Concerto del 1° agosto con i Musici di Sant’Andrea, il violino più antico del mondo e un grande soprano

La presentazione del concerto al Viotti Club (foto Renato Greppi)

Da ventitré anni, e cioè da quando è arrivata a Vercelli, la Camerata Ducale, ormai agli effetti vercellese honoris causa, celebra la nostra festa patronale con un concerto che, tranne un’unica volta in cui fu allestito in Duomo, è sempre stato ospitato in Sant’Andrea. E così avverrà anche domenica 1° agosto, anche se in effetti la Patronale quest’anno è stata spostata al giorno successivo, lunedì 2, per consentire a tutti i sacerdoti di essere presenti: la domenica non avrebbero potuto celebrare la messa nelle loro parrocchie.

Nascono i Musici di Sant’Andrea

Ma quest’anno non sarà un “semplice”, seppure come sempre di alto livello, concerto. Guido e Cristina Canziani – come hanno illustrato stamane al Viotti Club, presente il sindaco Andrea Corsaro – inseriranno nell’ormai tradizionale appuntamento del 1° agosto i Musici di Sant’Andrea”, vale a dire Guido Rimonda stesso, con suoi ex allievi e con la fedele Marina Martianova: in tutto sei violini, una viola, un violoncello, un contrabbasso, una tiorba (cioè un grande liuto) e un cembalo. Altra particolarità è che suoneranno tutti con strumenti o con archi antichi o “antichizzati”. Ma soprattutto, Rimonda abbandonerà nella circostanza il suo Stradivari 1721 per suonare uno dei violini più antichi del mondo, forse il più antico: un Gasparo da Salò costruito nel 1558 dall’importante liutaio di origini bresciane.

Rimonda con il suo Gasparo da Salò del 1558 (foto Greppi)

Rimonda suonerà violino costruito nel 1558

E qui, prima di tornare al concerto, sarà opportuna una spiegazione sul “come” Rimonda sia entrato in possesso di questo strumento dal valore storico semplicemente eccezionale.

Lo racconta lui stesso: “Un amico commerciante inglese, conoscendo la mia passione di ‘cacciatore’ di violini dal significato importante, mi aveva detto dell’esistenza di questo strumento. Lo aveva un violinista spagnolo. Poco prima che scoppiasse la pandemia, anzi proprio il giorno prima, saputo che intendeva venderlo perché, anziano, non avevano più intenzione di suonarlo, sono andato da lui e l’ho comprato. Ho fatto appena in tempo a tornare a casa, che è scattato il lockdown. Quindi per molti mesi mi sono dovuto accontentare di rimirarlo, senza portarlo da un liutaio che me lo risistemasse e senza sottoporlo ad un esame di dendrocronologia che ha potuto stabilire che il liutaio che l’aveva realizzato aveva usato abete rosso della zona di Ponte di Legno del 1551. Tra l’altro ad agosto andrò a suonarlo in un bosco proprio a Ponte di Legno, in omaggio alla natura che ha consentito di realizzare questo capolavoro”.

Ma ovviamente, la prima apparizione pubblica del Gasparo da Salò non poteva che essere a Vercelli: Rimonda ha pensato al concerto per Sant’Eusebio con una formazione ad hoc ,appunto i Musici di Sant’Andrea, e con musiche di quel periodo avvalendosi, della partecipazione del quotato soprano Francesca Lombardi Mazzulli, specializzata nel teatro musicale Barocco.

Il programma

Con inizio alle 21, saranno eseguiti In furore justissime irae RV 626 e il Concerto in minore per quattro violini, archi e basso continuo RV550 di Vivaldi; il Concerto grosso opera 6 n° 4 in re maggiore di Corelli, “Ah! Mio cor” (da Alcina) e “Tu del ciel ministro eletto” (dall’oratorio il Trionfo del Tempo e dell’Inganno), Endless plesure (dall’oratorio Samele) e “Lascia ch’io pianga” di Haendel e il Concerto grosso n° 8 di Geminiani. L’ingresso è libero, ma i posti riservati, nel rispetto delle norme Covid, potranno essere solo duecento, per cui è assolutamente indispensabile prenotare il posto sulla solita e-mail: [email protected], oppure passando dal Viotti Club di via Galileo Ferraris 14.

E se fosse Vercelli la patria del violino?

Il concerto potrà essere da sprone per le ricerche storiche e musicologiche , che Rimonda ha avviato da tempo, per individuare in Vercelli, non a Cremona, la “patria” del violino. Idea che al fondatore della Ducale venne esaminando la famosa pala d’altare di Gaudenzio Ferrari in San Cristoforo detta “La Madonna degli aranci”. Vi appaiono infatti due putti, e uno suona uno strumento molto simile al violino: e la pala era stata dipinta nel 1529, ben prima delle origini ufficiali dello strumento. Spiega Rimonda: “Ci sono dipinti, affreschi anche antecedenti in cui appaiono strumenti simili al violino che però avevano tre corde e che erano quindi delle vielle. Nel quadro del Gaudenzio nn si vedono le corde, siano tre o quattro, ma lo strumento sembra proprio essere un violino, non una viella, assai più piatta. E se nel 1529, Gaudenzio ha dipinto un violino, significa che era già usato, e probabilmente da tempo, da musicisti nel Vercellese”.

Particolare dei putti (uno col violino) dalla Madonna degli Aranci in San Cristoforo

Ma c’è di più. Prosegue Rimonda: “Abbiamo trovato documenti addirittura risalenti all’inizio del ‘500 in cui si parla espressamente di violini e di violinisti: descrivendo un battesimo, in un testo si parla espressamente del padrino come di un ‘violinista’. Tutto lascia dunque pensare che le origini dello strumento non siano esclusivamente cremonesi, ma che le radici siano diversificate: dal Bresciano, appunto al Vercellese. Non non abbiamo avuto i grandissimi liutai cremonesi, ma può darsi che il violino sia apparso dalle nostre parti, o prima o contemporaneamente rispetto a Cremona. E sarebbe importante se ciò fosse avvenuto nella terra di Viotti”.

Ha commentato il sindaco Corsaro: “Non vogliamo rubare primogeniture a nessuno, ma gli argomenti del maestro Rimonda ci sembrano solidi e importanti e meritano un accurato approfondimento storico”.

Enrico De Maria

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1 commento

  1. Interessanti gli studi sull’origine del Violino Vercellensis .. e il riguardo verso l’antichissimo strumento appena acquisito:
    “(..) ad un esame di dendrocronologia che ha potuto stabilire che il liutaio che l’aveva realizzato aveva usato abete rosso della zona di Ponte di Legno del 1551. Tra l’altro ad agosto andrò a suonarlo in un bosco proprio a Ponte di Legno, in omaggio alla natura che ha consentito di realizzare questo capolavoro (..) ”
    Meno chiaro per i laici non informati è l’alchimia vaticana per fissar la data dei festeggiamenti di S.Eusebio (slittamento peraltro non nuovo):
    “la Patronale quest’anno è stata spostata al giorno successivo, lunedì 2, per consentire a tutti i sacerdoti di essere presenti: la domenica non avrebbero potuto celebrare la messa nelle loro parrocchie”

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