Cappuccio: “Le dimissioni di Aureliana De Santis non sorprendono viste anche le sue assenze. Nessun problema di bilancio”

Il Sindaco di Santhià, Angelo Cappuccio

Relativamente alle dimissioni dell’assessore al Bilancio del Comune di Santhià, Aureliana De Sanctis, di cui abbiamo parlato in un articolo a parte (leggi qui), riceviamo e volentieri pubblichiamo la seguente lettera del Sindaco Angelo Cappuccio.

 

 

Ieri sera (17 agosto 2021, curiosamente quando manca poco più di un mese alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre) ho ricevuto le dimissioni dalla carica di assessore da parte di De Sanctis.

Se posso dire, un gesto che non mi ha (e non ci ha come maggioranza) sorpreso affatto.

Non dico nulla di nuovo nell’osservare con grande tranquillità che fin dall’inizio De Sanctis ha dimostrato di non saper essere parte della squadra di questa amministrazione. Molto spesso era assente dall’ufficio, solo qualche telefonata o qualche videochiamata, tanto che abbiamo stilato una sorta di regolamento affinché le videochiamate potessero essere sostitutive della presenza in Giunta e in Consiglio Comunale. Essere assessore della città e spesso non presentarsi neanche una volta alla settimana in municipio… beh qualche perplessità la lascia, pure di natura etica! E se poi parliamo di partecipazione alla vita pubblica, possiamo dire con grande tranquillità: praticamente assente.

Direte voi che la pandemia ci ha allontanati e che tante pratiche si possono svolgere in remoto.

Ma noi altri della maggioranza, specie se Assessori e quindi parte dell’organo esecutivo, anche in tempo di primo lockdown ci siamo sempre stati e credo sia un preciso dovere esserci proprio in situazioni di emergenza. Per quanto riguarda il mestiere di assessore, poi …ecco… ci spiace proprio dirlo, ma tutti noi abbiamo visto come spesso su questioni di grande rilievo De Sanctis non ha portato contributi utili alla risoluzione di questioni o problematiche importanti, pur avendo un assessorato significativo. E badate che non sta a me dire se per carenze o per precisa volontà. Noi vediamo i fatti. Per chiarezza vi faccio un esempio: il milione di euro – dico un milione di euro – che stiamo spendendo in questo ultimo anno e mezzo di amministrazione, è stato trovato nelle pieghe dell’avanzo del bilancio grazie al consulente, al segretario comunale e al responsabile di servizio dell’area finanziaria, non di certo all’ex assessore al bilancio che più volte invece non ha condiviso le nostre decisioni. Posizioni quindi non comprensibili da parte di chi invece dovrebbe cercare soluzioni affinché i soldi disponibili vengano spesi per migliorare la città. Credo sarà il tempo a raccontarci i motivi di questa scelta finale.

Ma se allora stavano così le cose, perché non toglierle le deleghe prima, vi chiederete? Semplicemente perché non si fa, perché non è nella nostra natura mandare via le persone, perché crediamo sempre che ci sia la buona volontà e la buona fede in ognuno di noi e che la squadra prevalga sul singolo.

Amministrare una città esige che ci si concentri su come ottenere il bene per la città, non su altro.

E così è stato. Il bilancio comunale è a posto: le casse sono sane, le opere pubbliche realizzate sono tante e quelle in cantiere anche di più. Abbiamo superato (e speriamo di uscirne presto) una pandemia sanitaria.

La mia relazione di fine mandato, che invierò alla Corte dei Conti, spiegherà ogni aspetto di questa amministrazione, anche la situazione economico finanziaria. Risulterà, ad esempio, con inconfutabile chiarezza che l’ipotesi che la società Sviluppo Santhià possa creare problematiche al bilancio comunale è priva di fondamento. I tecnici esperti in materia confermano che non ci sono problematiche in tal senso. Illustrerò tuttavia i vari passaggi di questa lunga vicenda che parte dal passato, con una giunta, quella di Canova e Simion, ideatori di una società partecipata già fuori gioco fin dalla nascita.

Siccome ritengo che la ‘questione della Sviluppo Santhià’ sia importante, ecco di seguito un approfondimento.

Le valutazioni patrimoniali della società Sviluppo Santhià’ sono ormai da anni rimesse al liquidatore.

Nell’ultimo anno, anche con l’obiettivo dichiarato di un rilancio industriale dell’area, abbiamo supportato il liquidatore nello sviluppo di un manifestato interesse di mercato, che purtroppo non si è poi concretizzato per la scelta dell’azienda offerente di trasferirsi su altra sede. Durante quella fase, il liquidatore ha proceduto a nuova perizia, per le trattative in corso, verificando una sostanziale distanza tra i valori iscritti a patrimonio e quanto oggi stimabile con analisi di mercato. L’esito è quindi, per legge, quello di una svalutazione delle aree, definita dal liquidatore, a cui spetta il compito di tale quantificazione.  Dire che tali valori dipendano dal Comune o da discrezionali valutazioni è completamente falso.

Quindi, da anni la storia della Sviluppo Santhià è chiusa per il Comune e da anni abbiamo svalutato i crediti comunali rispetto alla società. Per cui tutti siamo ben consapevoli che il bilancio comunale è al riparo da possibili effetti della liquidazione. Chi dice il contrario evidentemente non è preparato e, peggio ancora, diffonde oggi inutili allarmismi.

Il Sindaco di Santhià,

Angelo Cappuccio

 

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