noi, per il timore che attrezzando qualcosa poi il passaparola indirizzi altri profughi verso la nostra città. Sopperiscono a questa incredibile indifferenza, il solito volontariato cattolico (ad esempio la Comunità di Sant’Egidio), la Croce rossa e il solito privato che, ad esempio, ieri sera è andato a cercare, sotto la tormenta, questa gente per portarla a casa sua a dormire sotto un tetto: ha trovato cinque di questi richiedenti asilo, gli altri chissà dove sono andati a ripararsi dalla pioggia e dal freddo.

Stamane ha riportato i cinque in piazza Mazzini, dove ha ritrovato gli altri e, tra le altre cose, ha trovato una situazione di degrado al limite della sopportazione: in pieno centro a Vercelli! Ha quindi provveduto lui a far raccogliere i rifiuti e a sistemarli almeno in sacchi neri.

Nei giorni scorsi sono stato a Palermo. Ho ammirato un centro storico meraviglioso, ma ho visto una periferia – e anche tratti di lungomare – assolutamente degradati, con l’immondizia che non viene raccolta, penso, da mesi, forse da anni. Oggi piazza Mazzini è così.

Da ex consigliere comunale, non entro nel merito delle decisioni di Prefettura e Questura, ma sono “sorpreso” (e qui uso un eufemismo) dall’assoluta ignavia dell’amministrazione comunale (tutta, maggioranza e opposizione) su questi problema, enorme, e che viene ignorato, come se non esistesse. Gli eletti dei cittadini hanno assolutamente il dovere di fare qualcosa.

Qui non è in discussione il fatto se sia giusto che questa povera gente arrivi o no fin qui, e perché ci arrivi. Il problema che sollevo è di civiltà e di decoro. Se la soluzione, nel timore di perdere qualche consenso elettorale è ignorarlo, allora non è più la Vercelli che conoscevo, civile, solidale, attenta, la Vercelli da portare ad esempio in Piemonte e nel resto d’Italia. E dunque concludo: in attesa che queste persone siano portate ai Cas – alcune di loro, per fortuna, hanno già ottenuto questa chance – non è proprio possibile allestire almeno una tenda e un paio di gabinetti chimici, se non in piazza Mazzini almeno da qualche altra parte? E’ una soluzione proprio al di fuori della portata anche economica o logistica? Occorre l’intervento dell’archistar Andreas Kipar per risolvere almeno in modo provvisorio il problema?

Sono domande che pongo agli ex colleghi del Consiglio comunale e che che riassumo: “Al di là del problema dell’accoglienza sì, accoglienza no, secondo voi i vercellesi sono contenti che piazza Mazzini sia da almeno venti giorni un incrocio tra una latrina e una discarica a cielo aperto? Facciamo pure tutti gli ordini del giorno sui mali e i diritti civili violati nel mondo, ma uno anche piccolo, stringato, su piazza Mazzini, proprio no?”

 

Enrico De Maria

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4 Commenti

  1. “Al di là del problema dell’accoglienza sì, accoglienza no, secondo voi i vercellesi sono contenti che piazza Mazzini sia da almeno venti giorni un incrocio tra una latrina e una discarica a cielo aperto? Facciamo pure tutti gli ordini del giorno sui mali e i diritti civili violati nel mondo, ma uno anche piccolo, stringato, su piazza Mazzini, proprio no?”
    Penso che i vercellesi si dividano in due gruppi 50 e 50:
    1) accogliamoli tutti (nel senso di tutto il mondo) piangendo lacrime amare, incompresi dal gruppo due e forse anche dai migranti (pure dopo la traduzione)
    2) mandiamoli tutti indietro .. con malcelato odio
    Ci dovrebbe essere poi un terzo gruppo: accogliamo i profughi veri .. visto turistico gli altri, ma non ha rilevanza numerica.

  2. Caro Direttore,elogio la Sua attenta analisi su questo serio problema che la Nostra Ciità non vuole risolvere,come se non esistesse,ma c’è.
    Mi domando cosa ci vuole per far smuovere questa Amministrazione Comunale e risolvere questi veri problemi.
    Problemi che NON solo i soli presenti in Città: movida notturna,rifiuti non raccolti,e per finire i ben noti parcheggi per i residenti della ZTL.
    Direttore,NON possiamo più accettare questo immobilismo,dobbiamo smuovere costoro a ridarci la nôsa bèla Varsej !!!

  3. E’ piuttosto evidente che, se la sinistra insieme a Lamorgese si applica per massimizzare gli arrivi.. poi l’accoglienza appassiona di più le amministrazioni del asinistra che pensa di avvantaggiarsene elettoralmente, a medio termine. Invece poi loro si faranno un proprio partito che li rappresenti coerentemente, come, questa volta, é davvero democraticamente corretto. .

  4. Caro Enrico, c’è un governo della città, che non governa la città, che promette una città verde entro il 2030 e che restituisce sterpaglie in piazza Roma (e a essere onesti per tutta la città, in maniera ufficiosa).
    Inutile chiamare in causa l’opposizione, giusto per addolcire la pillola.
    L’incompetenza regna sovrana e ha i nomi e cognomi della giunta.
    Non c’è una politica attiva sui giovani (spesso minori), che si ubriacano sempre di più senza alcun controllo.
    Non c’è una politica del lavoro, infatti la disoccupazione galoppa.
    Non c’è una politica della gestione dell’accoglienza, perché fare finta che non esistano i flussi migratori e affidarsi ai privati è criminale e criminogeno.
    Non c’è una politica del disagio, infatti aumentano le persone in difficoltà di fronte ai supermarket 24h con in mano il cartone del vino alle 9 del mattino.
    Questa amministrazione ha il saldo controllo del governo e del consiglio comunale (ce ne siamo accorti quando non ha votato la cittadinanza alla Segre, per dire) ma non il controllo dei problemi della città.

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