Addio Franco Perone, per tanti la nota più bella nel pentagramma della vita

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Villata – Siamo venuti in tanti a dirti addio, oggi, Franco Perone da Villata. Siamo venuti in tanti, e la tua chiesa parrocchiale, dove hai trascorso gran parte della tua prodiga esistenza, non è riuscita ad accogliere tutti coloro che volevano stringersi in preghiera o in raccoglimento accanto alla tua cara Rosella.

Siamo venuti in tanti, in tantissimi, perché eri un fior di musicista, un fior di direttore e un fior di galantuomo, ma soprattutto una persona buona: E, sinceramente siamo stanchi di dire addio, in questo atroce inizio d’anno, a persone buone.

Nell’omelia della cerimonia funebre, il parroco, don Rinaldo Vanotti, che ti conosceva bene, ha scelto la parabola dei talenti da Matteo e, commentando il passo evangelico, ha detto che tu di talenti ne avevi ricevuti davvero tanti, e hai saputo farli fruttificare, utilizzando questi talenti per insegnare ad altri a suonare, a cantare, ma soprattutto ad essere uomini e donne. Lo hanno detto, con commossa chiarezza tutti coloro che oggi, in chiesa, al termine della cerimonia religiosa, hanno preso la parola. Ad esempio, il sindaco, Franco Bullano (presente con la fascia tricolore, come i colleghi di Vercelli, Maura Forte, e di Borgo Vercelli, Mario Demagistri), che ha raccontato la bella immagine che tu gli proponevi in continuazione: la vita come un pentagramma in cui ciascuno deve scoprire la sua nota più appropriata. “Oggi caro Franco – ha detto il tuo sindaco  trattenendo a stento le lacrime – io non riesco a vedere nemmeno il pentagramma, ma ti assicuro che farò di tutto affinché tu non sia mai dimenticato nel nostro paese”.

A seguire tutti interventi ugualmente commossi,dei tuoi musicisti, dei tuoi coristi, e poi due preghiere: quella del Granatiere (perché tu portavi, con orgoglio, il titolo di Granatiere di Sardegna) e quella del Musico che tu, di solito, accompagnavi all’organo.

E poi c’era la tua banda a dirti addio. La banda musica di Santa Cecilia che tu hai plasmato, ispirandoti all’insegnamento del fondatore, il maestro Giuseppe Piccolotti. I componenti della banda hanno suonato trattenendo a stento i singhiozzi ricordando – altro particolare che in chiesa è emerso ripetutamente – come tu abbia sempre cercato i valorizzare, singolarmente, ciascuno di loro, scrivendo e riscrivendo le partiture “a misura” del singolo musicista, come un sarto. Anche questa cosa ha attestato e ribadito il tuo valore di musicista sì, ma soprattutto di persona buona.

Oggi l’inverno ha confezionato, per il tuo addio, una giornata atipica, fredda ma non freddissima, senza nebbia. E mentre il sole calava, la tua banda ti ha accompagnato alla tua ultima dimora, nel cimitero del tuo paese. Dietro alla banda e al feretro, i  più importanti muasicisti, compositori, strumentisti e cantanti vercellesi (molti ovviamente della tua Vallotti); per non farle torto a nessuno citiamo il più importante (e anziano), che ti era amico e fratello (anche nell’opera di valorizzazione del vostro Giuseppe Rosetta), Angelo Gilardino, e il più giovane, Giuseppe Garavana.

Ora riposi in pace nel paese che ti amava e di cui tu contraccambiavi l’amore, essendoci sempre, con i tuoi talenti, per i tuoi villatini. Ti sia lieve la terra.

Edm

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2 Commenti

  1. Lascia che sia fiorito
    Signore il suo sentiero
    quando a te la sua anima
    e al mondo la sua pelle
    dovrà riconsegnare
    quando verrà il tuo cielo
    là dove in pieno giorno
    risplendono le stelle.
    Ascolta la sua voce… ascolta le sue note
    che ormai sono nel vento
    Dio di misericordia
    vedrai sarai contento.
    PREGHIERA DI GENNAIO – Fabrizio de André

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