Covid: il Piemonte potrebbe chiudere tutte le scuole già dalla prossima settimana

Il Piemonte potrebbe a breve chiudere tutte le scuole a causa dei numeri dei contagi che sarebbero in peggioramento e preoccupano i vertici reginali. La decisione ufficiale sarà presa oggi, scrive il Corrirere della Sera nell’edizione locale, dopo un ultimo incontro tra il presidente della Regione Alberto Cirio i sindaci e i prefetti che si terrà nel primo pomeriggio. La misura potrebbe scattare già da lunedì e riguarderebbe le scuole di ogni ordine e grado: dai nidi alle superiori. Le lezioni tornerebbero quindi in didattica a distanza per tutti, come nel primo lockdown.

Si tratta da un lato degli effetti dell’aumento dei contagi e dall’altro di ciò che deriva dalla firma del nuovo Dpcm che impone limite più restrittivi ( i famosi 250 contagi ogni 100mila abitanti) oltrepassati i quali le Regioni possono disporre la chiusura delle scuole.

Il professor Alessandro Stecco, presidente della commissione sanità in Regione, in un post su Facebook spiega: “Ci sono tre macrocriteri che possono determinare la chiusura della Scuola per elevato rischio epidemiologico. Il primo requisito è che ci sia l’esistenza comprovata della variante in circolo. Il secondo l’incidenza con quei parametri numerici (soglia dei 250/100.000 abitanti). Il terzo un eccezionale aumento dei contagi, un differenziale o delta di incremento valutato dagli epidemiologi. Sono 3 criteri indipendenti, ne basta uno di questi. Cosa può succedere in Piemonte? Il Presidente Cirio e la Giunta hanno commissionato al Dipartimento delle malattie infettive una relazione per verificare in quali aree del Piemonte esiste la presenza di almeno uno dei tre requisiti imposti dal DPCM”. Conclude Stecco: “Questa relazione verrà illustrata al presidente della regione ai sindaci e i prefetti oggi – 3 marzo – alle ore 13:00: sulla base delle risultanze verranno assunte le determinazioni previste dal governo. Non sarà quindi una scelta o un opzione – la probabile chiusura delle scuole -, ma un obbligo di legge dovuto a una previsione del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero di forte peggioramento in caso non si prendano provvedimenti”.

“Temo che andremo a chiusura di tutte le scuole anche in Piemonte” ha detto ieri nel pomeriggio Fabrizio Manca, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, mentre si moltiplicavano le zone rosse istituite in Regione (leggi qui).

Il Dpcm entrerà in vigore sabato 6 marzo, perciò la chiusura delle scuole dovrebbe scattare non prima di lunedì. Ma per avere certezze sulla data si dovrà quinidi attendere la giornata di oggi e la relazine del Presidente Cirio a sindaci e prefetti. Per avere un’idea dei dati su cui verranno prese le decisioni, nel bollettino dei contagi di ieri (2 marzo), dei 1.609 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 in Piemonte, 186 erano da ambito scolastico, mentre il giorno prima, lunedì 1 marzo, nell’ambito scolastico sono stati 113 i nuovi contagi.

 

Aggiornamento.

Secondo le prime indiscerzioni dalla riunione del primo pomeriggio in Regione, sarebbero Cuneo Torino, VCO e Vercelli le province che presentano dati fuori soglia. Tutti hanno casi di variante. La tendenza sarà di  procedere a misure diversificate. Le elementari come sempre in presenza mentre medie e superiori andranno in Dad per Asti, Alessandria, Biella e Novara. Invece a Torino, Cuneo, Vercelli e VCO vi sarà la chiusura totale di ogni ordine e grado. Questo a partire da lunedì e per due settimane. Mentre il Piemonte potrebbe diventare arancione rafforzato (qui le eventuali restrizioni).

 

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2 Commenti

  1. *Ci sono tre macrocriteri” vuol dire che on c’è neppure un criterio preciso, ma totale discrezionalità, come in una banale dittatura, pur t4ovandoci in una consolidata democrazia.
    Difetti persino intrinseci dei 3 “criteri”
    1) “l’esistenza comprovata della variante in circolo” non ha alcun effetto serio sulla salute dei giovani, lo si legge sulle ultime righe di un articolo del Corriere (della sera) anche se il titolo al contrario crea allarme (escludo che Cirio legga solo i titoli dei giornali…)
    2) 250 positivi su 100mila abitanti… Si ottengono facilmente aumentando a dismisura (o meno) il numero di tamponi effettuati (come sta accadendo in Italia… in modo piuttosto difforme da Regione a Regione) .
    3) l’aumento dei “contagi” non ha alcun significato se non confermato da un aumento di virulenza, ma su questa via sarebbe richiesto l’intervento di medici veri e propri… non accadrà mai.
    CRI-CRE
    In devinitiva si tratta forse di criteri un po’ cretini (non per colpa di Cirio).
    Da un lato Draghi sembra voler accentrare mentre le Regioni vorrebbero mantenere il proprio potere decisionale.

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