Costi, tasse e ritardi sulle mascherine: Tiramani denuncia il caos dei dpi a Striscia la Notizia

Ha generato subito moltissime reazioni l’intervento dell’On. Paolo Tiramani, Sindaco di Borgosesia, di ieri sera a “Striscia la Notizia” in cui ha evidenziato il problema dei costi che le Amministrazioni Locali devono sostenere per approvvigionarsi dei dpi (le mascherine e i dispositivi di protezione) per i propri dipendenti. Poco dopo la trasmissione infatti il sindaco Borgosesiano, come si legge i una nota. “è stato sommerso di telefonate da parte di Sindaci ed Associazioni no profit, tutti accomunati dall’estrema difficoltà nell’ottenere tali dispositivi”

 

“Il problema è molto sentito – spiega Tiramani – e questa intervista diffusa a livello nazionale mi ha confermato che era assolutamente necessario portarlo all’attenzione di tutti, con l’auspicio che vengano modificati provvedimenti inadeguati”.

 

Il riferimento di Tiramani è alla circolare del Commissario Straordinario Arcuri, che pur trattando il tema dell’importazione dei dispositivi di protezione individuale, non tutela affatto gli amministratori locali: “Pur essendo enti pubblici, le procedure amministrative che ci riguardano non ci permettono di acquistare direttamente all’estero e dunque siamo costretti a pagare l’IVA al 22% oltre al ricarico della dogana che è del 6,3%, quindi abbiamo un ricarico totale pari circa al 30% su ogni mascherina. Bisogna assolutamente che si trovi una soluzione, e i tanti Sindaci e Presidenti di Associazioni che mi hanno chiamato sono tutti d’accordo su questo punto. Mi auguro che il Governo, tra le tante cose di cui deve occuparsi, trovi il modo di dare una risposta puntuale anche a questa questione, che non è certamente secondaria”.

 

L’intervista a Striscia, come spiega lo stesso Tiramani, ha portato con sé anche un altro effetto quello di generare un interesse verso la sua amministrazione di chi nel mercato delle mascherine vede un affare da conquistare subito: “MI hanno telefonato diversi soggetti pronti ad offrirmi mascherine FFP2 e addirittura FFP3 a prezzi davvero improbabili, che da un lato mi fanno sorridere e dall’altro mi fanno sollecitare controlli serrati su questo “mercato parallelo” iniziato con l’emergenza” aggiunge Tiramani.

 

Il mercato delle mascherine però si compone anche di imprenditori che dimostrando un valore etico diversi, si sono messi al servizio del Paese: “Mi hanno contattato anche per offrirmi le mascherine dei laboratori convertiti – spiega Tiramani – ed in questo caso li ringrazio per l’impegno e l’intento solidale: sono mascherine che vanno benissimo da distribuire alla popolazione, ma non possiamo utilizzarle per i dipendenti pubblici, in quanto non hanno tutte le certificazioni necessarie. Ma ciò non toglie che loro sono l’espressione migliore di questa Italia che non si fa fermare da nulla e che raddrizza la schiena e stringe i denti pur di andare avanti e guardare al futuro con positività”.

 

 

Ma sulla questione dispositivi di protezione i problemi non finiscono qua. La “burocrazia dissennata anche in tempo di emergenza”, aggiunge Tiramani, diventa un ostacolo a volte insormontabile: un imprenditore ha scritto allo stesso Tiramani denunciando “la follia di un sistema in cui le imprese non solo devono sostituirsi allo Stato nell’approvvigionamento di dispositivi di protezione da destinare alle amministrazioni locali, MA devono ANCHE scontrarsi con una serie di disservizi inaccettabili”.

 

Che cosa succede?

Spiega, ancora, nel comunicato il sindaco di Borgosesia: “Le Dogane non agevolano in alcun modo il rilascio rapido del materiale atteso con urgenza dalle amministrazioni: vero che occorre controllare e vigilare, ma occorre anche accelerare i tempi. I dispositivi hanno costi gonfiati ed i corrieri espressi applicano importi folli per le importazioni aeree: fino al 30% del valore della merce. Lo Stato che fa? Invece di agevolare gli imprenditori che si fanno carico di procurare la merce che in Italia non c’è, (anticipando i pagamenti in un momento di crisi di liquidità) pretende il normale pagamento anticipato dell’IVA e applica un onere del 6,3% sulla maggior parte dei dispositivi medici importanti. Così non va bene!!!”.

 

“Non stupiamoci dei costi folli delle mascherine: non derivano dall’aumento del costo delle materie prime, ma anche e soprattutto dalle speculazioni di dogane e corrieri espressi – prosegue Tiramani -. Bisogna cambiare marcia, e presto, se non vogliamo distruggere il sistema Italia è inaccettabile che lo Stato lasci soli coloro che si sono immediatamente attivati per stare vicino alla popolazione e a chi ogni giorno “va al fronte” senza che lo Stato gli fornisca le necessarie protezioni. Non è il momento della polemica politica, e siamo tutti d’accordo, ma non deve essere nemmeno quello della speculazione e del pilatismo – continua il Deputato della Lega – nessuno può “lavarsene le mani”, lo Stato deve battere un colpo, deve dimostrare di voler essere a fianco dell’imprenditoria italiana perché solo in questo modo può dare un futuro al Paese. Basta vessare, è il momento di sostenere!”.

 

Per chi fosse interessato ecco il link alla pagina Facebook di Tiramani con il video del servizio di Striscia la Notizia

 

Per chi volesse rivedere il video di Striscia la Notizia di ieri sera ?Vi sembra normale far pagare ad un ente pubblico iva al 22% e tassa doganale del 6,3% su ogni singola mascherina?Governo sveglia!!!

Publiée par Paolo Tiramani sur Lundi 6 avril 2020

 

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