Azione ha riacceso i riflettori sui 5 referendum sulla Giustizia dimenticati da tutti a un mese dal voto

L’intervento introduttivo di Gabriele Molinari (foto Renato Greppi)

 

Manca un mese alla consultazione referendaria del 12 giugno e sono ormai poco meno di tre mesi che non se ne parla più. L’assalto di Putin all’Ucraina ha concentrato tutto il dibattito politico sulla guerra, spegnendo o limitando a scaramucce di conventicole quasi ogni tipo di confronto dialettico sui cinque referendum sulla Giustizia.

Per questa regione è da apprezzare l’iniziativa che il movimento politico Azione ha promosso ieri pomeriggio al Ridotto del Civico, dando la parola sia ai magistrati sia agli avvocati.

Dopo l’apertura a cura di Fabrizio Finocchi, fresco coordinatore vercellese di Azione Vercelli, moderati da Gabriele Molinari, avvocato e responsabile nazionale professioni del Movimento di Calenda, sono intervenuti Giorgio Potito, magistrato presso il Tribunale di Torino, Massimo Mussato, avvocato penalista in Vercelli, Pier Luigi Pianta, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli e Gianluca Susta, avvocato, segretario regionale di Azione.

L’intervento di Fabrizio Finocchi, neo coordinatore vercellese di Azione (foto Greppi)

Prima di esporre in modo sintetico quanto è emerso dal confronto promosso da Azione diamo un’occhiata ai cinque quesiti referendari, cui si troveranno di fronte gli italiani domenica 12 giugno, ricordando che sono stati sottoposti al giudizio Corte Costituzionale dai due partiti che hanno promossola raccolta di firme da parte dei cittadini: la Lega e il Partito Radicale. In realtà erano state raccolte le firme per sei referendum abrogativi, ma quello sulla responsabilità civile dei magistrato non è stato accolto dalla Consulta.

Ecco i cinque per cui gli italiani sono chiamati alle urne:

ABROGAZIONE DECRETO SEVERINO – Uno dei quesiti di bandiera mira ad abolire il decreto legislativo 235 del 2012, detto anche legge Severino. Prescrive che chi viene condannato in via definitiva a più di due anni di carcere per reati di allarme sociale, contro la pubblica amministrazione e non colposi (per i quali è comunque prevista la reclusione) diventa incandidabile. La condanna definitiva per uno dei reati suddetti determina la decadenza del mandato. Se vincerà il sì al referendum i concetti di incandidabilità e decadenza verranno abrogati e anche ai condannati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o di continuare il proprio mandato. Eventuali divieti di ricoprire cariche torneranno a essere decisi dal giudice, chiamato a decidere caso per caso, come è avvenuto fino al 2012 prima dell’entrata in vigore della legge Severino.

RIFORMA CSM – Viene indetto il referendum per l’abrogazione delle norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. Attualmente, un magistrato che voglia candidarsi al Csm deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme.Nel caso vincesse il sì, verrebbe abrogato l’obbligo della raccolta firme. Si tornerebbe alla legge del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando semplicemente la propria candidatura,

VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI – Il referendum mira ad abrogare le norme sulle competenze dei membri laici nei Consigli giudiziari. I Consigli giudiziari sono organi ausiliari composti da cariche appartenenti alla magistratura e laici (professori universitari e avvocati). Esprimono “motivati pareri” su diversi ambiti, tra cui le valutazioni di professionalità dei magistrati. La valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati viene poi fatta dal Csm che decide anche sulla base di queste valutazioni. Se vincesse il sì, anche avvocati e professori potranno partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE – Si voterà anche il referendum per la separazione delle funzioni dei magistrati, con la richiesta di abrogazione di quelle norme che attualmente consentono il passaggio nella carriera dei magistrati dalle funzioni giudicanti (giudice) a quelle requirenti (pubblico ministero) e viceversa. Se al referendum vinceranno i sì il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice e non potrà scegliere di cambiare indirizzo (cosa che ad oggi avviene con un limite di 4 volte e se sussistono le condizioni).

MISURE CAUTELARI – Il quesito vuole limitare le misure cautelari, con abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari nel processo penale. Attualmente le misure cautelari possono essere motivate dal pericolo che la persona indagata sia a rischio reiterazione del reato, di fuga o di alterazione delle prove a suo carico. Se vincerà il sì al referendum verrà abrogata la motivazione della possibile reiterazione del reato.

Nel confronto di ieri al Ridotto, molto pacato e molto chiaro, è emerso un dato inconfutabile: che i cinque quesiti referendari sono molto “tecnici” e che la sordina che è piombata sulla consultazione dopo l’avvio delle operazioni militari della Russia contro l’Ucraina non sta certo contribuendo al traguardo del quorum. Come ha sagacemente osservato Fabrizio Finocchi, l’ultimo tweet di Salvini sui referendum, che pure la Lega ha promosso in  prima persona risale addirittura alla metà di febbraio, vale a dire a tre mesi fa.

Il pubblico al Ridotto del Civico

E anche se non è stato detto chiaramente, la sensazione è che ben difficilmente il 12 giugno sarà raggiunto il quorum. Ciononostante, Azione di Vercelli si è messa di impegno per cercare – sinora unico tra i partiti locali – di riaccendere i riflettori sulla consultazione di giugno, avviando un dibattito “sereno”, come era  nelle intenzioni di Gabriele  Molinari, dibattito aperto, tra l’altro, da un commosso pensiero dello stesso Molinari sulla collega Sandra Cavezzale recentemente scomparsa.

Con serenità e pacatezza, sia i magistrati Pianta e Giorgio sia gli avvocati Mussato e Susta hanno illustrato i quesiti referendari e detto la loro. Chi si aspettava uno scontro da cappa e spada sarà rimasto deluso, ma a differenza dei talk show, che lla buttano sempre in rissa, il confronto al Ridotto del Civico era tra galantuomini che si sono affrontati dunque in punta di eloquio, non di spada.

Naturalmente non sono mancati i passaggi critici sui cinque quesiti referendari come quando, a proposito del referendum sulle misure cautelari, il dottor Potito Giorgio ha detto con estrema chiarezza che si rischia di piombare in un “vuoto di tutela del cittadino”. “Chi spiegherà – ha detto – agli italiani che un ladro sarò libero di continuare a svaligiare alloggi perché, prima di essere incarcerato, dovrà attendere la condanna definitiva?”. Con molta franchezza, il dottor Giorgio ha ammesso che in Italia c’è stato un abuso di ricorso alla custodia cautelare, ma ha aggiunto che questo referendum inciderà in maniera “rozza” sulla risoluzione del problema senza ottenerla e peggiorando la situazione.

Un intervento del procuratore Pier Luigi Pianta

E se il dottor Pianta era assolutamente d’accordo con il collega, l’avvocato Mussato ha ricordato che, a partire dal 1992, in Italia si sono registrare ben 30 mila ingiuste detenzioni, per le quali lo Stato (“cioè  tutti noi”) ha dovuto versare la cifra astronomica per i risarcimenti di ben 820 milioni di euro. “La misura cautelare – ha detto Mussato – per sua natura ha una fallacità. Purtroppo non viviamo nel miglior mondo possibile dove i processi dovrebbero concludersi in cinque giorni e spesso il magistrato il deve prendere decisioni estremamente difficili”.

Sulla separazione delle carriere si è poi registrato un “pentimento” dello stesso Mussato, che pure era stato uno dei più accaniti sostenitori del referendum. “Adesso – ha detto – la mia posizione si è molto mitigata perché non siamo più nel 1992, periodo assolutamente da dimenticare, e negli anni immediatamente successivi dove accadeva  – come è stato scritto e nessuno ha mai smentito – che tanti casi fossero sempre trattati dallo stesso gip. Il clima è cambiato. Oggi poco mi importa, come avvocato, se il pm diventa poi giudice o viceversa. Ciò che mi importa sono l’onestà e la preparazione dei magistrati, non le carriere e vorrei far notare che nel nostro Paese si tocca il 40 per cento di assoluzioni”,

Tutti i relatori hanno comunque convenuto che, qualora si raggiungesse il quorum, il rischio di un esito demagogico su questo e altri referendum è assai concreto. “Ma in fondo – ha osservato Susta – i referendum sono l’unica arma in possesso del cittadino per costringere il Parlamento a legiferare su temi di grande importanza qual è appunto quello della Giustizia”.

 

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1 commento

  1. .. serenità e pacatezza all’ordine del giorno. In buona sintesi si può dire (lo dico io, però, non i convenuti) che in Italia nulla serve e nulla preoccupa, ben sapendo che non avremo mai leggi appropriate ed adeguatamente garantiste e democratiche come promesso invano dai “padri fondatori” (quindi possiamo esser felici e contenti, serni e pacati che tanto forse a noi ci va bene) ..TUTTO va ugualmente avanti .. bene. Poi forse non si farà neppure il quorum .. che solo chi legge TgVercelli oppure ha eletto a propria lettura giornaliera privilegiata (e non dovrebbero esser in tanti) la Gazzetta Ufficiale (!!!?) saprà con congruo anticipo (onde prepararsi con apposito corso a pagamento alla .. “Bocconi”) dell’esistenza del referendum.
    La riunione serve ad Azione ed ai relatori per far corpo, farsi conoscere ma non troppo (per mantenere l’afflato fasullo di “NUOVI” e non esser confusi con lo sputtanatissimo arco costituzionale .. FdI compreso .. -esistenza che è premessa ecessaria a tarpar le ali ai veri nuovi di questi ultimi 2 anni e mezzo- .. salvo poi cinquestellizarsi una volta eletti) in vista del voto dell’anno prossimo che non siamo ancora certi venga rinviato per pandemia o per la guerra di Putin (perché se i massacri li fa Zelansky come nel 2014a Roma sanno che non val la pena prendersela troppo).
    ..
    La politica italiana e le grandi menti che a diverso titolo la muovono sono rimasti al punto narrato da Gaber, essendo egli molto “avanti”, ecco un esempio delle NOSTRE problematiche da domani mattina in poi:
    GIORGIO GABER Il conformista
    https://www.youtube.com/watch?v=jnzyFvcENAw

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