Al cinema The Batman: gran film atipico di supereroi, uno dei più belli

Come purtroppo i risultati ai vari botteghini stanno dimostrando, dopo le continue percosse dovute alla ancora in corso emergenza sanitaria, il pubblico in generale non è invogliato a tornare nelle sale a guardare un film per il semplice gusto di farlo, a parte alcune eccezioni. Sono, appunto, i supereroi a riportare le persone al cinema, come ha dimostrato Spiderman con “No Way Home” e come sta dimostrando in queste giornate il “The Batman” di Matt Reeves, con Robert Pattinson nei panni del pipistrello al suo solo secondo anno di attività come vigilante mascherato.

Ponendo il “Batman” di Tim Burton dell’89 come primo, questo è l’ottavo film dedicato al Cavaliere Oscuro, nonostante il personaggio sia comparso come co-star in “Batman v Superman”, “Justice League” e “Suicide Squad”, interpretato da Ben Affleck. Nonostante, però, il numero relativamente elevato di pellicole dedicato all’eroe, questa ottava versione differisce completamente dalle altre, portando una nuova sfumatura a questo personaggio. Partendo proprio dal genere il ritmo lento, i toni cupi e lo sviluppo della trama etichettano questo film nemmeno come thriller ma direttamente come una sua sottocategoria ben nota negli anni ’50: il noir. Vi è spazio per l’azione, anche se comunque limitata, ma il focus dell’opera mastodontica di Reeves è nell’investigazione di svariati omicidi di stampo politico orchestrati dall’Enigmista e sulla esplorazione della psiche di Batman, dove prenderà la maggior parte del tempo a schermo a differenza dell’alter ego Bruce Wayne, la vera maschera che il pipistrello indossa quando non combatte il crimine.

Le tematiche, nelle 3 ore di durata, sono molteplici, andando dal trauma e alla conseguente sociopatia, arrivando anche alla corruzione, vero cardine del film, dove viene mostrato che letteralmente nessuno è senza macchia, ad esclusione del protagonista che verrà sempre messo in svantaggio per questa sua morale: Pattinson (ribattezzato da Internet come Battinson, per l’occasione) porta in scena un Bruce Wayne depresso e un Batman freddo ma costantemente arrabbiato. Non è un perfetto supereroe, è ancora agli inizi: sbaglia, viene colpito, arriva in ritardo, mostrando la versione più umana dell’eroe mai portata a schermo. Batman, qui, è “solo” un uomo dedito alla sua causa che sa picchiare davvero pesante. Vi è da dire che, in realtà, la scelta di tutto il cast è particolarmente azzeccata, dalla sensuale Zoe Kravitz nei panni di Catwoman, fino ad un irriconoscibile Colin Farrel come Pinguino e ad un inquietantissimo Paul Dano nei panni del perfido Enigmista, personaggio che porta con sé la perfetta rappresentazione del terrorista moderno nell’epoca di internet e non solo. Nota di merito anche per i comprimari come Jeoffrey Right, nella primissima incarnazione afroamericana di James Gordon (anche se un po’ troppo caricaturale, forse il personaggio meno riuscito del film), Andy Serkis nei panni del sempre fedele Alfred e il magistrale John Turturro, qui come criminale italo-americano Carmine Falcone.

Parlando dei lati tecnici, il film ha un comparto visivo di rara bellezza, tanto che si potrebbe arrivare addirittura a togliere l’audio e godersi le sole immagini per essere comunque soddisfatti. Le musiche composta da Gioacchino sono pesanti e roboanti, perfettamente in linea con la città piovosa e oscura di Gotham, riprendendo e omaggiando il tema creato da Elfman per Burton. Purtroppo però non è un film privo di difetti, mostrando una particolare lentezza nella seconda metà del film, un indovinello un po’ troppo banale (forse dovuta anche ad un problema legato alla traduzione inglese-italiano e ai suoi giochi di parole) e una inutilità di alcune scene che passano perché girate molto bene con, infine, il cameo di un personaggio veramente superfluo.
In conclusione, potrebbe non essere il miglior film di Batman ma è di certo uno dei migliori cinecomic atipici di sempre, nonostante sia destinato esclusivamente ad un pubblico più maturo.

Emanuele Olmo

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5 Commenti

  1. Il film ha un cast insuperabile .. per i tempi.
    Harry Potter è cresciuto ancora! ( o forse no ?) .. ma a giganteggiare è Zoë Kravitz, il massimo possibile in tale ruolo.
    In questo recentissimo articolo ci si presenta l’attrice .. intenta a gratificare alcuni anni fa di un tributo i suoi sponsor naturali:
    “Durante alcune interviste, Zoë Kravitz espresse, dopo le elezioni presidenziali del 2016, il suo sostegno a Hillary Clinton. “Diciamo che se avessi una bacchetta magica da usare una sola volta metterei sotto processo Trump“, dichiarò durante un’intervista, criticando successivamente l’ex Presidente degli Stati Uniti. L’attrice si espose ancor di più a supporto della campagna presidenziale di Barack Obama, 44º Presidente degli Stati Uniti, quando partecipò al progetto We Are The Ones, video online di Will.i.am, rapper, fondatore e produttore del gruppo Black Eyed Peas.”
    https://www.cinematographe.it/rubriche-cinema/focus/zoe-kravitz-catwoman-film-fidanzato-eta-fisico-instagram/

  2. Nell’articolo citato sopra si da una descrizione che in fondo coincide con l’immagine stessa dell’attrice vista con gli occi disincantati del pubblico e forse anche dei cittadini di oggi:
    “Leta Lestrange è un personaggio molto complesso. La Rowling ha fatto un lavoro meraviglioso perché nelle sue storie si mescolano le carte: anche i cattivi hanno qualcosa di buono e i buoni hanno le loro ombre“
    mentre H.Clinton ha assistito (non sappiamo quanto “incolpevolmente”) a circa un centinaio di morti misteriose attorno a se ed è implicato in vicende di natura sessuale quanto il proprio marito-presidente .. ecco un vecchio articolo di Blondet:
    https://www.maurizioblondet.it/pizzagate-la-rete-pedofilo-satanica-attorno-hillary-clinton/

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